Tunisia la Festa dei Martiri è occasione per rivendicare i diritti: slogan contro Saied

In occasione della festa dei Martiri i tunisini sono scesi in piazza per chiedere l’istituzione di un Parlamento e il rispetto di quanto stabilito dalla Costituzione frutto della Primavera araba del 2011

di Mario Tosetti

In Tunisia il 9 aprile si celebra la Festa dei Martiri, che ricorda quando la capitale era sotto il giogo della colonizzazione francese. In occasione dell’84esimo anniversario, nel 2023, si sono susseguite manifestazioni popolari per chiedere riforme e l’istituzione di un Parlamento. I tunisini chiedono a gran voce un nuovo passo per l’indipendenza ricordando coloro che hanno perso la vita a causa della repressione imposta dagli occupanti francesi.

Ora come allora, sebbene la libertà e l’indipendenza sia certamente maggiore rispetto a quanto accadeva 84 anni fa, il popolo tunisino è sceso in piazza per chiedere riforme e che quanto stabilito dalla Costituzione realizzata in occasione della Primavera araba del 2011 riceva concreta attuazione. Le conquiste sono state, infatti, messe a repentaglio  dalla svolta autoritaria del presidente Kais Saied.

Il presidente ha promesso di mantenere gli impegni e ha chiarito che non ha intenzione di reprimere le libertà conquistate. “Rimarremo fedeli ai martiri che hanno dato la vita per la libertà e la sovranità della Tunisia e per l’indipendenza delle sue decisioni” ha dichiarato il presidente Saied al memoriale dei caduti di Sejoumi aggiungendo, “I nostri mezzi sono molto grandi e possiamo compiere quelli che alcuni considerano miracoli”.

Nel frattempo a qualche centinaio di chilometri davanti al Teatro municipale di Tunisi , i simpatizzanti del Fronte di Salvezza nazionale, protestavano contro quello che viene definito “il colpo di Stato” di Saied.  Il Fronte di Salvezza nazionale comprende il partito islamico Ennhadha e alcuni rappresentanti delle famiglie dei martiri e dei feriti della Rivoluzione tunisina, che da lungo tempo attendono dallo Stato un risarcimento per aver un familiare inserito nella lista definitiva delle vittime. I manifestanti hanno urlato slogan contro Saied, del quale chiedono la destituzione, e condannato “gli arresti politici degli ultimi mesi e le gravi violazioni delle libertà pubbliche e individuali”. Chiare le richieste del Fronte di Salvezza Nazionale che chiede, inoltre, il rilascio dei “prigionieri politici”.

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