Superlega, un nuovo campionato continentale: Andrea Agnelli nel mirino delle critiche

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di Mario Tosetti

Un punto di non ritorno, una bomba ad orologeria: è così che viene percepito l’annuncio della Superlega dai 12 club fondatori. In prima linea c’è la Juventus, che con un comunicato spiega i dettagli del nuovo progetto e soprattutto lancia la sfida per il nuovo calcio. In contemporanea il presidente bianconero Andrea Agnelli, nominato vice presidente della Superlega, lascia la carica di numero uno dell’Eca (l’associazione che riunisce 248 club europei, tra i quali ora non c’è più la Juve) e quella di membro del Comitato Esecutivo dell’Uefa.

La Superlega, una scossa di terremoto nel mondo del calcio, dà vita a un nuovo campionato continentale, in stile Nba, che partirà al più presto, forse già la prossima stagione e che vede tra i club fondatori Juve, Inter e Milan, oltre a Barcellona, Atletico e Real Madrid, Manchester United e City, Chelsea, Tottenham, Arsenal e Liverpool.

“I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali e, fino all’avvio effettivo della Super League, Juventus ritiene di partecipare alle competizioni europee alle quali ha titolo di accedere”, scrive il club bianconero nell’apposito comunicato. “I club fondatori desiderano attuare il progetto Super League in accordo con Fifa e Uefa – prosegue il documento juventino -, tenendo in considerazione gli interessi degli altri stakeholder che fanno parte dell’ecosistema calcistico. Al contempo, onde assicurare il buon esito del progetto e così darvi pronta esecuzione, la società costituita per la Super League potrebbe anche agire in via giudiziale al fine di tutelare i propri diritti”.

“I 12 club fondatori rappresentano oltre un miliardo di tifosi in tutto il mondo – ha spiegato Andrea Agnelli – e un palmares di 99 trofei continentali. Ci siamo uniti in questo momento critico affinché la competizione europea si trasformi, mettendo lo sport che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo ai tifosi e agli appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e fornisca un esempio positivo e coinvolgente”.

Uefa e Fifa sono di parere diametralmente opposto, hanno risposto duramente in comunicato congiunto con le Leghe e le Federazioni di Italia, Spagna e Inghilterra si annuncia a chiare lettere: “Fermeremo questo cinico progetto. Considereremo tutte le misure, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo. Chi entra in Superlega sarà escluso da tutto”. La minaccia è espellere dai tornei nazionali e dalle coppe tutti i club che aderiranno alla Superlega, vietando inoltre ai calciatori appartenti alle squadre di giocare nelle rispettive Nazionali, oltre che citare in giudizio per 50-60miliardi i club aderenti al nuovo campionato.

La Gazzetta dello Sport racconta di come, in proposito, Andrea Agnelli si sia defilato non rispondendo per diverse ore al telefono. E qui iniziano i primi paradossi. Perché giusto un mese fa, durante l’assemblea generale dell’Eca, Agnelli definiva “un modello ideale” quella nuova Champions League, targata Uefa, che verrà ufficializzata oggi dal Comitato esecutivo a Montreaux. “Se dei club hanno lavorato da soli su qualche progetto, credo che per il momento si fermino qui” spiegava Agnelli, sostenendo un nuovo torneo che – a partire dal 2024 – rivedrà il format della Champions, assicurando 10 partite a stagione a tutti i club e 36 partecipanti. Un tradimento verso l’Eca ma, in parallelo, anche verso la stessa Uefa e il grande amico Ceferin: un rapporto anche extra-politico, basti pensare che il numero uno dell’Uefa è padrino della figlia del presidente bianconero. Agnelli, in nome della Superlega, avrebbe sacrificato un’amicizia e voltato le spalle a Ceferin. Il presidente della Uefa, Ceferin, ha contatto l’amico Andrea Agnelli, una telefonata burrascosa con cui il presidente della Juventus sarebbe stato definito un traditore.

Agnelli, oggettivamente ha il diritto di fare ciò che vuole per incassare sempre più soldi e trattare la Juventus come la sua azienda. Dimentica, però, un particolare fondamentale: il vero motore del calcio sono i tifosi per i quali il calcio è sentimento e passione, non un’ industria. In realtà ribaltare il calcio e le tradizionali competizioni, mettendosi contro moltissime piazze europee e milioni di persone per un puro tornaconto personale, nel lungo periodo potrebbe non essere consigliabile.

Il malcontento dei tifosi imperversa sui social “La Superlega cancella tutto ciò per cui amiamo il calcio fin da bambini, il cuore, il merito, l’impresa degli sfavoriti, il sogno del miracolo, lo sfottò del giorno dopo al bar, a scuola, in ufficio. È solo un calcio-bancomat per club super ricchi chiusi in un condominio di lusso”, scrive un ragazzo. La Superlega è percepita unanimemente come un gioco sporco, in cui chi ha soldi e potere può riscriverne le regole al fine di tutelare unicamente i propri interessi e divenire sempre più forte.

Il coro unanime di opposizione alla Superlega è avallato anche dalla politica. il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha precisato di appoggiare la posizione dei club transalpini di rifiutare di aderire a un “progetto che minaccia il principio di solidarietà e il merito sportivo” e aggiunge. “Lo Stato francese appoggerà tutte le mosse di Federazione e Lega francesi, di Uefa e Fifa per proteggere l’integrità delle competizioni federali che siano nazionali o europee”.

Boris Jhonson, premier Britannico e , quindi, rappresentante di una nazione in cui sono 6 le squadre firmatarie del progetto, twitta: “Il piano per una Super Lega europea sarebbe molto dannoso per il football: supportiamo le autorità del calcio nelle loro decisioni, questi progetti colpirebbero i campionati nazionali e preoccuperanno i tifosi in tutto il Paese. I club coinvolti devono rispondere ai loro fan e a tutta la comunitò calcistica prima di intraprendere ulteriori passi”.

In Italia Enrico Letta, segretario del Pd e tifoso del Milan afferma: “L’idea di una Super Lega per i più ricchi club europei di calcio? Sbagliata e decisamente intempestiva. In Europa il modello NBA non può funzionare. Nel calcio e nello sport la forza sta nella diffuisione, non nella concentrazione”.