Si aggrava la situazione di Santanchè, l’inchiesta per truffa si allarga al riciclaggio

Nel mirino della procura la compravendita di una villa a Forte dei Marmi con l’imprenditore Antonio Rapisarda

Nuovi potenziali problemi legali si profilano per Daniela Santanchè. Si è verificata una svolta nelle indagini condotte dalla Procura di Milano sul caso della villa in Versilia di Francesco Alberoni, che è stata acquistata da Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2,45 milioni di euro e successivamente rivenduta, meno di un’ora dopo la stipula del contratto, a gennaio dello scorso anno, all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni di euro. Secondo le informazioni emerse, la Guardia di Finanza è stata incaricata di indagare sul riciclaggio di denaro e sull’uso della plusvalenza di un milione di euro, al fine di verificare se una parte di questa somma sia stata utilizzata per coprire i debiti di Visibilia.

I pubblici ministeri Marina Gravina e Luigi Luzi, insieme all’aggiunto Laura Pedio, hanno incaricato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano di fare luce sulla vicenda relativa alla villa di Forte dei Marmi appartenuta al sociologo scomparso lo scorso estate. L’immobile è stato venduto a Kunz e Laura De Cicco con un preliminare di vendita datato 22 luglio 2022, ad un prezzo considerato adeguato per una proprietà di 350 metri quadrati su tre piani con giardino e piscina, che necessitava di alcuni lavori di manutenzione. La Gdf, su segnalazione dell’Antiriciclaggio di Bankitalia, si è interessata al guadagno di un milione di euro, su cui verranno condotte ulteriori indagini. Inoltre, si cercherà di comprendere la provenienza dei fondi versati dall’imprenditore Rapisarda e come sia stata utilizzata la plusvalenza, che sarebbe stata divisa tra Kunz e la moglie di La Russa.

Nel frattempo, secondo le indagini della Procura di Milano, Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, aziende coinvolte in un’inchiesta in cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè è indagata per presunte irregolarità nella gestione della Cassa integrazione guadagni durante la pandemia, non avrebbero versato oltre 120.000 euro di contributi previdenziali all’Inps per i propri dipendenti. Tale informazione è emersa dall’indagine di Milano, in cui la ministra, il suo compagno Dimitri Kunz D’Asburgo e Paolo Concordia, consulente con responsabilità nella gestione del personale, sono accusati di truffa aggravata. Anche su questo fronte, la Procura ha incaricato l’Inps di accertare l’importo esatto non versato, che potrebbe essere superiore, relativo al mancato pagamento dei contributi previdenziali.

In Procura si è tenuta una riunione per fare il punto sulle principali indagini che coinvolgono o riguardano la ministra Santanchè, con i pm Marina Gravina e Luigi Luzi e l’aggiunto Laura Pedio. Il giorno precedente le è stato notificato l’avviso di chiusura dell’indagine per truffa aggravata per la gestione irregolare della Cassa integrazione guadagni durante il Covid, a carico della ministra, del suo compagno, di un’altra persona e di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. Attualmente, i pm stanno lavorando per concludere l’indagine su Visibila Editore, dove la senatrice di Fratelli di Italia, il suo compagno, la sorella e altri individui sono accusati di falsificazione dei bilanci. Per quanto riguarda Ki Group, società legata alla senatrice e attualmente in liquidazione giudiziale, i pubblici ministeri attendono la relazione del curatore per decidere se procedere con eventuali iscrizioni per reati fallimentari.

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