Ucraina: Evacuati tutti i civili da Azovstal, Nato: “L’Alleanza non accetterà l’annessione della Crimea”

di Mario Tosetti

“Tutti i civili sono stati evacuati dalle acciaierie Azovstal”, lo ha fatto sapere la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk che ha aggiunto, “l’ordine del presidente è stato eseguito: tutte le donne, i bambini e le persone anziane sono state evacuate da Azovstal. Questa parte della missione umanitaria a Mariupol è compiuta”. Grazie all’operazione, compiuta grazie all’intervento coordinato dell’Onu e della Croce rossa, i civili  superstiti sono, così, stati messi in salvo dopo aver trascorso due mesi nei sotterranei dell’acciaieria e resistito ai bombardamenti. Tra i cunicoli dell’acciaieria Azovstal resiste il battaglione Azov, non si conosce il numero dei militari rimasti a difendere strenuamente quello che ormai è  divenuto il simbolo della resistenza ucraina a Mariupol.

Nel frattempo una pioggia di missili è cadura a Kramatorsk, nel Donbass. Sono stati distrutti appartamenti, grattacieli, negozi e infrastrutture. Colpite, nella stessa regione anche le città Krasnograd, Lyman, Skovorodynivka e altri insediamenti. Ma, l’offensiva va ben oltre i confini del Donbass e attacchi missilistici si sono registrati anche nella regione di Sumy, al confine con la Russia, e nella regione di Odessa. Dall’altra parte , si conta siano avvenute almeno quattro esplosioni vicino al villaggio di Varancau, in Transnistria. Si tratta di un ulteriore attacco, probabilmente opera di Kiev, dopo che precedentemente sono state lanciate granate contro il ministero per la Sicurezza statale dell’autoproclamata capitale della Transnistria, Tiraspol, sono state distrutte antenne di trasmissione della radio russa e un’unità militare vicino a Tiraspol è stata colpita.

Intanto, Mosca è tornata a puntare il dito contro la politica adottata dagli Usa arrivando a sostenere un diretto coinvolgimento nella gestione delle operazioni militari di Kiev. Gli Stati Uniti “partecipano alle ostilità in Ucraina”, ha dichiarato il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin continuando ,”Non si tratta solo della fornitura di armi e attrezzature, Washington coordina e sviluppa le operazioni militari” per conto del “regime nazista di Kiev”, “partecipando così direttamente alle ostilità contro il nostro Paese”. Il riferimento di Volodin è, molto probabilmente,  alle notizie trapelate nei giorni scorsi dai media statunitensi secondo cui  l’ intelligence Usa avrebbe fornito all’Ucraina informazioni per eliminare i generali russi. Sul punto il presidente Usa, Joe Biden ha ammonito i vertici della difesa e dei servizi segreti sui rischi legati alle fughe di notizie sulla condivisione con Kiev delle informazioni di intelligence Usa contro i russi. Nel dettaglio, Bidden avrebbe avuto colloqui con i capi del Pentagono Lloyd Austin, della Cia William Burns e della National Intelligence Avril Haines sottolineando che le notizia di stampa di tale tenore sono controproducenti e “distraggono dal nostro obiettivo”. Al contempo il Pentagono ha disposto nuovi aiuti per Kiev, per un valore di 137 milioni di dollari. Si tratta di un pacchetto ulteriore rispetto a quello annunciato da Biden di un valore di 150 milioni di dollari e comprende droni, razzi a guida laser, binocoli e altro equipaggiamento che verrà inviato presto. Bill La Plante, sottosegretario alla Difesa per gli acquisti e l’approvvigionamento, ha riferito che gli aiuti includono 22,6 milioni di dollari di razzi di precisione da 70mm che possono essere lanciati da elicotteri,17,8 milioni di droni kamikaze Switchblade e 19,7 milioni di droni Puma per la sorveglianza.

Prende, poi, una posizione dura il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha espressamente detto: “I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Ci siamo sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale”. Per la Nato, comunque, secondo quanto affermato dal vicesegretario generale, Mircea Geoana, la guerra in Ucraina sta entrando in una “fase decisiva”, ma l’Alleanza non vede in questo momento una escalation tra Mosca e Nato.

Per quanto riguarda, inoltre, il sesto pacchetto di sanzioni proposto dalla Commissione europea e contenente anche l’embargo sul petrolio proveniente dalla Russia la Bulgaria ha chiesto a Bruxelles il rinvio di due anni per lo stop all’importazione di petrolio russo, minacciando in caso contrario di ricorrere all’arma del veto. “Se non otterrà il rinvio, la Bulgaria potrebbe porre il veto sulla decisione comune”, ha fatto sapere Radoslav Ribarski, presidente della commissione parlamentare per l’energia. Secondo quanto riportato dai media euroopei, Bruxelles sarebbe orientata a concedere il rinvio fino al 2024 a Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca, non però alla Bulgaria.

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