Ucraina: a Mariupol 1.582 civili uccisi, Mosca chiama 16 mila volontari, Ue: “pronto nuovo pacchetto di sanzioni”

di Carlo Longo

Sono 1.582 i civili uccisi nella sola città di Mariupol da quando i russi hanno cominciato ad attaccarla. Al momento la città è completamente bloccata e circondata dalle forze russe. Il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che  “tutti i ponti sono stati distrutti e le strade minate dai nazionalisti” ucraini.  Le forze russe hanno, inoltre, catturato il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, nel centro della città mentre stava distribuendo aiuti umanitari alla popolazione. Il consigliere del ministro degli Interni, Anton Gerashchenko, ha dichiarato: “Durante il rapimento gli hanno messo un sacchetto di plastica sulla testa. I nemici lo hanno trattenuto nel centro di crisi della città,  dove si stava occupando di sostenere i cittadini. C’era una bandiera ucraina nell’ufficio di Ivan Fedorov”. Non va meglio nelle altre città, Dnipro è sotto attacco missilistico e sono stati colpiti un asilo nido, un condominio e una fabbrica di scarpe. Esplosioni anche a Lutsk. Per quanto riguarda Kiev l’intelligence britannica sostiene che le truppe russe si stiano riposizionando in vista di una nuova offensiva e si reputa probabile un attacco a Kiev nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda il pericolo di bombardamento sulle centrali nucleari il governo ucraino ha lanciato un allarme secondo cui Putin avrebbe ordinato un attacco terroristico nel sito della centrale nucleare di Cernobyl. Lo scrive il New York Times citando i ministeri della Difesa e dell’Intelligence ucraini, e spiegando di non avere conferme sul campo. Il quotidiano cita un comunicato dei ministeri, secondo cui si tratterebbe di un’operazione ‘false flag’: le forze di occupazione russe – dice la nota – “cercheranno di causare una catastrofe alla centrale nucleare di Chernobyl controllata dalla Russia, per poi accusare l’Ucraina del disastro”.

Al contempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha “fortemente raccomandato” al Ministero della Salute in Ucraina di distruggere in sicurezza “agenti patogeni ad alta minaccia” che potrebbero essere ospitati nei laboratori di salute pubblica del paese al fine di prevenire “eventuali fuoriuscite. L’Oms ha anche incoraggiato “lo smaltimento sicuro e protetto di qualsiasi agente patogeno” e si è messa a disposizione per assistere, se necessario e ove possibile.

Putin durante un incontro con il leader bielorusso Lukashenko ha evidenziato che “ci sono alcuni progressi nei colloqui russo-ucraini che si svolgono praticamente ogni giorno”. “Senza dubbio – ha aggiunto Putin rivolgendosi a Lukashenko – ti informerò sulla situazione in Ucraina, in primo luogo sull’andamento attuale dei negoziati che vengono condotti praticamente su base giornaliera. Come mi hanno riferito i nostri negoziatori, c’è stato qualche sviluppo positivo”. Il portavoce del Cremlino Peskov è intervenuto per sottolineare la possibilità di un incontro tra Putin e Zelenky. “Nessuno esclude la possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky. Sì, anzi, è concettualmente possibile”. ha detto Peskov aggiungendo però che “in primo luogo, sia le delegazioni che i ministri devono fare la loro parte affinché i presidenti non si incontrino per il bene della conversazione, ma per il risultato. Le posizioni della parte russa sono note, sono chiaramente formulate e portate all’attenzione dei negoziatori ucraini. Stiamo aspettando formulazioni reciproche”. Al contempo, mentre si guarda ai risultati negoziali il portavoce del Cremlino ha avvertito che ci sono “cittadini dai Paesi del Medio  Oriente e siriani” per un totale di  16mila “volontari” che, secondo Mosca,  sarebbero disposti a combattere con le forze “sostenute” dai russi in  Ucraina. In presidente russo si è sul punto espressamente detto favorevole a far combattere i volontari nel conflitto.

Il presidente ucraino Vlodymyr Zelensky rivolgendosi alla nazione ha, invece, sottolineato i risultati raggiunti con forza e determinazione dall’Ucraina. “Abbiamo già raggiunto una svolta strategica. Siamo già sulla strada per la vittoria. Abbiamo bisogno di tempo, pazienza, saggezza, energia, dobbiamo fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile”, ha detto Zelensky continuando ,”noi lottiamo per la nostra libertà già da 16 giorni. Si aspettavano che gli ucraini si arrendessero e invece gli ucraini persone fiere, non hanno permesso agli occupanti russi di prendersi il paese. E’ una guerra patriottica. Una guerra con un nemico molto ostinato che ignora le migliaia dei suoi soldati uccisi, che raduna riservisti e soldati di leva in tutta la Russia per gettarli nell’inferno della guerra, che ha inventato per importare mercenari contro il nostro popolo. Catastrofe umanitaria sono due parole che sono diventate sinonimo a tutti gli effetti di altre due parole: Federazione Russa”. Zelensky ha poi commentato il Vertice informale dell’Ue che si è svolto a Versailles. “Sappiamo cosa hanno detto, chi è intervenuto, chi ci ha sostenuto, chi è stato in silenzio e chi ha cercato di rendere la formulazione insufficiente per l’Ucraina: abbiamo bisogno di più forza. Non è quello che ci aspettiamo Le decisioni dei politici devono coincidere con l’umore dei loro popoli tra i quali c’è molto sostegno: almeno il 60% degli europei è a favore. L’Ue deve fare di più per noi. Ce lo aspettiamo”, ha dichiarato Zelensky.

Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha esposto quanto accaduto nel corso del vertice dicendosi in primo luogo colpito per lo spirito di solidarietà e la compattezza che hanno caratterizzato l’incontro.  Sull’adesione di Kiev all’Ue Draghi ha riferito “c’è una grande disponibilità da parte di tanti, una grande determinazione da parte di altri e una notevole cautela da parte di altri ancora”. Tuttavia, ha aggiunto il premier “le regole per entrare sono molto precise e prevedono un lungo periodo di riforme strutturali. Io sono il primo a pensare che un messaggio di incoraggiamento sarebbe d’aiuto ma occorre rispettare anche cosa dicono gli altri”. Il presidente del Consiglio ha parlato poi del nuovo pacchetto di sanzioni che sarà varato nei confronti della Russia: “sono molto pesanti e sono state adottate da tutti senza esitazioni. Possono essere anche più pesanti, l’importante è essere consapevoli che hanno un impatto su famiglie e imprese e, soprattutto, per il mantenimento della loro produzione”. Draghi ha poi sottolineato: “Non vedo il rischio di un allargamento della guerra, lo hanno detto anche i nostri Alleati. Più pesanti sono le sanzioni e minore è il rischio di un allargamento del conflitto”. In relazione alle ricadute economiche del conflitto in Ucraina Draghi ha detto che “se l’economia dovesse indebolirsi occorrerà una risposta politica di bilancio che non può essere dei bilanci nazionali ma deve essere una risposta europea. Dobbiamo prepararci ma non è assolutamente un’economia di guerra. Ho visto degli allarmi esagerati. Prepararsi non vuol dire che ciò debba avvenire sennò saremmo già in una fase di razionamento. Dobbiamo ri-orientare le nostre fonti di approvvigionamento e ciò significa costruire delle nuove relazioni commerciali”. Per quanto riguarda, poi, la progressiva indipendenza dell’Europa dalle forniture di gas e la transizione energetica europea il premier ha spiegato che “nel lungo periodo la sostituzione di fonti fossili con rinnovabili è l’unica strada ma occorre fare molto di più, ora, per aumentare gli investimenti in questa area. La Commissione ha promesso che aiuterà gli Stati membri in ogni possibile modo. La tassazione degli extraprofitti delle società elettriche, dovuti al balzo dei prezzi energetici, è “certamente una fonte cui guardare attenzione”: secondo le stime della Commissione europea, una simile misura darebbe un gettito che in Europa potrebbe arrivare a 200 miliardi di euro”.

Al termine del vertice di Versailles anche il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato “La nostra strada è chiara, la nostra volontà di sostenere l’Ucraina è chiara. Lo abbiamo dimostrato e siamo pronti a intraprendere ulteriori sanzioni, non ci sono tabù”, ha proseguito, lasciando la porta aperta a un embargo sul gas e petrolio russi, senza però annunciare misure concrete. Se la situazione peggiora “adotteremo le misure necessarie per fermare la Russia nel suo percorso di aggressione contro l’Ucraina”, ha concluso Macron.

A spiegare le misure è intervenuta invece la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “La guerra di Putin esercita una brutale pressione militare ed economica sul coraggioso popolo ucraino. L’Europa è fermamente al fianco” di Kiev. “Oggi esborsiamo 300 milioni nell’emergenza per l’assistenza macro-finanziaria all’Ucraina. E’ il primo pagamento previsto nel pacchetto da 1,2 miliardi. Quindi ancora più risorse sono in arrivo”, affermando poi che un nuovo pacchetto di sanzioni sarà irrogato il 12 marzo.

Intanto anche gli Stati Uniti aumentano la pressione su Mosca. Oltre al bando sulle importazioni di alcuni prodotti dalla Russia, gli Stati Uniti hanno deciso il divieto di esportazioni di beni di lusso verso Mosca e la Bielorussia secondo quanto si apprende da un comunicato del dipartimento del Commercio. La misura era stata anticipata da Joe Biden, il quale parlando degli oligarchi russi il presidente ha detto: “Mentre continuiamo a cercare i loro superyacht e le loro case per le vacanze, renderemo più difficile l’acquisto di prodotti di fascia alta fabbricati nel nostro paese, vietando l’esportazione di beni di lusso in Russia”.

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