Ucraina: continuano attacchi contro i civili, Mosca: “Convogli con rifornimento di armi obiettivi legittimi”, Macron: “Putin non vuole fermare la guerra”

di Corinna Pindaro

Proseguono incessanti gli attacchi russi, ci sono bombardamenti 24 ore su 24. L’esercito russo sta continuando ad attaccare nelle aree in cui l’Ucraina sta cercando di evacuare le persone e portare loro aiuto attraverso i corridoi internazionali. Lo riferiscono i media internazionali citando i governatori delle due regioni di Kiev e Donetsk. Il governatore di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha detto ai media locali che “il cargo umanitario si sta muovendo verso Mariupol, vi informeremo su come procede. La situazione è complicata, ci sono bombardamenti costanti”. Da ultimo hanno perso la vita sette civili mentre fuggivano in un convoglio dal villaggio di Peremoha, vicino Kiev, composto soprattutto da donne e bambini. Almeno un bambino sarebbe tra le vittime.

Ad oggi più di 960.000 ucraini sono  rimasti senza elettricità e 260.000 senza gas, secondo quanto riporta il quotidiano ucraino online ‘Ukraïns’ka pravda’. Il ministero dell’Energia comunica di stare ponendo in essere ogni possibile sforzo per mantenere stabile il funzionamento del sistema energetico e le squadre di pronto intervento stanno lavorando  nonostante il  rischio per la vita. La situazione più complicata per quanto riguarda  l’energia elettrica si rileva nelle regioni di Donetsk, Kiev, Kharkiv e Cernihiv.

L’intelligence britannica, inoltre, conferma che l’enorme convoglio militare russo che avanza verso Kiev si è disperso a nord della capitale. “Probabilmente questo serve per sostenere il tentativo russo di circondare la città – ha scritto il ministero della Difesa di Londra su twitter, citando le fonti di intelligence – Potrebbe anche essere un tentativo russo per ridurre la sua vulnerabilità a contro attacchi ucraini, che sono costati perdite significative alle forze russe”. Attacchi pesanti colpiscono la città di Melitopol, dove è stato rapito il sindaco che attualmente risulta vivo ma sotto tortura. La città è scesa in piazza per chiedere il rilascio immediato del sindaco ma come risposta alla manifestazione pacifica è stata posta agli arresti l’organizzatrice. “Ancora oggi, 12 marzo, non c’è acqua potabile e nessun farmaco da più di una settimana. Da ormai 10 giorni la città è senza acqua potabile e medicine. Le persone continuano a bere l’acqua che recuperano da terra, spostandosi anche per 2 o 3 chilometri per trovarla. Solo i pochissimi che hanno una radio capiscono qual è la situazione in città e in tutto il Paese. Le persone hanno perso i contatti con i propri parenti e non sanno se sono ancora vivi. Abbiamo visto persone che sono morte per mancanza di farmaci, molte altre sono state uccise e ferite. I loro corpi giacciono a terra, mentre le persone scavano buche per seppellirli”, questa la testimonianza di un operatore di Medici senza frontiere bloccato nella città.

Mosca, inoltre è riuscita a prendere il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, gli occupanti hanno fatto sapere che l’impianto non appartiene più all’Ucraina e che d’ora in poi dovrà operare sotto il controllo di Mosca e nel rispetto delle regole di Rosatom, la società statale russa dell’energia atomica. Secondo quanto si legge sul Kyiv Independent che cita il capo dell’Energoaton, la società nucleare ucraina, Mosca avrebbe già inviato all’interno della centrale nucleare 11 ingegneri.  Intanto  la Russia sta preparando un referendum nella città portuale di Kherson, nel sud dell’Ucraina, con l’obiettivo di creare una “repubblica popolare” come quelle istituite nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk. I russi “stanno chiamando i deputati del consiglio regionale di Kherson chiedendo se sono pronti a cooperare”, affermano su Facebook Serhiy Khlan, deputato del governo regionale di Kherson ed ex membri del parlamento ucraino. Dato particolarmente rilevante emerge dalle dichiarazioni del l vice ministro degli Eteri russo, Sergey Ryabkov. “Li abbiamo avvisati del fatto che la loro operazione per fornire armi all’Ucraina non è solo una decisione pericolosa ma anche una mossa che rende obiettivi legittimi i relativi convogli”, ha detto il viceministro riferendosi agli Stati Uniti, i insistendo – secondo dichiarazioni alla tv russa riportate dall’agenzia Tass – sulle minacciate “conseguenze” del “trasferimento sconsiderato” a Kiev di armamenti in quello che è il 17esimo giorno di guerra dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ryabkov ha inoltre annunciato che “la lista delle sanzioni contro gli Stati Uniti è pronta”.

Al contempo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto da un lato per chiedere il rilascio immediato del sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, invocando il supporto diplomatico di Francia, Germania e Israele.  Dall’altro lato Zelensky si è detto speranzoso in relazione ad una “positiva influenza” che il premier israeliano Naftali Bennet potrebbe esercitare sulla Russia auspicando, inoltre, che i colloqui con Mosca possano tenersi a Gerusalemme. Negli ultimi negoziati, secondo Zelensky,  è emerso “un approccio fondamentalmente diverso” da parte di Mosca, che prima non faceva altro che “porre ultimatum”, mentre ora “si è cominciato a parlare”.  Per la prima volta, poi,  Zelensky, ha annunciato le perdite dell’esercito ucraino: circa 1.300 soldati sono morti nei combattimenti contro i russi. “La guerra non è stata iniziata da noi, questa è l’invasione cinica e crudele da parte della Russia, la guerra contro il popolo ucraino” e “la guerra contro l’Europa perché noi siamo europei”, ha sottolineato Zelensky, in collegamento video con la manifestazione di Eurocities a Firenze aggiungendo “questa guerra non è solo contro gli ucraini ma contro i valori che ci uniscono, contro il nostro modo di vivere” in Occidente.

Dal punto di vista diplomatico è intercorsa una nuova call conference tra il presidente russo Putin, il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz. Putin ha parlato di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di Kiev chiedendo di fermare le azioni criminali dei battaglioni nazionalisti ucraini. Scholz e Macron hanno incalzato chiedendo una tregua immediata. In 75 minuti di colloquio, i due leader hanno chiesto “l’inizio di una soluzione diplomatica del conflitto. Su altri contenuti del colloquio è stato concordato il silenzio”, si legge nel comunicato diramato al termine della conversazione. Tuttavia dall’Eliseo fanno sapere che Putin “non ha dato alcun segnale della volontà di sospendere la guerra”. Dunque, ha continuato l’Eliseo “Noi ne traiamo una conseguenza: Putin deve prendere atto di sanzioni ancora più pesanti”. L’Eliseo riferisce, inoltre, che Macron ha chiesto all’omologo russo Vladimir Putin di “togliere l’assedio” a Mariupol, dove la situazione è “umanamente insostenibile” definendo inoltre come “menzogne” le accuse del leader del Cremlino a Kiev di violazioni del diritto internazionale umanitario.

Il presidente statunitense Joe Biden ha autorizzato il Dipartimento di Stato a fornire ulteriori aiuti all’Ucraina fino a 200 milioni di dollari. I fondi serviranno per le apparecchiature e i servizi militari, l’istruzione e l’addestramento degli ucraini.

Intanto la Banca Centrale russa, secondo quanto riporta Bloomberg, ha fatto sapere che gli scambi alla Borsa di Mosca resteranno sospesi fino al 18 marzo.

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