Recovery, arrivata in Italia la prima tranche di 24,9 miliardi. Draghi: “Occorre senso di responsabilità”

di Mario Tosetti

La prima tranche del Recovery Fund è arrivata. Si tratta di un bonifico dell’importo di 24,9 miliardi della Commissione Ue imputabili come anticipo del 13% sui 191,5 miliardi destinati all’Italia e a disposizione fino al 2026. I fondi stanziati verranno gestiti in ossequio a quanto stabilito nel Pnrr. Il premier Mario Draghi si mostra fiducioso. “L’Italia è il maggiore beneficiario dei fondi – sottolinea il premier – e anche uno dei primi a riceverli”, che continua, “L’assegnazione di queste ingenti risorse richiama tutti noi al senso di responsabilità nei confronti degli impegni presi verso noi stessi, verso il nostro futuro e verso l’Europa”.

Il Commissario Europeo, Paolo Gentiloni, commenta fiducioso le prospettive offerte con il Recovery Fund affermando che “è un’opportunità storica per investire sulla forza dell’Italia. Il prefinanziamento odierno è un primo, concreto e tangibile passo per avviare gli investimenti e le riforme che l’Italia si è impegnata a portare avanti. È un’occasione irripetibile per l’Italia per rilanciare l’economia e costruire un futuro sostenibile per le prossime generazioni”, afferma in una nota.

I 25 miliardi  erogati sono composti per 9 miliardi da sovvenzioni (pari al 13% dei 68,9 miliardi previsti fino al 2026) e da 16 miliardi in prestiti (il 13% di 122,6). E’ previsto, inoltre, che di questi 25 miliardi almeno 15,7 dovranno essere spesi entro il 2021. La gran parte delle risorse saranno, quindi. destinate a progetti in corso di realizzazione, sostituendo stanziamenti nazionali. Sono individuati, in proposito, 106 progetti suddivisi nelle sei missioni del Pnrr. I pagamenti del rimanente 87% affluiranno in base al completamento dei target fissati.

Con l’anticipo potranno, inoltre, essere saldate anche spese fatte nel 2020 per circa 1,6 miliardi. Tra i progetti a cui, per primi, saranno destinate più risorse ci sono il programma Transizione 4.0 con 1,7 miliardi e il Fondo Simest per l’internazionalizzazione delle pmi, entrambi rientranti nella prima missione del Pnnr, la trasformazione digitale, che assorbe in tutto 40,3 miliardi dei 191,5. Solo per Transizione 4.0 si prevede che saranno destinati 24 miliardi. Si tratta di crediti d’imposta sugli investimenti in beni materiali e immateriali, in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, green e digitale, design e formazione. Rientrano invece nella missione 2 inerente la rivoluzione verde, per la quale sono previsti in tutto 59,4 miliardi, inizialmente 1,6 miliardi per interventi da sostenere tra il biennio 2020-2021 per la “valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni” e 468 milioni per il rafforzamento del Superbonus. Sono, inoltre, previste numerose opere ferroviarie ad alta velocità, che rientrano nella missione 3, infrastrutture. Sono stanziati 930 milioni per la tratta Liguria-Alpi; 493 per la Brescia-Verona- Padova; 110 milioni per la Napoli-Bari; 47 milioni per la Palermo-Catania; 20 per la Salerno-Reggio Calabria. Previsti anche 361 milioni per il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e 188 milioni per l’elettrificazione della rete nel Sud.

Gli investimenti contemplati nel Pnrr potranno essere portati a termine fino al 2026, l’Ue richiede comunque che lo stato di avanzamento dei lavori debitamente rendicontato. Rientrano nella missione 4 (istruzione) 650 milioni per gli asili nido, 700 per la messa in sicurezza delle scuole e 400 per la «riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria». Del capitolo inclusione (missione 5) fanno invece parte i primi 400 milioni per le politiche attive del lavoro e i 200 per il potenziamento dei centri per l’impiego. Infine, per la missione 6 (salute) l’investimento maggiore riguarda i 795 milioni per l’ammodernamento degli ospedali.

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