Ucraiana: Putin promuove il comandante della brigata accusata del massacro di Bucha, Lavrov: “Colloqui in stallo”

di Emilia Morelli

Il comandante russo Azatbek Omurbekov che guidava la 64esima brigata di fucilieri motorizzati, ritenuta responsabile del massacro di Bucha, è stato promosso da tenente a colonnello. La promozione di Omurbekov, che si è conquistato il soprannome de “il macellaio di Bucha” giunge a stretto giro dalla premiazione da parte del presidente russo Vladimir Putin dell’intera 64esima brigata “per l’eroismo di massa, il coraggio e la forza d’animo”, colpevole però secondo Kiev di atroci crimini di guerra quali lo stupro, la tortura, l’esecuzione di massa di civili.

“Il 22 aprile, il Ministero della Difesa russo ha raccontato le azioni eroiche del comandante di una brigata di fucili motorizzati , il colonnello Azatbek Omurbekov, durante un’operazione speciale delle Forze Armate della Federazione Russa per denazificare l’Ucraina”, queste le parole con cui viene celebrato il neo colonnello  che secondo i rapporti, ad oggi, è impegnato con la sua brigata nell’offensiva nel Donbass.

Se il comandante Omurbekov è stato premiato, una sorte meno fortunata è stata riservata  all’Ammiraglio Igor Osipov comandante della flotta russa nel Mar Nero che è stato rimosso dall’incarico e arrestato dopo l’affondamento del Moskva e nell’ambito di indagini in cui si ricercano i responsabili per il disastro dell’incrociatore.  I russi stanno, infatti, conducendo sopralluoghi nel punto dell’affondamento della nave e, nel mirino delle indagini, vi è anche il vice ammiraglio Arkady Romanov (attuale vice comandante della flotta del Mar Nero) che per ora ha assunto la guida della flotta nell’area.

Intanto i colloqui “russo-ucraini sono in stallo”, ha fatto sapere ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, secondo il quale la parte ucraina sta dimostrando scarso interesse.  “Ora non parlerei delle sedi, ma di come l’Ucraina si rapporta a questi negoziati”, ha detto Lavrov, rispondendo alla  domanda se si sta prendendo in considerazione la possibilità di tenere i colloqui in Kazakistan. “Ed è molto strano per me  ascoltare ogni giorno dichiarazioni di rappresentanti ucraini di vario genere, incluso il presidente ed i suoi consiglieri, che suggeriscono  di non aver affatto bisogno di questi negoziati, di essersi rassegnati al loro destino”, ha detto Lavrov  sostenendo che i colloqui si sono di fatto bloccati dopo che Kiev ha deciso di non rispondere alle proposte russe. Il ministro degli Esteri ha, comunque, evidenziato che “la Russia non accetterà alcun ultimatum dall’Ucraina” facendo riferimento alle parole del presidente Volodymyr Zelensky, “che ha legato i colloqui alla situazione dei combattenti nell’acciaieria Azovstal” e “non capisce cosa c’è in ballo”.

Per quanto riguarda la difficile situazione in cui versa l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha accusato Kiev di impedire alle truppe ucraine a Mariupol di arrendersi. “Tutti i militari delle forze armate, i miliziani dei battaglioni nazionali e i mercenari stranieri che abbassano le armi avranno garantita la vita, un trattamento decente in base al diritto internazionale e cure mediche”, ha detto Putin nel corso di un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio europeo Charle Michels. Tuttavia, ha sottolineato Putin, “il regime di Kiev non permette che questa opportunità venga usata”. Dunque i bombardamenti sull’acciaieria continuano incessanti.  Secondo le ultime notizie nella zona industriale si trovano tra 300 e 1.000 civili, tra cui donne e bambini. Parlando delle fosse comuni a Mariupol, il consigliere comunale Andryushchenko ha detto che “altri corpi vengono gettati dentro” e si stima che ci possano essere almeno 9.000 salme, ma il numero non è conoscibile con precisione.  Per tentare di arginare il massacro il sindaco della città ucraina di Mariupol, Vadym Boychenko, ha esplicitamente chiesto “un giorno intero di cessate il fuoco” per evacuare i civili che si rifugiano nell’acciaieria Azovstal. “L’altro ieri, abbiamo pianificato una via di evacuazione. Tuttavia, le forze russe hanno continuato a bombardare l’impianto e non siamo stati in grado di far uscire le persone da lì”, ha detto Boychenko.  “Abbiamo già visto la tragedia di Bucha, Irpin, Gostomel e Borodyanka, ma la tragedia di Mariupol è molto più drammatica e orribile”, prosegue, denunciando il “genocidio commesso dai russi contro il popolo ucraino” dall’inizio “dell’invasione”. La città  “non esiste più, il 95% degli edifici è distrutto o danneggiato”, ha denunciato Inna Sovsun, deputata del Parlamento ucraino per il partito d’opposizione Holos (Voce).

Nel Donbass i russi hanno aperto il fuoco su un autobus che stava evacuando i civili da Popasna, una città che si trova nell’Oblast in Lugansk. Nel Donetsk, invece, è stato colpito l’ospedale regionale traumatologico da cui è scaturito un incendio negli edifici residenziali vicini. Sembra, inoltre, che i russi stiano seminando nuovi strumenti di morte, dissimulati da oggetti in grado di catturare l’attenzione delle più innocenti tra le vittime come bambole imbottite di esplosivo, palloni bucati per metterci dentro un candelotto con tanto di miccia, ordigni artigianali al posto della batteria dei telefoni giocattolo.

Sul fronte delle sanzioni il  Regno Unito ha varato un  un nuovo pacchetto di provvedimenti  consistenti nel congelamento dei beni e divieto di transito per “i leader dell’esercito russo responsabili di aver commesso atrocità in prima linea”. Ed è proprio a proposito delle sanzioni che è intervenuto il commissario europeo per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, affermando: “Dobbiamo cercare efficacia e unità sulle sanzioni, perché se le sanzioni se non servono o non sono efficaci non va bene, se ci dividessimo sarebbe un errore. Fin qui credo che la risposta europea sia stata di straordinaria unità e di straordinaria efficacia”.  Paolo Gentiloni ha sottolineato come dagli incontri avuti a Washington per i lavori del Fondo Monetario Internazionale è emersa una “preoccupazione mondiale per l’impatto dell’invasione russa sull’economia” e che pertanto si pone come ineluttabile una globalizzazione più sicura.  Questo vuol dire “non far finta di niente perché la guerra ci mette davanti a grandissime difficoltà nei rapporti economici e commerciali globali, ma al tempo stesso non cadere nella tentazione del protezionismo, del chiudersi ciascuno nei proprio paesi. Quindi serve una globalizzazione più sicura vuole dire con una logistica un pochino più corta, con rapporti privilegiati fra paesi che hanno le stesse impostazioni ma senza chiudere i rubinetti e senza dividere in due il mondo fra gli amici e i nemici. Questo sarebbe un danno per l’economia di tutti”.

Nel frattempo da Palazzo Chigi fanno sapere che il premier Mario Draghi ha in programma una visita a Kiev per un incontro faccia a faccia con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al momento il Premier è ancora in isolamento e non ci sarebbe nulla di pianificato ma si starebbe ipotizzando di organizzare la visita a stretto giro, prima del viaggio negli Usa in programma attorno alla metà di maggio.

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