Turismo, gli stranieri amano l’Italia ma resta evidente il totale disinteresse della politica

L’Italia è tra le mete preferite degli stranieri ed i numeri in termini di ricchezza prodotta parlano chiaro, eppure la politica si disinteressa completamente al comparto e i media attaccano evidenziando le carenze

di Emilia Morelli

I turisti stranieri amano l’Italia. Il nostro Paese è, infatti, tra le mete preferite per le loro vacanze in Europa. In particolare attrae di più i cittadini d’oltreoceano, con il 75% degli americani, e addirittura l’88% dei brasiliani che la indicano come la destinazione prescelta tra quelle del vecchio continente. Tra gli europei, i più propensi al viaggiare in Italia sono i francesi (74%), seguiti da tedeschi (70%) e inglesi (65%).

Gli stranieri scelgono l’Italia perché la ritengono una meta “interessante, accogliente e sicura”. Le preferite sono le grandi città d’arte: Roma, Firenze, Venezia, Pisa ma anche Milano, Napoli, e mete turistiche come la Sicilia, la Costiera Amalfitana, il Lago di Como, il Lago di Garda.

Per dirlo in poche parole l’Italia è una meta che tutti aspirano a visitare, almeno una volta nella vita. L’Italia è ricca di storia, di cultura, la fama del buon cibo e il buon vino risuona nel mondo, e poi rispetto ad altri Paesi risulta essere anche conveniente. Tuttavia, in questi giorni siamo affollati da notizie che calcolano la performance del settore in flessione, di extra rincari.I media titolano con frasi tipo “Taxi introvabili a Roma” oppure “Crollo delle presenze in Sardegna” ed ecco che tutta la magia del bel Paese si affievolisce lentamente e proprio per mano degli italiani.

Un doveroso contributo dovrebbe darlo la politica, del resto il settore del Turismo in Italia -considerato nella sua interezza- rappresenta il 13% del Pil. Ma nulla, silenzio assoluto. Basti pensare che la Venere Influencer, la trovata del ministero del Turismo, una campagna costata 9 milioni, non pubblica su Instagram nessun post da fine giugno.

Probabilmente il tutto si riduce ad una semplice questione di utilità, considerato che il settore del turismo è rimesso per lo più all’iniziativa  di singoli privati come albergatori o ristoratori è poco sindacalizzato e quindi risulta, sostanzialmente, poco utile ai partiti in termini di voti.

Eppure i numeri parlano chiaro: a Roma il turismo genera oltre 8 miliardi, Milano poco meno di 4, Venezia 3,3, Firenze 2,7. Pertanto il pericoloso disinteresse della politica e gli attacchi mediatici non potranno che trasformare un comparto che genera ricchezza e dovrebbe essere valorizzato in un settore lasciato di fatto a se stesso.

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