Ucraina: bombardato l’ospedale pediatrico di Mariupol, Chernobyl resta senza corrente, previsto incontro tra ministri degli Esteri russo e ucraino

di Mario Tosetti

Trascorse due settimane da quando è iniziata la guerra in Ucraina la situazione si fa sempre più tesa e drammatica.  La furia russa si è scagliata contro le più indifese tra le vittime, i piccoli pazienti  dell’ospedale pediatrico a Mariupol. “Il reparto maternità nel centro della città, il reparto pediatrico e il reparto di terapia dell’ospedale sono stati tutti distrutti in un raid aereo russo su Mariupol”, ha detto in un video su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko. Mariupol è “sotto continui bombardamenti”, denuncia il vice sindaco della città Ucraina, Sergiy Orlov.  Il politico locale ha parlato di 1.170 persone uccise e 47 sepolte in una fossa comune solo nella giornata di oggi. La città sarebbe senza acqua, luce e gas con i residenti costretti a bere neve scongelata e scaldarsi bruciando la legna. “E’ medievale” la denuncia di Orlov secondo cui Putin “vuole l’Ucraina senza gli ucraini. E’ un puro genocidio”. Le truppe russe hanno bombardato “di proposito” l’ospedale pediatrico di Mariupol, sottolineano le autorità locali. “La distruzione è colossale – spiega il consiglio comunale di  Mariupol – stiamo verificando le informazioni relative a eventuali vittime fra i bambini”. La tragica portata dell’episodio ha spinto il presidente Zelensky a chiedere nuovamente una no-fly zone: “Persone sotto le macerie. Bambini sotto le macerie. Questa è atrocità! Per quanto ancora il mondo sarà complice nell’ignorare il terrore? Chiudete subito il cielo, fermate subito gli omicidi! Avete il potere. Qui si sta perdendo l’umanità”.

La situazione nel resto dell’Ucraina non sembra migliore, continuano gli attacchi aerei a Kharkiv e a Vinnytsia.  Nella regione di Kharkiv, l’aggressore russo continua a bombardare infrastrutture critiche e abitazioni di civili”, scrive sul canale Telegram la Polizia nazionale ucraina, secondo la quale “sono stati registrati diversi colpi di artiglieria sulle centrali elettriche regionali. A causa dei bombardamenti, 350 persone sono state sfollate da due palazzi. Critica la situazione a Izyum, non distante Kharkiv laddove ”gli occupanti russi hanno posto l’assedio alla città e la stanno distruggendo”. Kiev è stretta in una morsa: le truppe di Mosca sarebbero ancora a circa 60 km di distanza, molto più distanti dei 25 km della colonna militare in stallo a nord. Il sindaco della Capitale ha lanciato l’allarme, per lui la città può resistere ancora per una massimo due settimane. Sembra intanto che Mosca valuti di attaccare il porto di Odessa da terra, dopo la presa della città di Kherson. A Sumy, nel nord est dell’Ucraina, durante un attacco hanno perso la vita 22 persone, di cui 3 erano bambini. Almeno 10 persone sono morte inseguito a bombardamenti sulla città ucraina di Severodonestk, nella parte orientale del Paese, nella provincia di Lugansk Oblast nel Donbass.

Dallo scorso 24 febbraio e senza calcolare le vittime odierne, secondo quanto rilevato dall’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono 516 i civili che hanno perso la vita e 908 quelli rimasti feriti. L’Onu aggiunge che le perdite reali sono ”decisamente  più numerose” e che  a causare il maggior numero delle vittime sono bombardamenti e raid aerei.

Al contempo Mosca ha promesso una nuova tregua per permettere di evacuare i civili. Il governatore della città nord-orientale ucraina di Sumy ha confermato che il corridoio umanitario aperto nella giornata appena trascorsa proseguirà. Si stima che circa 5.000 persone abbiano lasciato Sumy in due fasi di evacuazione. Tra loro anche 700 studenti indiani. In totale sono previsti sei corridoi umanitari dalle 9 alle 21.

Sotto stretto monitoraggio la centrale di Chernobyl dopo l’allarme lanciato dal ministro degli Esteri ucraino Kuleba  per cui la centrale ha sarebbe senza elettricità, cosa che metterebbe a rischio il contenimento radioattivo, che dall’incidente del 1986 viene mantenuto costante. Il dato è confermato questa mattina dall’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, la quale però ha ammesso  ha ammesso di non avere notizie certe, ma su Twitter ha spiegato di “non vedere un impatto sulla sicurezza”.  Kuleba ha chiesto alla Russia un cessate il fuoco per effettuare la riparazione. Energoatom, l’agenzia responsabile del nucleare in Ucraina, nel frattempo ha iniziato a rilasciare notizie sempre più allarmanti: “Circa 20mila elementi di combustibile esaurito sono immagazzinati nell’impianto di stoccaggio. Hanno bisogno di un raffreddamento costante, possibile solo se c’è elettricità. Di conseguenza, la temperatura nelle vasche di raccolta aumenterà, subendo delle impennate e rilasciando sostanze radioattive nell’ambiente”. Per adesso è entrato in funzione il generatore sostitutivo che avrà un’autonomia di 48 ore. Secondo Mosca la Bielorussia è pronta a intervenire per la riparazione della rete elettrica che fornisce corrente alla centrale di Chernobyl, ma le forze ucraine stanno impedendo l’intervento.

Sul fronte diplomatico, è previsto per il 10 marzo l’incontro tra i ministri degli Esteri russo e ucraino, Sergey Lavrov e Dmitry Kuleba che si incontreranno in un trilaterale con l’omologo turco ad Antalya, a margine del Forum diplomatico internazionale, nell’ambito del quale – fa sapere Kiev – si discuterà dell’apertura di più corridoi umanitari. “Ci stiamo preparando per i negoziati con Lavrov. Stiamo lavorando molto seriamente per portarli avanti nel modo più efficiente possibile. Francamente parlando però le mie aspettative sono contenute, non ho grandi speranza”, ha dichiarato Kuleba. La Russia vuole tenere colloqui con l’Ucraina “il prima possibile, dipende dalla volontà di Kiev”, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino Peskov aggiungendo però che le Repubbliche di Donetsk e Lugansk sono “Stati sovrani e indipendenti” e che Kiev dovrebbe riconoscerli come tali. Intanto, il direttore del dipartimento per la Cooperazione economica del ministero degli Esteri di Mosca, Dmitry Birichevsky, ha dichiarato che la Russia starebbe lavorando ad una risposta “rapida” e “ponderata” alle sanzioni imposte dall’Occidente, che sarà avvertita nelle aree più “sensibili per coloro a cui si rivolge”.

Continuano, inoltre, i tentativi diplomatici da parte del cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha avuto un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin in merito alla situazione in Ucraina e sulle questioni umanitarie connesse al conflitto, oltre che sugli esiti del terzo round di negoziati. “Nel contesto dello sviluppo della situazione relativa all’operazione militare speciale per proteggere il Donbass, sono state discusse opzioni per sforzi politici e diplomatici, in particolare i risultati del terzo round di negoziati tra la delegazione russa e i rappresentanti delle autorità di Kiev”, si legge nella nota divulgata del Cremlino che non parla mai di guerra ma sempre di “operazione speciale”.  La nota prosegue affermando che: “Il presidente della Russia ha informato delle misure per organizzare corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle aree degli scontri e dei tentativi da parte di militanti di formazioni nazionaliste di impedire l’evacuazione in sicurezza delle persone”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zalenky, nel frattempo ha annunciato di aver avuto un incontro telefonico con  la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a cui ha espresso “gratitudine per il nuovo pacchetto di sanzioni contro l’aggressore russo” sottolineando che i due “concordano sulla necessità di assicurare corridoi umanitari efficaci per i civili”. Zelensky afferma, poi,  di aver sollevato di nuovo la questione dell’adesione di Kiev all’Ue, “centrale per l’Ucraina”.

Zelensky nel rivolgersi al suo popolo ha ribadito di essere disposto ad una trattativa che non sia una resa e ha ringraziato i russi che scendono in piazza contro la guerra, dicendosi certo che ci sarà un “Piano Marshall per l’Ucraina”. “Il mondo non crede nel futuro della Russia, non ne parla. Non c’è una sola parola. Parlano di noi, ci aiutano. Sono pronti ad aiutarci con la ricostruzione dopo la guerra. Perché tutti hanno visto che per il popolo, che si difende così eroicamente, verrà il dopoguerra”, ha evidenziato il presidente ucraino.

La Cina è tornata a parlare della guerra, questa volta esprimendo posizioni più apertamente filo russe e puntando il dito contro la Nato e gli Usa colpevoli di aver inasprito le tensioni tra Russia e Ucraina “fino al punto di rottura”. Così il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, che ha criticato anche le sanzioni imposte alla Russia affermando che “brandire il bastone delle sanzioni ad ogni passo non porterà mai pace e sicurezza, ma causerà serie difficoltà alle economie e ai mezzi di sussistenza dei paesi interessati”.

Gli Usa hanno rifiutato l’offerta della Polonia di consegnare all’esercito americano stanziato in Germania i suoi Mig-29 per poi girarli all’Ucraina. “Non è attuabile”, ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. La prospettiva di jet che partono da una base Usa e Nato in Germania “per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato”, ha spiegato Kirby che ha aggiuntom “Continueremo a consultarci con la Polonia e gli altri nostri alleati Nato su questa questione e le difficoltà logistiche che pone, ma non crediamo che la proposta polacca sia sostenibile”.

Sul fronte delle sanzioni Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha fatto sapere: “Stiamo rafforzando ulteriormente la rete delle sanzioni in risposta all’aggressione militare russa contro l’Ucraina. Elencare 160 persone: oligarchi, membri del Consiglio della Federazione Russa, settore bancario bielorusso, esportazione di tecnologia di navigazione marittima verso la Russia, aggiunta di criptovalute”.

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