Tensione tra Meloni e Berlusconi, dopo l’elezione dei presidenti delle Camere cresce il malcontento popolare

di Mario Tosetti

Le elezioni dei presidenti delle Camere hanno lasciato molti strascichi, per molti è risultato difficile da digerire La Russa al Senato ma forse ancora di più il leghista Fontana alla Camera, che Letta ha definito “uno sfregio per l’Italia”. Non si sono poi, per nulla, sopite le tensioni tra i due leader del centrodestra Meloni e Berlusconi. E’ vero che anche Forza Italia ha votato a favore del leghista Fontana alla Camera, ma restano dubbi a fronte dell’immagine degli appunti scritti da Berlusconi, dopo aver mandato al diavolo La Russa e ricevuto un no secco ad inserire nella squadra ministeriale Licia Ronzulli , in cui il leader azzurro ha  bollato la presidente di Fratelli d’Italia come “supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. Offese a cui la premier in pectore ha replicato con durezza:  “mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè che non sono ricattabile”.

Matteo Salvini si dice certo dell’immediata riconciliazione. “Sono sicuro che anche fra Giorgia e Silvio tornerà quell’armonia che sarà fondamentale per governare, bene e insieme, per i prossimi cinque anni”, ha detto il leader del Carroccio. Cavalcano, invece, la tensione le forze di opposizione che cominciano ad intervenire sulla questione della fiducia. Matteo Renzi ha esplicitamente ribadito quanto più volte espresso in campagna elettorale: “Un governo a guida Meloni non lo voterò mai”. Tuttavia, per il leader di Italia Viva lo scontro tra Meloni e Berlusconi “è tutta manfrina. Tra tre giorni faranno un pranzo e la prossima settimana avremo un governo. Il resto sono chiacchiere. Io però avrei apprezzato se la stessa cosa detta ieri, Meloni l’avesse detta 15 anni quando era ministra di Berlusconi”.

Intanto va delineandosi la squadra di governo. Circolano sempre con più insistenza il nome di Giorgetti al Mef, di Tajani alla Farnesina, Salvini alle infrastrutture. Ma prima ancora che si aprano le Consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, occorre considerare un altro step fondamentale in cui la coalizione verrà messa alla prova: il 18 ottobre si eleggeranno i capigruppo parlamentari.

Tutto l’iter, peraltro, si svolge con il contorno di un crescente malcontento popolare. Dopo le manifestazioni alla Sapienza è apparsa sulla serranda della sede di Fdi a Garbatella la scritta, accompagnata da una stella a cinque punte, firmata “Antifa”: “La Russa Garbatella ti schifa”. Immediata la replica di Meloni: “Diversi esponenti politici hanno deciso di renderlo (La Russa ndr) un bersaglio, come persona e per le sue idee, rinfocolando un clima d’odio, già ben alimentato durante una campagna elettorale costruita sulla demonizzazione dell’avversario politico. E così, accade che in una sede di Fratelli d’Italia compaia una scritta contro di lui, firmata con la stella a 5 punte, chiaro riferimento ad anni drammatici che non vogliamo rivivere. Spero che il senso di responsabilità della politica prevalga sull’odio ideologico, perché l’Italia e gli italiani devono tornare a correre, insieme”.

Quasi tutti i leader politici si sono espressi con parole di solidarietà nei confronti di Ignazio La Russa a fronte di quella che è stata recepita come una vera e propria minaccia, meno che il segretario del Pd Enrico Letta. “Qualcuno avvisi Enrico Letta che la campagna elettorale è finita e che i cittadini hanno scelto, premiando il centrodestra e Fratelli d’Italia e bocciando sonoramente il Pd. Oggi il segretario dem, come accaduto in campagna elettorale, all’estero, da Berlino, getta fango sull’Italia parlando, riguardo le presidenze di Camera e Senato, di scelte che confermano le preoccupazioni in Europa e di una logica perversa dietro queste nomine. Non una parola sulle gravissime minacce ad Ignazio La Russa”, ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.

Il fango di cui parla Malan è certamente riferito alle dure parole che Letta ha riservato al centrodestra a margine del congresso dei socialisti europei. “L’inizio di questa legislatura è il peggiore che potesse esserci. La legislatura comincia con una logica incendiaria da parte di chi ha vinto le elezioni. Chi ha vinto, invece di riappacificare il paese, lo sta dividendo. Ma chi semina vento non può che raccogliere tempesta. Invito a considerare che questo metodo è davvero sbagliato. Si rompe ogni possibilità anche di un rapporto fra maggioranza e opposizione, che è un rapporto nell’interesse del paese”, ha detto il segretario dem.

Intanto, è apparso e prontamente rimosso e sequestrato dai Carabinieri un altro striscione contro La Russa, sul Ponte degli Annibaldi in zona Colosseo, in cui si leggeva la scritta capovolta “Benvenuto Presidente”. L’organizzazione “Cambiare Rotta Roma” sul proprio profilo facebook ha rivendicato la paternità dello striscione “Ci tenevamo a portare i nostri sentiti auguri di benvenuto al nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa (sempre scritto a testa in giù). A quanto pare, la sua figura è ben apprezzata anche dai partiti della fantomatica ”opposizione antifascista”. Saremo ben lieti di mostrare a questo Parlamento il significato di Antifascismo Militante. Ai nostri posti ci troverete, nelle strade, nelle piazze delle città”.

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