Trattato del Quirinale: firma storica, Macron da Mattarella e Draghi. Nessun commento su TIM e nucleare

Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarellla con Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, oggi 18 settembre 2019.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

di Ennio Bassi

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a Roma per la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”. Sempre al Quirinale oggi è prevista la firma del “Trattato” da parte dello stesso Macron e del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. Nel commentare la firma di questo importante trattato il presidente Mattarella ha detto che “Italia e Francia investono su un futuro comune. La rafforzata cooperazione tra Italia e Francia – ha spiegato – deve avere l’obiettivo di portare all’interno dell’Ue la necessaria ambizione. La dimensione europea è l’elemento chiave in una fase in cui siamo chiamati a superare la crisi legata alla pandemia e a ripartire con rinnovato slancio per affrontare con successo le grandi sfide della transizione ecologica e digitale. Le molte misure previste per rafforzare il dialogo e la cooperazione e stimolare iniziative comuni sono un investimento nel comune futuro di Italia e Francia”.

Il cosiddetto “Trattato del Quirinale” è finalizzato al rafforzamento del rapporto bilaterale tra Roma e Parigi, attraverso un dialogo tra le Amministrazioni, consultazioni periodiche e l’individuazione di un’agenda comune con grandi temi e priorità condivisi. Tra i temi condivisi c’è il rafforzamento dell’Unione Europea, l’impegno comune nel Mediterraneo e in Africa, le transizioni digitale e ambientale, la sicurezza, la cultura e l’istruzione, la cooperazione economica e industriale, la cooperazione in ambito spaziale, i rapporti tra le rispettive società civili e la cooperazione transfrontaliera.

L’incontro bilaterale tra il premier Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron a palazzo Chigi è durato due ore e si è svolto in due fasi. Un colloquio solo tra i due leader di circa un’ora e poi un bilaterale allargato ai ministri. Draghi e Macron al termine dei colloqui si sono trasferiti al Quirinale per una cena offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.​ Il Trattato del Quirinale è costituito da un documento in 12 capitoli, una sorta di roadmap con un elenco di iniziative operative da compiere. Lo scopo principale di questa intesa è creare meccanismi di dialogo per evitare o contenere sul nascere possibili incomprensioni o fraintendimenti, memori delle tensioni del recente passato, sfociate nella crisi diplomatica del 2018.

Il “Trattato del Quirinale” arriva alla firma dopo un percorso lungo e non sempre facile. Le indiscrezioni che filtrano da ambienti diplomatici spiegano che Il negoziato, entrato nel vivo solo quest’anno si era fermato nei mesi scorsi per la difficoltà di trovare un’intesa su alcuni punti, ma poi, data la volontà politica di procedere alla firma, si è riusciti a trovare “formule adeguate accettabili da entrambi”. Così per esempio sull’impegno politico di Roma e Parigi di sostenersi a vicenda per entrare nei formati dai quali uno dei due Paesi è escluso, o sul tema della sovranità europea, con l’aggiunta del termine “democratica” per dare una connotazione “meno gollista” alla dicitura. E molto si è lavorato per sottolineare come per entrambi i Paesi siano egualmente prioritari il Sahel ed il Mediterraneo.

Le indiscrezioni riferiscono che il testo è invece debole sulla parte industriale e commerciale spiegando che Italia e Francia sono spesso in competizione e che i rispettivi interessi nazionali in più casi divergono. Più uniti i due paesi sulla necessità di mettere insieme le risorse europee per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico. In ogni caso, ha tenuto a sottolineare l’Eliseo, in un riferimento a quanto apparso nei giorni scorsi sulla nostra stampa, “è assolutamente falso che il trattato miri a rafforzare l’atteggiamento predatorio della Francia sull’economia italiana”. Piuttosto sono stati elencati “successi di complementarietà”, rappresentati dagli esempi Stellantis e Stmicroelectronics. Non risulta ufficialmente che Draghi e Macron abbiano discusso del caso TIM, la nostra società de telecomunicazioni che ha come primo azionista privato la francese Vivendi e che nei scorsi giorni è stata oggetto di una Offerta Pubblico di Acquisto (OPA) sulla totalità delle aziende da parte del fondo americano KKR. Come non si sono registrati commenti circa possibili discussioni tra in due presidenti in merito a questioni energetiche delicate come, ad esempio è quella del nucleare. Sono due temi caldi e appare difficile pensare che Draghi e Macron non ne abbiamo parlato. Quel che è certo è che i due fino ad ora  non hanno commentato e che neppure dai due entourage è filtrata alcuna indiscrezione. Vedremo nelle prossime ore.

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