Ucraina: 2.000 civili uccisi, negoziati rimandati, Onu approva risoluzione di condanna per la Russia

di Emilia Morelli

I bombardamenti dei russi sono sempre più brutali, stanno cercando di avanzare in tutte le direzioni colpendo indistintamente case, ospedali, asili, strutture di trasporto. Il numero dei civili morti è sempre in aumento,  le cifre del governo ucraino parlano di 2000 civili uccisi e 1.684 feriti. In costante aumento anche il numero delle persone che fuggono per cercare riparo in Europa. L’Ucraina però sta dimostrando, di fronte a tanta furia, una straordinaria resistenza.  Con l’eccezione di un’avanzata russa a nord della Crimea, le difese ucraine stanno tenendo in tutte le principali aree urbane sotto attacco. “I russi pensavano di poter sfondare ed essere a Kiev in un paio di giorni. Non hanno capito che abbiamo imparato come fare la guerra negli ultimi otto anni”, riferiscono fonti militari ucraine.

Kherson è stata rivendicata dalla Russia ma l’Ucraina ha negato facendo sapere che la resistenza continua. La città di Maripoul è vittima di un assalto feroce,  la popolazione composta da circa 500 mila persone è in trappola e non ha più acqua.  “Le forze di occupazione della Federazione russa hanno fatto di tutto per bloccare l’uscita dei civili dalla città” ha affermato il primo cittadino Boichenko, precisando che “non possiamo nemmeno prendere i feriti dalle strade, dalle case e dagli appartamenti poiché i bombardamenti non si fermano”. Un appello disperato, quello del sindaco , che si aggiunge alle drammatiche parole del suo vice: “Non possiamo contare il numero delle vittime, ma crediamo che centinaia di persone siano morte. Non possiamo entrare per recuperare i corpi”. La conquista di Mariupol è fondamentale per i russi in quanto consentirebbe di creare un ponte di terra tra la Crimea e il Donbass. A Kharkiv sono stati presi di mira il palazzo del consiglio municipale, il palazzo del Lavoro e altri edifici, quattro persone avrebbero perso la vita, nove quelle rimaste ferite. Un attacco missilistico avrebbe avuto luogo vicino alla torre della televisione. Al contempo prosegue lentamente l’avanzata verso il centro di Kiev.

“Visto l’insuccesso della loro avanzata, i russi continuano a bombardare e sferrare attacchi missilistici su infrastrutture cruciali, al fine d’intimidire la popolazione civile, che è coraggiosamente fianco a fianco delle Forze armate ucraine. Il morale del nemico e la sua volontà di vincere stanno rapidamente declinando a causa della solida difesa delle nostre truppe” ha scritto in un messaggio su Facebook il ministro della Difesa ucraino Andrey Taran che sottolinea,  “gli occupanti hanno subìto perdite in tutte le direzioni”.

I colloqui per i negoziati tra Russia e Ucraina sono stati rimandati al 3 marzo, sembrerebbe per problemi logistici della delegazione ucraina.  Vladimir Medinsky, a capo dei negoziatori da Mosca ha dichiarato: “Durante i colloqui sarà discusso un cessate il fuoco. Aspettiamo la delegazione ucraina per domani, stanno arrivando”. Sebbene, quindi, vi sia la prospettiva di un cessate il fuoco e sarebbe certamente l’ipotesi auspicabile i dati di fatto sembrano smentire l’intenzione. Da un lato Sergey Lavrov ha suggerito che Kiev stia prendendo tempo su indicazione degli Stati Uniti, e ha evocato il rischio di una terza guerra mondiale “nucleare e devastante”. Dall’altro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di non attendersi grandi progressi: “Hanno l’ordine di cancellare la nostra storia, cancellare il nostro paese, cancellare tutti noi”, ha commentato aggiungendo, “Siamo in attesa di segnali positivi sull’adesione dell’Ucraina all’Unione europea”.

A suscitare, inoltre, qualche sospetto la presenza a Minsk dell’ ex presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovich, deposto a seguito delle proteste di piazza Maidan nel 2014. Secondo la testata online Ukrainska Pravda, che cita una fonte dell’intelligence di Kiev, il Cremlino si starebbe preparando per un’operazione speciale per reinsediarlo. Intanto, non si possono escludere “rischi di scontro diretto” tra Russia e Nato. A dirlo il viceministro degli Esteri russo, Aleksandr Grushko, secondo il quale esiste il rischio che “incidenti” con l’Alleanza atlantica possano “degenerare in una direzione del tutto inutile”.

Grushko si riferisce probabilmente alla circostanza secondo cui la a Nato starebbe “valutando” l’ipotesi di dar vita a una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina su richiesta di Kiev, come dichiarato dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Questa opzione, esclusa fino a ieri esplicitamente da leader occidentali come Joe Biden o Boris Johnson, contemplerebbe automaticamente la possibilità di dover prendere di mira aerei militari russi e quindi, sulla carta, d’innescare uno scontro diretto con Mosca. L’ipotesi, comunque, non è confermata dall’Alleanza, anzi Stoltenberg, nel corso della conferenza stampa tenuta insieme al presidente polacco Andrzej Duda, ha espressamente affermato: “Il Patto Atlantico è al fianco dell’Ucraina, ma non vuole essere parte del conflitto in corso. Non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell’Ucraina”.

Intanto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che condanna l’invasione russa dell’Ucraina, con 141 Paesi che hanno votato a favore, cinque contrari e 35 astenuti. Per essere adottata, la mozione doveva essere approvata dai due terzi dei Paesi membri e l’ esito della votazione è stato superiore a quella di una analoga mozione di condanna della Russia per l’annessione della Crimea nel 2014, che aveva ricevuto 100 sì, 11 no e 58 astensioni. Il documento non ha valore legalmente vincolante ma è politicamente molto significativo. “Le bombe non silenziano la comunità internazionale. Questo storico voto dell’Onu dà un forte messaggio contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il mondo ha massicciamente rigettato questa ingiustificata aggressione. Gli attacchi sono una lampante violazione del diritto internazionale”. Lo scrive in un tweet, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Inoltre l’Italia, fa sapere il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “Ha sottoscritto insieme ad altri Paesi, la procedura di attivazione della Corte penale internazionale, per identificare la sussistenza di eventuali crimini di guerra in Ucraina”.

La Russia, comunque, almeno in apparenza non vuole mostrare segni di debolezza. In tema di sanzioni irrogate dall’Occidente, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ha riconosciuto che “l’economia russa sta subendo seri colpi” ma al contempo “c’è un certo margine di sicurezza, c’è del potenziale, ci sono dei piani, i lavori sono in corso”. Dunque, secondo Peskov, “L’economia rimarrà in piedi”. In ogni caso, ha evidenziato il portavoce del Cremlino, il governo russo potrebbe giungere a considerare tutti i paesi che introducono sanzioni contro il paese “de facto ostili”.

Si tenga presente che al momento circa l’80% del sistema bancario russo è ora soggetto a qualche genere di sanzione imposta dall’Occidente, mentre l’esclusione delle 7 banche russe dallo Swift (Vtb Bank, Bank Rossiya, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e Veb.rf)  va a colpire il 25% dell’intero sistema. E’ quanto si apprende da fonti europee. Dal 25% è esclusa la Veb.rf, in quanto si tratta di una banca di sviluppo. La lista delle banche estromesse dallo Swift, precisano ancora le fonti, potrà essere aggiornata. Nel nuovo pacchetto di sanzioni, inoltre, sarà introdotto il divieto di esportare euro in Russia.

 

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