Ucraina, approvata la risoluzione per l’invio di armi e nuove sanzioni. Draghi: “L’unità è fondamentale”

E’ stata approvata, inoltre, con 47 voti favorevoli 22 contrari e 388 astenuti la risoluzione promossa da Fdi inerente le comunicazioni del presidente del Consiglio, sempre in prossimità del Consiglio europeo, sulla quale il governo si era rimesso alla volontà dell’Aula.

Mario Draghi, dopo il risultato ottenuto, ha ringraziato il parlamento “per il sostegno fondamentale” considerata anche e soprattutto la delicatezza dei temi in discussione avendo ottenuto, così, l’appoggio dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nel contrasto all’invasione russa anche con l’invio di armi e nuove sanzioni.

“L’unità è fondamentale in questi momenti, quando il Paese è sia pure indirettamente coinvolto in una guerra, le decisioni che si devono prendere sono molto complesse anche a livello personale, sono decisioni profonde, che hanno risvolti anche morali profondi e complicati. Per cui avere il vostro sostegno nel prendere queste decisioni è fondamentale per me”, ha sottolineato il premier.

Il presidente del Consiglio ha detto chiaramente che al momento  “c’è una fondamentale differenza tra due punti di vista in base al primo punto di vista, che è quello mio sostanzialmente, l’Ucraina si deve difendere. Le sanzioni, l’invio di armi servono a questo. L’altro punto di vista è diverso. L’Ucraina non si deve difendere, non dobbiamo fare le sanzioni e non dobbiamo mandare le armi. La Russia è troppo forte, perché combatterla? Lasciamola entrare, lasciamo che l’Ucraina si sottometta, dopotutto cosa vogliono questi’”, continua. E riguardo alla “tragedia umanitaria derivante dalla crisi alimentare che sta per abbattersi su coloro che sono i più poveri” la “colpa è delle sanzioni o dell’Europa? No, la colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all’Ucraina”, aggiunge.

Nelle comunicazioni alla Camera Draghi ha, inoltre, ricordato che lo scopo del prossimo Consiglio europeo è proprio assicurare il sostegno europeo a Kiev oltre che cercare soluzioni per arginare le ricadute umanitarie, alimentari, energetiche e securitarie del conflitto; disporre aiuti per le famiglie e le imprese colpiti dalla crisi; prospettive di allargamento dell’Ue e il seguito della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Il presidente del Consiglio ha, poi, fatto un rapido bilancio delle atrocità commesse dalla Russia in Ucraina. “Ci avviciniamo al quarto mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio. Mosca continua ad aggredire militarmente città ucraine nel tentativo di espandere il controllo sul territorio e rafforzare la propria posizione. I combattimenti a Severodoneck, nella regione di Luhansk, sono particolarmente feroci. Il bombardamento russo di Kharkiv, la seconda città più popolosa dell’Ucraina, aggrava il già terribile bilancio di morti e feriti. Al 20 giugno sono 4.569 civili morti, 5.691 quelli feriti secondo le nazioni unite. Ma il numero è certamente molto più alto”, ha detto Mario Draghi che ha poi aggiunto,   “Continuano a emergere nuove atrocità commesse ai danni dei civili da parte dell’esercito russo. Le responsabilità saranno accertate e i crimini di guerra saranno puniti. Anche il numero delle persone in fuga dal conflitto continua ad aumentare. Soltanto in Italia sono oltre 135 mila i cittadini ucraini arrivati dall’inizio dell’invasione”.

Draghi ha quindi ribadito la strategia dell’Italia, concordata in Ue e nel G7, “sosteniamo l’Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi le ostilità e accetti di sedersi davvero al tavolo dei negoziati. Il Governo italiano, insieme ai partner dell’Ue e del G7, intende continuare a sostenere l’Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare”.

Il premier ha ripetuto che l’Italia sostiene l’ingresso di Kiev nella Ue e ha aggiunto che le sanzioni nei confronti della Russia “funzionano”, ma “i nostri canali di dialogo rimangono aperti. Non smetteremo di sostenere la diplomazia e cercare la pace, una pace nei termini che sceglierà l’Ucraina”.

A fronte degli interventi di quanti, tra i deputati, hanno insistito sulla necessità di risolvere il conflitto in via diplomatica Draghi ha riaffermato con decisione: : “L’Italia e io cerchiamo questa pace, l’abbiamo cercata sin dall’inizio. Ma per mettersi seduti e cominciare a delineare un piano di pace” bisogna essere in due. E invece c’è una parte che oggi sta continuando a cercare una guerra, cerca posizioni di vantaggio e dice che solo quando saranno state stabilizzate in Ucraina si potrà parlare di pace. L’altra parte, l’Ucraina, dice ‘prima ve ne dovete andare poi cominciamo a parlare’, sono due posizioni inconciliabili”.

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