Ucraina: Kiev: “Nessun ritiro su vasta scala da Kiev e Chernihiv”, colloquio tra Putin e Draghi

di Corinna Pindaro

All’indomani dei colloqui, che sembravano avere acceso una speranza, non c’è stato nessun ritiro dei russi su vasta scala nelle aree di Kiev e Chernihiv. “Il nemico ha ritirato le unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle”, ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa ucraino Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che “l’assedio di Chernihiv continua, come missili e colpi di artiglieria lanciati dalle forze russe”. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov ha, invece, fatto sapere che “tutti i compiti principali delle forze armate russe sulle direzioni Kiev e Chernihiv sono stati completati”, sottolineando che, “lo scopo del raggruppamento delle truppe è di intensificare l’azione su direzioni prioritarie, principalmente la conclusione dell’operazione di piena liberazione del Donbass”.

Sul fronte negoziale, tuttavia, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha dichiarato espressamente che considera i risultati dei colloqui russo-ucraini a Istanbul sullo status neutrale e non nucleare dell’Ucraina come un significativo progresso. Mentre il negoziatore ucraino David Arahamiya avverte che la questione dello status del Donbass “è la più difficile” spiegando che l’argomento resta “tra parentesi” ed in Turchia “non è stato toccato”. I due team “non avevano un mandato politico sufficiente per discuterne e quindi l’hanno tirato fuori prima dell’incontro dei leader e hanno lavorato su tutte le altre questioni”, ha continuato Arahamiya.

Inoltre il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak ha sottolineato che il  referendum nazionale” sulla possibile intesa tra Ucraina e Russia “si terrà solo dopo che le truppe russe saranno tornate alle loro posizioni antecedenti al 23 febbraio. Penso che nei prossimi giorni dovremo lavorare sui singoli termini del trattato, che dovrà essere accettato da tutti, anche dagli Stati garanti”. Interpellato sul ruolo di Roman Abramovich, Podolyak ha sottolineato la sua “efficacia” nel moderare tra i due team di negoziatori. Per quanto riguarda, invece “la questione dei garanti del trattato è aperto, tutti possono partecipare. E l’Italia è interessata a parteciparvi. Saremmo molto grati all’Italia se lo facesse. E’ un trattato che potrebbe costruire una nuova architettura della sicurezza globale” ha aggiunto Podolyak. In relazione alla possibilità di un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky il capo negoziatore ucraino ha affermato di “vedere la possibilità di un accordo preliminare” tra Mosca e Kiev. E dopo, ha aggiunto, “ci potrebbe essere un incontro a livello di presidenti”.

Gli orrori della guerra, però, continuano. Il ministero della difesa ucraino ha fatto sapere che “A Mariupol gli occupanti hanno violentato una donna per diversi giorni di fronte al figlio di sei anni” aggiungendo che la donna “è morta in seguito alla ferite”, mentre al bambino sono diventati grigi i capelli per lo shock.” Questo non è un film dell’orrore. Stupro, violenza, omicidio: questo è ciò che significa il ‘mondo russo’”, aggiunge il ministero sul profilo Twitter. Sempre a Mariupol i bombardamenti russi hanno colpito un edificio della Croce Rossa. Lo fa sapere in un messaggio Telegram Lioudmyla Denisova, incaricata dei diritti umani presso il Parlamento ucraino. “L’aviazione nemica e l’artiglieria hanno fatto fuoco su un edificio segnato con una croce rossa su uno sfondo piano, che indica la presenza di persone ferite o civili e materiale umanitarie. Al momento non abbiamo informazioni sulle vittime”, ha detto Denisova, senza indicare quante persone si trovassero nell’edificio al momento dell’attacco. Inoltre è stato colpito dai bombardamenti russi anche “l’ufficio sul campo della missione consultiva dell’Ue in Ucraina”. Ne dà notizia l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, esprimendo una “ferma condanna” dell’attacco e “di qualsiasi attacco contro i civili e le infrastrutture civili”.

Intanto accelera anche la macchina della diplomazia, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto oggi una telefonata con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Al centro del colloquio durato circa un’ora, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Draghi ha sottolineato “l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale”.

Incontro telefonico è avvenuto anche tra Vladimir Putin e Olaf Scholz. Il presidente russo ha discusso con il cancelliere tedesco della richiesta di Mosca sul pagamento del gas in rubli e i due leader hanno concordato di proseguire il confronto al riguardo tra i rispettivi esperti, secondo quanto riferisce il Cremlino. Putin ha inoltre informato Scholz sugli sviluppi dei colloqui di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev.

Il presidente Usa Joe Biden ha, invece, sentito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferisce una nota della Casa Bianca precisando che Biden ha parlato del “continuo sostegno degli Stati Uniti a Kiev contro l’aggressione della Russia”.

Ad ogni modo L’Unicef ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione in Ucraina. “Mentre il numero di bambini che fuggono dalle loro case continua a crescere, dobbiamo ricordare che ognuno di loro ha bisogno di protezione, istruzione, sicurezza e sostegno”ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell.I bambini rappresentano la metà di tutti i rifugiati della guerra in Ucraina, secondo l’UNICEF e l’UNHCR. Oltre 1,1 milioni di bambini sono arrivati in Polonia, centinaia di migliaia stanno arrivando in Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

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