Ucraina: fallito secondo tentativo di evacuazione di civili, continuano intensi gli sforzi diplomatici internazionali

di Emilia Morelli

Dopo sole due ore è fallito il secondo tentativo di creazione di corridoi umanitari a Mariupol, nel sud dell’Ucraina. Le parti si colpevolizzano a vicenda della mancata evacuazione dei civili. Il consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Anton Gerashchenko, attraverso il suo canale Telegram, ha fatto sapere: “Non ci possono essere corridoio perché la mente malata dei russi decide quando cominciare a sparare e a chi”. E lo conferma pure il Reggimento Azov, al punto che le  forze armate ucraine hanno invitato la popolazione a non lasciare i  rifugi in quanto, in luogo del concordato impegno al cessate il fuoco temporaneo, i militari russi hanno cominciato nuovamente a sparare.  Vladimir Putin, invece, ha espressamente accusato le autorità di Kiev di impedire le evacuazioni di civili dalla città a sud dell’Ucraina.

In Ucraina  dall’inizio dell’offensiva militare russa sono stati uccisi almeno 364 civili  e 759 è il numero dei feriti. Queste le vittime civili registrate dal 24 febbraio fino al 5 marzo dall’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani anche se si teme che il bilancio delle vittime possa essere molto più grave. Tra i 364 civili rimasti uccisi si contano almeno 42 donne, otto ragazzi, quattro ragazze e 13 bambini.

A Kiev intanto sono continuati incessanti i bombardamenti ma, la situazione più devastante la sta vivendo la città di Kharkiv dove è stata colpita la Torre della Tv locale, interrompendo le trasmissioni,  e un istituto di Fisica con materiale nucleare  al suo interno. Nella città, assediata da giorni, sono stati costretti a scavare una lunga fossa comune per i cadaveri in quanto “non si sa più dove metterli”. In un video agghiacciante pubblicato da Adnkronos si vede una lunga fila di bare trasportate in camion e deposte in una fossa comune scavata in un bosco alle porte della città. A Kharkiv, denuncia il governo ucraino, vengono colpite le aree residenziali con armi vietate dalle norme internazionali,  le bombe a grappolo. Nelle città di Bucha e Gostomel continua la mattanza di civili che tentano di mettersi al riparo, si parla di almeno tre morti. Stesso tragico scenario a Irpin dove le truppe russe hanno sparato contro i civili e, secondo quanto riporta il Kyviv Indipendent, hanno causato la morte di tre persone, di cui due bambini.  L’aereoporto di Vinnytsia, a 250 km da Kiev, è stato raso al suolo. Secondo le ricostruzioni l’attacco è arrivato dal Mare Nero. Lo scalo “è stato colpito dalla direzione sud e secondo informazioni aggiornate dal mar nero. Sono state sganciate 8 bombe, dal raggio d’azione fino a 5.500 km”, si legge in un quotidiano locale  che cita un portavoce del Comando delle Forze Aeree delle Forze Armate dell’Ucraina, Yuriy Ignat.  Il ministero della Difesa russo ha poi reso noto che “praticamente tutte le forze aeree del regime di Kiev pronte alla battaglia sono state distrutte” avvertendo, “Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l’uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato”.

Com’è noto la guerra si svolge non solo sul campo di battaglia ma coinvolge anche il mondo virtuale e l’Ucraina avrebbe già subito 2800 cyber attacchi. “Gli attacchi alle risorse ucraine sono cominciate lo scorso 15 febbraio, con un totale di 2800 attacchi totali, ieri 271. La difesa cyber dello Stato è pronta ad affrontare anche questo tipo di azioni del nemico, i siti web statali sono disponibili per i cittadini”, ha dichiarato Serhiy Borsov, governatore dell’amministrazione regionale di Vinnytsia.

Dal punto di vista diplomatico il premier israeliano Naftali Bennett ha di nuovo parlato con il presidente Volodomyr Zelensky. Lo riporta l’ufficio di Bennett precisando che si tratta del terzo colloquio nelle ultime 24 ore, ha poi risentito Putin -fa sapere il Cremlino- in quanto i due presidenti hanno concordato di continuare a scambiarsi opinioni in merito alla situazione in Ucraina. Bennett è, infatti,  andato prima  a Mosca dal presidente Vladimir Putin e poi dal cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino. “Sono andato a Mosca e Berlino nell’intento di favorire il dialogo fra le parti. Ovviamente ho ricevuto il benestare e l’incoraggiamento di tutti i protagonisti. Continueremo ad agire nella misura in cui ci verrà richiesto”, ha spiegato Bennett al suo ritorno nella riunione di governo a Gerusalemme aggiungendo, “Anche se le probabilità non sono grandi tutte le volte che c’e’ una piccola fessura, nostro obbligo morale è di fare ogni tentativo. Finché la candela è accesa dobbiamo sforzarci”. Secondo la stampa israeliana,  invece, il ministro degli Esteri Yair Lapid volerà a Riga per incontrare  il segretario di Stato americano, Antony Blinken.

Zelensky, invece, che si è rivolto al suo popolo lodando la resistenza dimostrata e definendo l’Ucraina “una potenza dello spirito” fa sapere di aver parlato con Mario Draghi. “Ho discusso con il Presidente del Consiglio Mario Draghi del modo per contrastare l’aggressione. L’ ho informato sui crimini della Russia contro i civili, sul terrorismo nucleare. E’ stata sollevata la questione del sostegno all’Ucraina e dell’esame della nostra domanda di adesione in Europa”, ha detto Zelensky. Da Palazzo Chigi si apprende che, nel corso della telefonata Draghi “ha condannato gli attacchi della Russia ai civili e alle infrastrutture nucleari, ha riaffermato la volontà italiana di fornire sostegno e assistenza all’Ucraina e alla sua popolazione e ha ribadito come l’Italia sostenga l’appartenenza dell’Ucraina alla famiglia europea. Il Presidente Zelensky ha ringraziato il Presidente Draghi per la sua vicinanza e per quella dell’Italia”.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha brevemente attraversato la frontiera ucraina per incontrare il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.I due si sono confrontati sugli sforzi occidentali a sostegno dell’ucraina dopo l’invasione russa. “In questo momento tutti i paesi del mondo stanno partecipando al tentativo di aiutare rifugiati sia in Ucraina sia nei paesi confinanti” ha sottolineato poi  Blinken, in conferenza stampa in Moldavia. Ricordando che il presidente Joe Biden “ha chiesto stanziamenti di fondi di emergenza di natura unanitaria per assistere i cittadini ucraini, sia in Ucraina sia nei paesi limitrofi”.
Boris Johnson, il premier britannico ha descritto al New York Times il suo piano per fermare Putin. Oggettivamente si tratta di una vera e propria chiamata all’azione rivolta alla comunità internazionale perchè reagisca “alla barbara e orribile” aggressione russa, in quanto “non saranno gli storici ma il popolo ucraino a giudicarci”. Per mantenere quindi la pressone su Mosca, Johnson sostiene che i leader mondiali debbano mobilitare “una coalizione umanitaria internazionale” per l’Ucraina. Debbano sostenere Kiev “nei suoi sforzi di difesa”. Bisogna inoltre, secondo Johnson, intensificare la pressione economica sulla Russia. Quindi la comunità internazionale deve resistere la “strisciante normalizzazione” delle sue azioni in Ucraina. Altro punto è la soluzione diplomatica alla guerra che va perseguita ma soltanto con la piena partecipazione del legittimo governo ucraino. Infine il premier britannico sostiene che debba essere avviata rapidamente una “campagna per rafforzare la sicurezza e la resilienza” tra i Paesi Nato.
Intanto in Russia prosegue la repressione assoluta del dissenso, al momento sono oltre 4.300 le persone arrestate mentre erano in corso in 56 città russe manifestazioni contro la guerra in Ucraina.  Il dato numerico è stato raccolto dalla Ong, Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio delle manifestazioni, che avverte che il numero delle persone arrestate deve essere approssimato per difetto considerato che, generalmente, ogni dipartimento di polizia può avere più fermati rispetto agli elenchi pubblicati.

Mentre, probabilmente, assisteremo ad un ulteriore inasprimento delle sanzioni alla Russia Visa e Mastercard hanno annunciato la sospensione delle proprie operazioni in Russia in risposta all’attacco lanciato in Ucraina. Iniziativa che era stata sollecitata dal presidente ucrainoZelensky.

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