Ucraina: il massacro di Bucha scuote la comunità internazionale, Ue: “Presto nuove sanzioni”

di Corinna Pindaro

Le immagini del massacro di Bucha, una piccola città alle porte di Kiev recentemente liberata, in cui i cadaveri giacciono per strada e in cui sono stati trovati in una fossa comune i corpi senza vita di 410 civili giustiziati, secondo quanto riporta Kiev con colpi di arma da fuoco alla nuca, hanno suscitato il dissenso della comunità internazionale.  “Il massacro di Bucha è stato deliberato. I russi mirano ad eliminare il maggior numero possibile di ucraini. Dobbiamo fermarli e cacciarli via”, ha denunciato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba su Twitter e al contempo ha chiesto “nuove devastanti sanzioni del G7 ora: embargo su petrolio, gas e carbone; chiudere tutti i porti alle navi e alle merci russe; scollegare tutte le banche russe da Swift”.

Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha parlato di genocidio sottolineando che il presidente russo Vladimir Putin è responsabile di questi “crudeli crimini di guerra” e che i civili sono stati “uccisi con le mani legate”. Il sindaco di Kiev ha chiesto al mondo e in particolare alla Germania di porre fine immediatamente alle importazioni di gas dalla Russia: “Specialmente per la Germania, ci può essere solo una conseguenza: neanche un euro dovrebbe andare alla Russia, sono soldi insanguinati usati per massacrare persone. Deve arrivare immediatamente l’embargo su gas e petrolio”.

Al coro di voci di denuncia del massacro si è unito il  presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha accusato la Russia di essere in Ucraina per eliminare “l’intera nazione”. “Si’, questo è un genocidio. L’eliminazione dell’intera nazione e del popolo ucraino. In Ucraina abbiamo cittadini di più di 100 nazionalità’. Si tratta della distruzione e dello sterminio di tutte queste nazionalità”, ha detto Zelensky.

Dalla Nato ai leader mondiali, sui media e sui social, scorre un coro di voci unanime, che condannano scene di una crudeltà tale da rievocare immagini che chiunque pensava potessero ormai appartenere solo alla finzione cinematografica. “Le immagini dei crimini commessi a Bucha e nelle altre aree liberate dall’esercito ucraino lasciano attoniti. La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile.  Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto. L’Italia condanna con assoluta fermezza questi orrori, e esprime piena vicinanza e solidarietà all’Ucraina e ai suoi cittadini”, ha commentato il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto “scioccato dalle immagini inquietanti delle atrocità commesse dall’esercito russo nella regione liberata di Kiev. L’Ue sta assistendo l’Ucraina e le ong nella raccolta delle prove necessarie per il perseguimento presso le Corti internazionali” ha detto Michel in un post su Twitter, corredato dell’hashtag #MassacrodiBucha, aggiungendo che  “ulteriori sanzioni Ue e supporto sono in arrivo”. Il post su Twitter del presidente del Consiglio europeo si è concluso con l’esclamazione “Gloria all’Ucraina”, scritta in ucraino. Le uccisione di civili a Bucha rappresentano “atti orribili e assolutamente inaccettabili”, ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Mosca se da un lato ha respinto le accuse di aver ucciso civili a Bucha, accusando invece Kiev di aver prodotto immagini fake strumentali ad una propaganda anti russa e affermando invece che la cittadina è stata bombardata dagli stessi ucraini quando era ancora controllata dai russi, dall’altro lato insiste sulla necessità di riaprire il dialogo con l’Europa. “E’ impossibile isolare la Russia nel mondo moderno. Non può esserci un vuoto o un isolamento completo per la Russia, è tecnologicamente impossibile nel mondo moderno, il mondo è molto più grande dell’Europa e la stessa Russia è molto più grande dell’Europa”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmtry Peskov  evidenziando “Prima o poi l’Europa dovrà dialogare con noi, che Washington lo voglia o meno”.

Intanto però sembra che l’esercito russo continui a trasferire con la forza i civili in Russia. Finora si contano 40.000 residenti di Mariupol costretti ad andare contro la loro volontà in lontane città russe. Lo ha fatto sapere la commissaria per i diritti umani  ucraina Liudmyla Denisova che ha fornito le cifre attraverso il suo canale Telegram. Denisova ha anche denunciato che l’esercito russo ha trasferito con la forza 17 bambini da un ospedale nella città assediata, separandoli dai loro genitori, rimasti a Mariupol e successivamente evacuati a Zaporizhia, sotto il controllo ucraino. “Faccio appello al Comitato internazionale della Croce Rossa affinché si adoperino per aiutare a riportare in Russia gli ucraini trasportati illegalmente e ad aprire corridoi umanitari sicuri dalle aree in cui vi è ostilità”, ha aggiunto la commissaria.

Nonostante i massacri, nonostante le vite di bambini spezzate, nonostante le città distrutte Antony Blinken, capo della diplomazia Usa, ha sottolineato come di fatto si stia assistendo ad “un rovescio spettacolare per la Russia. “Avevano tre obiettivi all’inizio: il primo era di assoggettare l’Ucraina e toglierle la sua sovranità e indipendenza, il secondo era affermare la potenza russa e il terzo dividere l’Occidente e la Nato. Su questi tre fronti hanno già perso”, ha detto Blinken ai microfoni della Cnn continuando, “Stiamo facendo di tutto per sostenere l’Ucraina, in particolare con le armi e questo darà peso a Kiev nel tavolo negoziale”.

Nel frattempo la Lituania è ufficialmente il primo Paese Ue a rifiutare l’importazione di gas russo. “D’ora in poi la Lituania non consumerà un solo centimetro cubo del gas tossico russo”, ha scritto su Twitter la premier del Paese baltico Ingrida Simonytė.

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