Russia e Iran più vicine: dalla visita di Putin alla fornitura di droni

Si intensifica il rapporto tra le due nazioni, entrambe sottoposte alle sanzioni degli Stati Uniti. Teheran sarebbe pronta a inviare droni in supporto a Mosca nella guerra in Ucraina, secondo il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan

di Matteo Meloni

Far fronte comune per contrastare le sanzioni degli Stati Uniti è il mantra che negli ultimi anni è stato portato avanti da Russia e Iran, che cercano strade alterative per sopravvivere in un contesto internazionale sempre più ostile. Chi ha patito maggiormente le forti scelte di Washington è stata proprio la Repubblica Islamica, che dall’addio degli Usa al JCPoA nel 2018 è stata letteralmente trascinata in una crisi economica di complicata risoluzione.

Recentemente, la visita del vice Primo Ministro Alexander Novak a Teheran ha rilanciato ulteriormente la relazione con la Federazione Russa grazie all’accordo tra i Governi per la creazione di una zona di libero scambio. Ancora sulla carta, la free trade zone aumenterebbe l’interscambio tra le due nazioni, già cresciuto esponenzialmente dell’81% nel solo 2021, a riprova del rafforzamento dei rapporti. Per Ebrahim Raisi, i 3 miliardi di dollari di interscambio dell’anno scorso non sono sufficienti, e punta a toccare la straordinaria cifra di 10 miliardi annui.

Ma gli ambiziosi target coinvolgono anche il settore energetico, sempre più importante e discusso a livello planetario, specialmente ora che entrambi gli Stati sono sottoposti a sanzioni che affliggono particolarmente l’ambito oil&gas. Mosca è interessata, ad esempio, allo sviluppo del North-South Transport Corridor, una strada ferrata per il trasporto merci con l’India, che inevitabilmente gioverebbe anche all’area del Caspio e del Golfo.

In questo quadro, non sorprende che la partnership tra russi e iraniani si allarghi sempre più anche all’ambito militare, stavolta con l’industria bellica della Repubblica Islamica pronta a fornire supporto a Mosca nella guerra in Ucraina. Per Teheran, il modo più agevole di rendersi utile è attraverso la consegna di droni, potenzialmente armabili, gli stessi sfruttati dagli Houthi in Yemen contro le forze fedeli all’Arabia Saudita. Questo è, per lo meno, quanto pensa la Casa Bianca che, nei giorni scorsi, ha fatto sapere di essere in possesso di informazioni che indicherebbero una simile mossa.

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan ha confermato ai giornalisti che “il Governo iraniano è pronto a consegnare alla Russia diverse centinaia di UAV”, che per il funzionario democratico è la prova del fatto che i russi non sarebbero in grado di fare affidamento sulle loro stesse capacità militari. L’Iran avrebbe già avviato le esercitazioni per l’esercito moscovita. L’annuncio arriva in concomitanza con la partenza di Joe Biden in Arabia Saudita e Israele.

Il quotidiano britannico Guardian già ad aprile informava i lettori sulla consegna all’esercito russo di munizioni pesanti in arrivo dall’Iraq, giunte a destinazione con una rete di milizie locali aiutate dall’Iran. Secondo le fonti del giornale, inoltre, Teheran avrebbe donato a Mosca un sistema missilistico del tipo Bavar 373, restituendo ai russi un S-300 precedentemente consegnato.

Intanto, Teheran si prepara a ospitare Vladimir Putin. Il Presidente della Commissione per l’Economia del Parlamento, Mohammadreza Pour-Ebrahimi, ha confermato all’agenzia stampa Irna che la prossima settimana il capo del Cremlino si recherà in visita nella capitale della Repubblica Islamica. Dopo il viaggio di Raisi in Russia, “si è creata un’atmosfera positiva nell’ambito della cooperazione economica” tra i due Paesi, fa sapere Pour-Ebrahimi. Un ulteriore tassello nel quadro di vicinanza e rafforzamento delle relazioni lungo l’asse Teheran-Mosca.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

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