Trump arrestato nel carcere di Atlanta e rilasciato venti minuti dopo, la storica foto segnaletica

L’accusa è quella di aver di aver tentato insieme ad altri 18 alleati di ribaltare il voto in Georgia nel 2020. Per Trump nessun trattamento di favore, alla stregua dei criminali comuni è stato schedato e gli è stata scattata una foto segnaletica: è la prima volta nella storia per un ex presidente Usa

di Mario Tosetti

Donald Trump è stato arrestato per aver tentato insieme ad altri 18 alleati di ribaltare il voto in Georgia nel 2020. Si è costituito nel carcere della Contea di Fulton, ad Atlanta,  questa notte. Il rilascio è stato immediato, venti minuti dopo l’arresto, su cauzione.

Donald Trump si è dovuto consegnare non in un tribunale ma in un carcere la cui fama è quella di un luogo dove ci sono continue violenze e morti sospette. Dopo la lettura dei 13 capi d’imputazione tra cui cospirazione e violazione della legge anti racket per la prima volta nella storia ad un ex presidente degli Stati Uniti è stata scattata una foto segnaletica. Sguardo truce, sopracciglia accigliate: la foto di Trump è destinata a divenire iconica. L’ex presidente è stato anche schedato con il numero di matricola P01135809 e i connotati fisici: “Maschio bianco, alto 1,92 cm per 97 chili, capelli biondi o fragola, occhi blu”. Per l’ex presidente Usa, dunque, nessun trattamento speciale, è stato trattato alla stregua dei criminali comuni e dei suoi correi.

Nel dettaglio,  per questo procedimento, Trump è accusato di aver tentato di ribaltare la sconfitta alle elezioni generali del 2020 in Georgia. L’indagine del procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, ha preso avvio a seguito della pubblicazione della registrazione di una telefonata del 2 gennaio 2021 tra Trump e il segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, in cui l’allora presidente suggeriva che Raffensperger avrebbe potuto “trovare 11.780 voti”, sufficienti per superare Joe Biden. Trump ha descritto la telefonata con Raffensperger come “perfetta” e ha definito l’accusa del procuratore distrettuale democratico come politicamente motivata. Ora il prossimo  5 settembre dovrà ripresentarsi per l’udienza in cui dovrà dichiararsi colpevole o meno.

Nel frattempo però Trump è risalito sul suo jet e sono poche le parole che ha rilasciato alla stampa. “Non ho fatto nulla di sbagliato. È un giorno molto triste per l’America. Quello che è accaduto è una parodia della giustizia, un’interferenza elettorale, non abbiamo mai visto nulla del genere in questo paese”, ha affermato il tycon.

Poche ore dopo per la prima volta dopo più di due anni, Trump è tornato su X postando la sua storica foto segnaletica. L’ex presidente degli Stati Uniti non postava un messaggio sull’ex Twitter dal gennaio 2021, pochi giorni dopo l’attacco al Congresso degli Stati Uniti compiuto dai suoi sostenitori. Trump ha pubblicato la foto segnaletica e le parole: “Interferenza elettorale. Mai arrendersi!”.

E’ ora atteso il 23 ottobre l’inizio del primo processo ad uno dei 18 imputati incriminati insieme a Trump. Il giudice della contea di Fulton  ha infatti accolto la richiesta di un dibattimento rapido avanzata da Kenneth Chesebro, uno degli avvocati accusati di aver orchestrato il piano per i falsi elettori. La procuratrice aveva proposto la stessa data per tutti gli imputati, ma il giudice ha deciso che al momento accelererà solo quello per Chesebro. In tal caso sarà un precedente per tutti gli altri.

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