Ucraina: L’ Onu sospende la Russia dal Consiglio dei diritti umani, Parlamento europeo approva un emendamento per chiedere l’embargo su petrolio, carbone, gas e combustibili

di Corinna Pindaro

L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la richiesta degli Usa e dei suoi alleati di sospendere la Russia dal Consiglio dei diritti umani di Ginevra. I voti a favore sono stati 93, i contrari 24, le astensioni 58.Nella bozza di risoluzione si chiede di “sospendere il diritto della Russia di far parte” del Consiglio esprimendo “grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per le notizie di violazioni e abusi del diritto internazionale umanitario da parte di Mosca”. Non si è fatta attendere la reazione della Russia che ha definito la sospensione “illegale”. Tra i Paesi che si sono espressi con voto contrario alla risoluzione la Cina. L’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, ha affermato: “Il dialogo e il negoziato sono l’unica via per uscire dalla crisi in Ucraina. Ci opponiamo fermamente alla politicizzazione delle questioni relative ai diritti umani. Questa risoluzione aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina al fuoco, e non aiuta i colloqui di pace”. Di tenore diametralmente opposte le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken che ha commentato: “un Paese che viola continuamente i diritti non può sedere in un organo che ha come compito la tutela dei diritti. Oggi è stato corretto un torto”.

Intanto anche il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione finalizzata ad aumentare le sanzioni contro la Russia e un emendamento che chiede un embargo completo e immediato dell’Ue sulle importazioni di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas dalla Russia.  Nel dettaglio l’emendamento è stato approvato con 413 voti favorevoli, 93 contrari e 46 astenuti.  La risoluzione è stata approvata con 513 voti a favore, 22 contrari e 19 astenuti. Il voto è stato accolto dall’applauso dell’assemblea. “Colleghi, questo è un momento significativo, la nostra posizione è chiara”, ha sottolineato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “La risoluzione accoglie favorevolmente il quinto pacchetto di sanzioni annunciato dalla Commissione europea, ma va oltre, chiedendo un maggiore supporto militare all’Ucraina e una totale esclusione da Swift per le banche russe. La mozione ribadisce l’invito del Parlamento alle istituzioni dell’Ue a lavorare per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Ue come chiaro segnale politico e affinché i paesi terzi si allineino alle sanzioni dell’ Ue”, si legge in una nota di Renew Europe, gruppo politico del Parlamento europeo.

Per Mosca sulle sanzioni si è espressa la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha definito “indecente” in particolar modo la posizione dell’Italia. L’Italia, ha affermato Zakharova  “in questo momento molto difficile ha probabilmente scordato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Ma questa  non è la posizione dei cittadini italiani che stanno scrivendo di vergognarsi di chi li governa, di non condividere questa posizione e di comprendere l’origine di questa crisi. Ma la dirigenza italiana ha preso questa posizione una posizione semplicemente indecente”. Mario Draghi ha commentato le parole della portavoce del ministero degli Esteri di Mosca ribadendo: “Per la Russia le sanzioni sono indecenti? Di indecente ci sono solo i massacri che vediamo tutti i giorni” in Ucraina. Così risponde ai cronisti il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine dell’incontro con il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte.

Dalla Nato perviene, ancora, una dichiarazione di sostegno. Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza, ha dichiatato che nel corso della ministeriale Esteri della Nato a Bruxelles “abbiamo concordato che dobbiamo rafforzare ulteriormente il nostro sostegno all’Ucraina”. “Non posso entrare nello specifico per ragioni operative ma gli alleati stanno aumentando il loro sostegno: la divisione tra armi offensive e armi difensive è un po’ strana, ha poco senso, visto che l’Ucraina si sta difendendo da un’aggressione” e “l’autodifesa è un diritto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite”, ha aggiunto Stoltenberg che ha proseguito, “Il modo più facile per porre fine a questa guerra è che Putin ritiri tutte le sue truppe, e si sieda al tavolo per impegnarsi in un serio sforzo diplomatico per trovare una soluzione. Occorre però essere realistici, e non vi sono indicazioni su un cambiamento di obiettivo da parte di Putin. Ciò che stiamo vedendo è un riposizionamento delle forze russe e ci aspettiamo una grande battaglia nel Donbass con una grande offensiva russa”. Il segretario generale della Nato ha poi avvertito che “finché la guerra continua ci sarà il rischio di un’escalation” del conflitto oltre i confini ucraini, escalation che la Nato lavora per prevenire. Ci focalizziamo sul prevenire l’escalation in parte facendo sì che gli alleati siano uniti nel dare lo stesso messaggio, ma anche aumentando la nostra presenza a est dell’Alleanza”.

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