Ucraina: Battaglione Azov: “La resa per noi è inaccettabile”, Draghi al G7: “Sostegno all’Ucraina, ma occorre un nuovo slancio ai negoziati”

di Corinna Pindaro

“Arrendersi non è un’opzione, la resa per noi è inaccettabile. Non possiamo dare un così grande regalo al nemico. Essere catturati, per me, significa essere morti. Stiamo combattendo contro un aggressore, il nemico che porta terrore in Ucraina, contro la sua barbarie”, queste le esplicative parole con cui il responsabile dell’intelligence del reggimento Azov, Ilya Samoilenko, spiega il perchè gli ultimi militari asserragliati nei sotterranei delle acciaierie Azovstal non hanno intenzione di arrendersi. “Abbiamo ancora l’acqua, abbiamo ancora munizioni e combatteremo fino a che non riusciremo a cambiare questa situazione”, ha detto  Samoilenko specificando che se gli ucraini dovessero arrendersi avrebbero chance molto basse di sopravvivere considerata la propaganda del Cremlino che li ha sempre dipinti come neonazisti da sconfiggere.

“Il 95% dei soldati evacuati all’ospedale da campo Azovstal è sopravvissuto grazie all’abilità dei medici, ma ora stanno ancora morendo per mancanza di farmaci e condizioni  adeguate”. Sono sopravvissuti, ha detto Samoilenko, chiedendosi “ma per quanto tempo ancora potrà durare?”. Il leader dell’intelligence ha quindi richiesto alla comunità internazionale di aiutare a evacuare i soldati feriti perché “non abbiamo molto tempo, affrontiamo intensi bombardamenti: in una sola notte abbiamo contato più di 25 sortite e 3 bombardamenti”.

In proposito l’Ucraina ha fatto sapere che sono in corso i preparativi per porre in essere la seconda fase dell’evacuazione dall’acciaieria Azovstal, quella che comprende il salvataggio dei militari dall’impianto. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sul punto ha fatto sapere: “Stiamo attualmente preparando la seconda fase della missione di evacuazione: i feriti e i medici. Certo, se tutti rispettano gli accordi. Certo, se non ci sono bugie. Certo, stiamo lavorando per evacuare i nostri militari, eroi che stanno difendendo Mariupol. È estremamente difficile. Sono sicuro che tutti capiscono il motivo principale di questa difficoltà. Ma non perdiamo la speranza. Non ci fermiamo. Ogni giorno cerchiamo un’opzione diplomatica che può funzionare.”

Zelensky ha, inoltre, deciso di apparire di fronte all’pubblica internazionale in un lungo video, in bianco e nero, con una regia studiata minuziosamente in ogni dettaglio, proprio davanti ai palazzi devastati dalla guerra, vestito di nero e con indosso una maglietta con la scritta “I’m Ukrainain” . “Ogni anno l’8 maggio, insieme a tutto il mondo civile, onoriamo coloro che hanno difeso il pianeta dal nazismo nella seconda guerra mondiale. Ma non ce l’abbiamo fatta nemmeno un secolo. Il nostro “mai più” è durato solo 77 anni. Il male è rinato”, ha detto Zelensky nel video in cui rimarca le tremende similitudini che accomunano la guerra in Ucraina con la seconda guerra mondiale.

Intanto dall’Ue sembra che i 27 non siano ancora riusciti a trovare la quadra sul sesto pacchetto di sanzioni. In particolare l’accordo tra i Paesi membri manca in relazione alla misura che prevede un embargo del petrolio russo. “Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina e dobbiamo andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, ma allo stesso tempo dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace”, ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo al vertice straordinario in videoconferenza con i leader del G7. Dalle conclusioni del summit emerge, comunque, una forte preoccupazione per il rincaro delle materie prime. Il G7 è chiamato “ad impegnarsi per aiutare quei paesi poveri che rischiano una crisi alimentare”.

Al G7 straordinario hanno partecipato, oltre al premier Mario Draghi, il presidente americano Biden, il francese Macron, il cancelliere tedesco Scholz, il premier britannico Johnson, quello canadese Trudeau, il giapponese Kishida, il presidente del Consiglio europeo, Michel e la presidente della Commissione europea von der Leyen, con la partecipazione del presidente ucraino Zelensky. Nel comunicato, divulgato al termine dell’incontro, i leader sono stati tutti concordi nel ribadire  “l’unità dei Paesi G7 nel condannare l’aggressione ingiustificata, da parte della Federazione Russa, nei confronti dell’Ucraina”, che ha riportato  “l’Europa agli orrori del secondo conflitto”.

I leader del G7 hanno poi rinnovato il loro impegno a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e l’impegno  a “diversificare le fonti energetiche”. Si legge, ancora, nella nota  congiunta del G7, che “La guerra del presidente Putin sta provocando disagi all’economia globale, con un impatto sulla sicurezza delle forniture energetiche globali, dei fertilizzanti e delle scorte di cibo, e sul funzionamento della catena delle forniture globali in generale. I Paesi più vulnerabili sono colpiti nel modo più grave. Restiamo uniti nella nostra decisione che il presidente Putin – continuano i grandi dopo la videocall – non deve vincere questa guerra contro l’Ucraina: lo dobbiamo alla memoria di quelli che hanno combattuto per la libertà nella Seconda guerra mondiale”. I leader del G7 si sono impegnati ad “aumentare i costi per Putin con nuove sanzioni o inasprendo quelle già esistenti”. Anche perché – scrivono – “le azioni di Putin in Ucraina rappresentano un’onta per la Russia e per il suo popolo”.

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