di Carlo Longo
Durante il 72esimo giorno di guerra Kiev ha dichiarato di aver danneggiato la fregata della marina russa, grossa 125 metri, Admiral Makarov. Tuttavia, la notizia non è stata confermata da alcun immagine o media in maniera indipendente. Il primo a diffondere la notizia è stato il deputato Oleksiy Goncharenko che in un post su Telegram ha scritto: “Fonti russe non ufficiali riferiscono che la nuovissima fregata missilistica Admiral Makarov è nei guai. Secondo le prime informazioni, la fregata non è stata in grado di schivare il missile antinave ucraino Neptune. La nave è gravemente danneggiata, ma rimane a galla. Per adesso”. Se la notizia fosse vera la tipologia di missile utilizzato, il Neptune, sarebbe la stessa che ha affondato l’incrociatore Moskva. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha fatto, comunque, sapere: “E’ tutto il giorno che ci stiamo lavorando ma al momento non abbiamo informazioni che corroborino queste notizie”. Ad ogni modo, secondo il sito della rivista statunitense Forbes, che ha pubblicato un approfondimento sulla fregata Makarov qualche ora prima delle dichiarazioni di Goncharenko, si tratta “dell’obiettivo più succulento del Mar Nero”.
E’ tornato a parlare di negoziati il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante un evento in videoconferenza organizzato da Chatham House. Per Zelensky perchè i negoziati portino a un accordo di pace, le truppe russe “devono ritirarsi nei confini pre-invasione, ritornare entro la linea di contatto precedente il 24 febbraio”. Il presidente ucraino ha poi aggiunto: “Sono stato eletto dal popolo ucraino presidente dell’Ucraina, non presidente di una mini-Ucraina”, a ribadire la volontà di non voler cedere territori alla Russia.
Intanto sono stati evacuati, non senza difficoltà, altri 48 civili dall’acciaieria Azovstal. Lo riferiscono i media russi che aggiungono che un nuovo bus ha lasciato l’acciaieria ed un altro è pronto a partire. Di tenore opposto le dichiarazioni del battaglione Azov che hanno denunciato, invece, l’ennesima violazione del cessate il fuoco. In particolare, le truppe russe avrebbero colpito proprio un veicolo destinato all’evacuazione dei civili. “Una macchina si stava dirigendo verso i civili per evacuarli dall’impianto. A seguito colpi da fuoco, un combattente è stato ucciso e sei sono rimasti feriti”, ha scritto il battaglione su Telegram, evidenziando che i russi continuano a violare tutti gli accordi e le garanzie di sicurezza in merito l’evacuazione dei civili. Sulla situazione a Mariupol si è espresso anche Zelensky durante l’evento di Chatham House affermando: “Mariupol è stata torturata a morte è un esempio di come la tortura e la fame siano usate come armi di guerra” dai russi che ”pensano di agire impuniti in quanto potenza nucleare. A Mariupol la morte non viene causata dalla guerra, da un evento militare. Qui le persone sono state torturate a morte. Questo è terrorismo e odio”. Zelensky ha quindi aggiunto che ”Mariupol è stata devastata”, che ”l’intera città è stata distrutta” e ha ribadito che l’Ucraina ha bisogno di armi e di attrezzature per rompere l’assedio alle acciaierie Azovstal, Zelensky ha dichiarato che ”la Russia continuerà ad attaccare l’Ucraina finché non la fermeremo”.
Nel frattempo nel Donbass è prevista un’intensificazione dell’offensiva russa. Serhiy Gaidai, capo dell’amministrazione militare regionale di Luhansk, ha dichiarato: “Ci stiamo preparando per offensive più potenti. Nei prossimi 3-4 giorni faranno ogni sforzo per irrompere a Severodonetsk o Popasna”. Gaidai, ha riferito che i russi stanno bombardando incessantemente l’intero territorio della regione di Luhansk con vari tipi di armi, ma i militari ucraini stanno mantenendo la loro posizione. Rimangono, inoltre, circa 50 mila civili ancora nella parte di territorio controllata dall’Ucraina. Le truppe russe stanno, inoltre, bombardando la città di Odessa dalla Crimea.
In occasione della parata del 9 maggio, con cui la Russia celebra abitualmente la vittoria sul nazismo, Vladimir Putin -secondo quanto scrive Reuters- invierà un messaggio da “giorno del giudizio” all’Occidente. Saranno, infatti, schierati sulla Piazza Rossa i caccia supersonici e i bombardieri strategici Tu-160 effettueranno un sorvolo sulla Cattedrale di San Basilio. Il ministero della Difesa russo ha specificato che è per la prima volta dal 2010 che sarà schierato l’aereo Il-80 ‘Doomsday’, che trasporterebbe i vertici russi in caso di guerra nucleare, diventando il centro di comando di Putin.
Per tutta risposta il presidente usa, Joe Biden, ha fatto sapere che proprio il 9 maggio firmerà la legge che velocizzerà la fornitura di armi destinate all’Ucraina. La legge, che si chiama ‘Ukraine Democracy DefenseLend-Lease Act’, si ispira alla misura del 1941 che permise agli Usa di armare l’esercito britannico contro Hitler e consente di prestare equipaggiamento militare a qualsiasi governo straniero”la cui difesa sia valutata vitale dal presidente Usa”.
Dall’Ue si apprende, invece, la notizia che nonostante “il generale consenso al sesto pacchetto di sanzioni” presentato dalla commissione europea i Paesi membri non hanno ancora trovato un accordo. In particolare si parla di resistenze relative all’embargo sul petrolio ed il nodo da sciogliere è relativo alla durata delle deroghe e all’entità delle compensazioni. In proposito è intervenuto l’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, specificando che gli ambasciatori degli Stati membri presso l’Ue “stanno lavorando al Coreper in queste ore e penso che continueranno, per raggiungere un accordo a livello tecnico. Se non succede, la settimana dopo la Giornata dell’Europa, dovrò convocare un Consiglio Affari Esteri per mettere sul tavolo quello che succede. Perché si può discutere di quanti anni siano necessari per adattarsi ad un embargo sul petrolio, ma legare l’embargo sul petrolio a qualcos’altro che non ha niente a che fare con questa materia, come la consegna dei fondi di Next Generation Eu, è inaccettabile”. 7
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