Ucraina: la Russia tenta di sferrare l’attacco finale all’acciaieria Azovstal, Draghi: “Vogliamo l’Ucraina nell’Ue”

di Mario Tosetti

Mentre da un lato si cerca di liberare i civili asserragliati nei cunicoli dell’acciaieria Azovstal e le Nazioni Unite hanno confermato la riuscita dell’evacuazione di 101 civili, dall’altro il vicecomandante del reggimento Azov ha fatto sapere che “attualmente è in corso un potente assalto al territorio dell’Azovstal, con l’appoggio di mezzi corazzati, carri armati, tentativi di sbarco di truppe, con l’ausilio di barche ed un gran numero di elementi di fanteria”.  Occorre tenere presente che, secondo quanto spiegato dal direttore generale del sito Enver Tskitishvili “l’Azovstal dispone di 5 rifugi antiaerei in grado di resistere all’attacco di una testata nucleare, dove ci sarebbero ancora 300 civili, tra cui 30-40 bambini, e feriti che necessitano di cure. Tra il terreno e il soffitto dei tunnel di comunicazione tra i vari rifugi – che sono ancora più profondi – ci sono almeno 8 metri di spessore”.

Se a Mariupol le truppe russe stanno provando a sferrare l’attacco finale all’acciaieria Azovstal sembra, invece, stiano riscontrando qualche difficoltà per quanto riguarda l’offensiva nel Donbass. Serhiy Haidai, il governatore della regione di Luhansk, ha dichiarato che “12 attacchi russi sono stati respinti con successo nelle regioni di Luhansk e Donetsk, in Donbass: distrutti sei carri armati, cinque sistemi di artiglieria, 22 unità di veicoli corazzati da combattimento ed otto veicoli”.

Colpisce, comunque, il fatto che numerosi civili ucraini siano stati letteralmente deportati in zone remote della Russia.  “Abbiamo verificato le liste dei residenti deportati dai russi nel loro Paese, attualmente sono quasi 40.000 persone i nostri cittadini vengono portati ai margini della Russia, dato loro un certificato di immigrazione e usati per diversi lavori perché lì non c’è nessuno che lavori”, ha spiegato il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko aggiungendo che “i russi stanno costringendo i cittadini a svolgere diversi compiti nella stessa Mariupol, come rimuovere i detriti e bruciare i corpi dei civili uccisi: stanno nascondendo i loro crimini”. A denunciare le atrocità della guerra è intervenuta anche la procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, che ha accusato la Russia di “usare lo stupro come tattica di guerra”, ed ha definito il presidente russo, Vladimir Putin “il principale criminale di guerra del 21esimo secolo”.  Venediktova ha spiegato che l’Ucraina sta raccogliendo informazioni su accuse di violenza sessuale, tortura ed altri presunti crimini di guerra da parte delle forze russe. Al completamento della prima fase delle indagini sui crimini di guerra russi a Irpin, nei pressi di Kiev la procuratrice generale  ha riferito che “sono stati trovati 290 cadaveri, di cui 161 sono uomini, 73 donne e un bambino. Di questi 105 non sono stati ancora identificati: il 70% della città è stato danneggiato”.

Sul fronte diplomatico è intervenuto un incontro telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente francese Emmanuel Macron, il primo dopo il massacro di Bucha. Secondo una nota diffusa dal Cremlino nel corso della telefonata di due ore Putin ha informato Macron sui dettagli dell’operazione speciale” e sull’evacuazione dei civili da Azovstal ma ha sottolineato “I paesi Ue ignorano i crimini di guerra delle forze ucraine e i loro bombardamenti sulle città e i villaggi del Donbass. L’Occidente potrebbe aiutare a fermare queste atrocità esercitando un’adeguata influenza sulle autorità di Kiev, nonché interrompendo la fornitura di armi all’Ucraina”, ha affermato Putin aggiungendo che Kiev è lacunosa nella “preparazione per un lavoro serio” nei colloqui di pace. Macron, si legge sempre nella nota nel Cremlino, ha espresso la sua preoccupazione per l’insicurezza alimentare globale creata dalla guerra e Putin gli ha risposto che sono le sanzioni in primo lungo la causa.

Intanto l’Ue sta lavorando ad un nuovo pacchetto di sanzioni. Lo ha fatto sapere l’ Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera. “La guerra non provocata della Russia contro l’Ucraina influisce sulla sicurezza globale. Stiamo lavorando al sesto pacchetto di sanzioni, che mira ad escludere dallo Swift più banche, elencare gli attori della disinformazione e affrontare le importazioni di petrolio”,  ha scritto Borrell in un twitt aggiungendo che “queste misure saranno presentate al Consiglio per l’approvazione”.

draghi-annuncia-rinascitaMario Draghi, il presidente del Consiglio italiano, intervenendo alla Plenaria dell’Eurocamera ha ribadito che “la guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica”. Per Draghi: “In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste. L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati; sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi”. Il Premier ha, inoltre, sottolineato che l’Europa “può e deve avere un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo per via della nostra geografia, che ci colloca accanto a questa guerra, e dunque in prima linea nell’affrontare tutte le sue possibili conseguenze. Dobbiamo farlo per via della nostra storia, che ci ha mostrato capaci di costruire una pace stabile e duratura, anche dopo conflitti sanguinosi. L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”. Una disponibilità che viene ribadita anche per quel che riguarda i negoziati di adesione all’Ue che riguardano alcuni paesi. “La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’UE”.

Nel frattempo il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha confermato che il Regno Unito invierà altri aiuti militari all’Ucraina nelle prossime settimane nell’ambito di un “pacchetto di supporto” del valore di 300 milioni di sterline, circa 350 milioni di euro. “Nelle prossime settimane, noi nel Regno Unito vi invieremo missili anti-nave Brimstone, sistemi antiaerei Stormer” e radar, ha precisato Johnson nel suo intervento al Parlamento ucraino. “L’Ucraina vincerà contro la Russia e sarà un Paese libero. Voi siete i padroni del vostro destino nessuno può e potrà imporre nulla agli ucraini. Avete sfatato il mito dell’invincibilità di Putin”. ha aggiunto il premier britannico.

Al di là dei tentativi diplomatici, gli aiuti e le sanzioni aumenta di giorno in giorno il numero delle vittime. Secondo gli ultimi dati  dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, dall’invasione russa dell’Ucraina, sono 3.193 le vittime accertate fra i civili, compresi 72 bambini, 71 ragazze, 84 ragazzi e 734 donne. I feriti sono 3.353.