Studiando Rembrandt: in mostra a Palazzo Medici Riccardi il dipinto ritrovato del maestro olandese

Nelle sale fiorentine di Palazzo Medici Riccardi, si è tenuta il 7 dicembre alle ore 11.30 la conferenza stampa dell’esposizione Studiando Rembrandt. Individuare il prototipo, vedere l’invisibile. L’Adorazione dei Magi, dedicata al ritrovamento del dipinto eseguito da Rembrandt nel 1632-1633 e alla presentazione della mostra che lo vede finalmente protagonista nelle sale del Museo fiorentino, fino al 29 gennaio 2023.
Sono intervenuti: Valentina Zucchi, curatrice del museo di Palazzo Medici Riccardi, Tommaso Borgogelli, curatore della mostra, Guido Talarico, Presidente della Fondazione Patrimonio Italia ed editore di Inside Art, Letizia Perini, consigliera della Città Metropolitana di Firenze delegata alla Cultura, Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi, e Michele Brancale, Capo Ufficio Stampa della Città Metropolitana di Firenze.

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da sx: Valentina Zucchi, Tommaso Borgogelli, Guido Talarico, Letizia Perini, Pietro Folena, Michele Brancale
 

Promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e organizzata da MUS.E e Associazione MetaMorfosi in collaborazione con Fondazione Patrimonio Italia e Fondazione A. Teerlink con la diretta partecipazione del Museo d’arte di Göteborg, l’esposizione curata da Tommaso Borgogelli permette al pubblico non solo di ammirare il capolavoro di Rembrandt ma anche di approfondire gli elementi stilistici, storico-artistici e tecnici legati al dipinto, diffondendone la storia eccezionale del suo ritrovamento. Considerato perduto dagli studiosi, incluso il centro di ricerca Rembrandt Research Project, solo grazie a un incidente fortunato che ne ha reso necessario il reintelaggio, il capolavoro è venuto fuori dopo l’attento lavoro della restauratrice Antonella Di Francesco e del suo team. L’annuncio era stato poi dato dato durante il simposio Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l’invisibile, organizzato all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici nel 2021, promosso dalla Fondazione Patrimonio Italia (Fpi), ente non-profit presieduto da Guido Talarico volto alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano e con la partecipazione di studiosi ed esperti a livello internazionale e nazionale.

«Quando mi si è presentata la possibilità di questo progetto – ha affermato Perini – è stata un’emozione quasi di paura per non sapere dove si stava camminando. Ancora oggi Rembrandt è un tema molto delicato ma questa mostra ha dato l’opportunità a Palazzo Medici Riccardi di diventare un luogo di critica d’arte. Il Palazzo, in passato, era centro culturale, politico e amministrativo, questa iniziativa lo rimette al centro dell’interesse mondiale».

Ricordiamo che la scoperta del dipinto, avvenuta a Roma, ha origine da un trauma accidentale verificatosi nel 2016, che ne ha reso necessario il reintelaggio; solo allora, grazie all’esperienza e alla sensibilità della restauratrice Antonella Di Francesco, intenta al recupero e alla pulizia dell’opera annerita dall’antica vernice, il capolavoro è venuto alla luce dando il via agli studi. L’opera, realizzata in tecnica mista su carta riportata su tela, misura 54 x 43,5 centimetri e il formato è assimilabile a una serie di incisioni eseguite da Rembrandt sull’Infanzia e sulla Passione di Cristo. È realizzata con la particolare tecnica di schizzo a inchiostro su carta velato a olio, successivamente applicato su tela. Grazie alle analisi diagnostiche eseguite sull’opera – promosse dalla Fondazione Patrimonio Italia e dalla Fondazione Teerlink – e in modo particolare alle indagini mediante riflettografia infrarossa IR, è stato possibile studiare e analizzare meravigliose immagini invisibili ad occhio nudo, che in mostra vengono presentate e condivise.

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L’aspetto di studio e ricerca dell’esposizione, già espresso nello stesso titolo Studiando Rembrandt. Individuare il prototipo, vedere l’invisibile. L’Adorazione dei Magi viene messo in rilievo dal curatore Borgogelli: «Come storico dell’arte che si occupa di pittura olandese questa è un’occasione importantissima per riaccendere riflettori su una disciplina che negli anni si è andata perdendo. Questa iniziativa può aiutare molto a stimolare pubblico e addetti ai lavori. La pittura olandese è un territorio sconfinato dove c’è tantissimo da lavorare. Quest’opera – spiega concentrandosi sul dipinto – ha qualità eccellenti e il lavoro fatto dagli studiosi ha prodotto risultati stupefacenti facendo emergere pentimenti e dettagli nascosti e invisibili allo sguardo». 

A rimarcare l’importanza degli aspetti tecnici legati all’analisi scientifica del dipinto, la curatrice del museo: «Emergono – spiega Zucchi – due aspetti della ricerca: il mondo delle attribuzioni e il valore delle indagini diagnostiche. Analisi non invasive fatte attraverso tecnologie importanti che hanno permesso di vedere ciò che occhio non vede. Si tratta di un viaggio sulla superficie della tela che racconta non soltanto L’Adorazione dei Magi ma ci dice anche molto altro: è possibile seguire un processo che parte dai primi disegni preparatori alle finiture e che ci porta direttamente nell’atelier di Rembrandt».

L’esposizione si presenta come un’intima incursione nei dettagli pittorici di Rembrandt. Il dipinto, protetto dal vetro e appeso su uno sfondo di pannellature nere che ne fanno risaltare la luce e l’intensità cromatica è accompagnato dalle riproduzioni delle copie custodite all’Ermitage di San Pietroburgo e al Museo d’arte di Göteborg, dai risultati diagnostici e dai dettagli emersi nelle diverse fasi di indagine che si sono susseguite negli ultimi cinque anni. Si tratta di un lavoro accurato di ricerca e di studio, che fa emergere l’importanza del lavoro che c’è dietro all’attribuzione di un dipinto.

 

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