Ucraina: Kuleba: “In arrivo altre armi e aiuti”, Bloomberg: “La Nato potrebbe definire la Russia non più partner ma minaccia diretta”

di Carlo Longo

Per gli uomini rinchiusi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol non c’è più speranza, continuano ad essere attaccati da tutti i fronti con bombe scarabocchiate dai russi con il titolo della canzone ucraina che ha vinto l’Eurovision Contest. Una beffa di discutibile gusto. “Difficilmente salgono in superficie, vanno solo in montagna per trovare cibo e acqua. Il più delle volte restano seduti nei bunker. Sono pessimisti, perché non c’è quasi speranza di salvezza. Si stanno preparando per l’ultima battaglia perché non credono in una soluzione diplomatica”, ha raccontato una delle mogli dei militari del battaglione Azov. A chiarire la posizione di Mosca in relazione ai militari asserragliati nell’Azovstal è intervenuto Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa ai colloqui con Kiev, affermando che  “i miliziani del battaglione Azov non possono essere oggetto di negoziati politici”.  Medinsky ha in seguito appellato i soldati come “criminali di guerra”.

Un nuovo attacco si è registrato, poi, al confine con la Polonia, nel distretto di Yavoriv,  che è stato “completamente distrutto”. Lo ha fatto sapere il capo dell’amministrazione militare regionale di Leopoli, Maksym Kozytskyi.

Nel frattempo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha fatto sapere che grazie al sostegno degli Stati Uniti sono attese nuove armi per sostenere la popolazione ucraina.  “Ho incontrato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a Berlino. Altre armi e altri aiuti in arrivo in Ucraina. Abbiamo concordato di lavorare a stretto contatto per garantire che le esportazioni di cibo ucraine raggiungano i consumatori in Africa e Asia. Grato a Blinken e agli Usa per la loro leadership e il loro sostegno incrollabile”, ha fatto sapere Kuleba.

Per quanto riguarda, poi, le vicende relative alla domanda di adesione alla Nato presentata dalla Finlandia il presidente finlandese Sauli Niinisto ha spiegato: “Dal 24 febbraio la Russia ha mostrato di essere pronta ad attaccare un paese indipendente. Dalla Russia non stava giungendo alcuna minaccia militare diretta alla Finlandia ma nel quadro geopolitico attuale non è più possibile restare neutrali. Non credo che stessero pianificando alcun tipo di attacco contro la Finlandia, ma la situazione è cambiata. L’Europa e il mondo sono ora divisi in modo più serio. Non c’è quasi più spazio per il non allineamento”. Nel corso della conferenza stampa dove Helsinki ha annunciato ufficialmente la volontà di aderire alla Nato la premier finlandese Sanna Marin ha evidenziato: “Siamo preparati a diversi tipi di reazioni russe. Siamo pronti e ci stiamo preparando. Quando guardiamo alla Russia, vediamo oggi un paese molto diverso da quello che abbiamo visto appena qualche mese fa. Tutto è cambiato da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina e penso personalmente che non possiamo più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli. E’ un atto di pace, non ci sarà più la guerra in Finlandia”. La premier finlandese spiegando, poi, le ragioni sottese alla scelta di aderire alla Nato ha continuato: “Non avremmo fatto questa scelta se non avessimo pensato che avrebbe rafforzato la nostra sicurezza nazionale. La minaccia nucleare è gravissima ma non può essere isolata in una sola regione. Penso che essere all’interno della Nato ci darà sicurezza perché anche la Nato ha armi nucleari e ci sarebbe una risposta se la Russia le usasse, quindi questa decisione ci rafforza, non ci indebolisce”.

Anche la Svezia è sempre più prossima a presentare la domanda di adesione. Il Partito socialdemocratico al potere nel Paese, storicamente contrario alla candidatura, ha cambiato opinione dichiarandosi adesso favorevole. “I socialdemocratici lavoreranno quindi per garantire che la Svezia, se la domanda sarà approvata, esprima riserve unilaterali contro il dispiegamento di armi nucleari e basi permanenti sul territorio svedese”, si legge in una nota.

Intanto Bloomberg ha rivelato  che la Nato, nel documento strategico che sarà approvato dagli Alleati nel vertice di Madrid previsto per giugno, potrebbe definire la Russia non più “partner” ma “minaccia diretta”. La fonte ha sottolineato, comunque, che gli alleati potrebbero lasciare aperta la possibilità che si riaprano delle relazioni di dialogo pacifico qualora il comportamento di Mosca cambiasse. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è intervenuto per ribadire le posizioni dell’Alleanza. “Kiev puo’ vincere questa guerra. Il nostro sostegno militare a Kiev continua”, ha detto Stoltenberg aggiungendo: “La scelta di aderire alla Nato spetta a Finlandia e Svezia, ogni Paese deve essere libero di decidere il proprio percorso. La loro adesione sarebbe un passo storico per l’Alleanza e dimostra che l’aggressione non paga”. Stoltenberg ha, inoltre, confermato “la politica Open door della Nato”.

Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, di fronte alle recenti vicende che vedono la Nato al centro del dibattito è tornato ad invocare una soluzione diplomatica del conflitto. “Siamo in una fase della guerra in cui serve a livello europeo una controffensiva diplomatica. L’Europa è la forza gentile a capo della diplomazia del mondo e deve essere quell’istituzione pronta ad allargare gli sforzi diplomatici. Non possiamo più pensare che per arrivare alla pace dobbiamo affidarci a singoli Paesi”, ha detto Di Maio sottolineando: “Siamo tutti d’accordo che la Nato non deve essere coinvolta in guerra direttamente e non ci deve nemmeno essere la percezione che sia coinvolta, non vogliamo una guerra mondiale, vogliamo che vinca il negoziato”.

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