Superbonus 110%, il governo lavora a correzioni: si a cessioni di credito multiple ma vigilate

di Emilia Morelli

Il Superbonus 110% si è presentato come un’ottima opportunità per famiglie ed imprese. Tuttavia, il Decreto Sostegni Ter ha modificato la disciplina  della cessione del credito, limitandola ad una sola volta, per porre un freno al rischio di truffe nelle richieste di agevolazioni fiscali nel settore edile. La prescrizione ha innescato una marcia indietro di massa delle banche che stanno rinunciando alle acquisizioni di crediti maturati dalle imprese edili, che hanno acconsentito ad uno sconto in fattura, e dei privati cittadini che hanno autonomamente pagato il credito certi che gli sarà restituito.  Sono già molteplici gli istituti di credito che hanno sospeso le pratiche di cessione, tra cui Poste Italiane, Cdp e Banco Bpm.

A fronte di questa situazione in cui il meccanismo del Superbonus si è di fatto inceppato dando vita a molteplici rimostranze da parte delle associazioni di categoria e numerose proteste delle imprese edili che dichiarano il rischio di fallimento il governo ha deciso di impostare una parziale modifica del Decreto Sostegni Ter nella parte che riguarda l’edilizia. In particolare, il governo ha fatto sapere che è al lavoro per “correzioni mirate” che dovrebbero essere varate dal Cdm in tempi brevi e saranno probabilmente contenute nel Decreto Milleproroghe o Energia.  L’intenzione è eliminare il limite imposto alle cessioni di crediti maturati dalle aziende costruttrici con i bonus. Le cessioni, però, dovranno avvenire tra istituti vigilati dalla Banca Italia e tra banche e intermediari appartenenti allo stesso gruppo.

Fra le voci che si erano levate per chiedere i cambiamenti al comparto bonus edilizi c’è stata quella del ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli, il quale ha dichiarato: “Le modifiche degli ultimi due decreti al meccanismo della cessione dei crediti che maturano a seguito degli interventi edilizi, predisposte con il nobile obiettivo di evitare le truffe di fatto hanno bloccato completamente migliaia di interventi, rischiando di far fallire le imprese oneste e di danneggiare migliaia di famiglie. Come Governo dobbiamo prenderne atto e intervenire immediatamente con un decreto correttivo”.

L’appello a cambiare la norma è arrivato anche dall’Ance, l’associazione dei costruttori. Gabriele Buia, presidente di Ance ha affermato: “Il governo dovrebbe ripensare rapidamente a questa situazione, perché la situazione che si è creata è insostenibile. Si sta già verificando uno stop degli interventi e una mancata crescita”. La proposta di impiegare la Banca d’Italia come garante sulle cessioni dei crediti è arrivata proprio da Ance.

Di certo l’allarme truffe, a fronte del quale il governo aveva motivato la sua stretta, rimane un nodo irrisolto. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati sequestrati in quanto ritenuti “crediti sospetti” 2 miliardi di euro e altri 2 miliardi sono al momento sotto accertamento.

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