Ucraina: la vicenda dell’incrociatore russo Moskva, Putin: “L’Europa non può sostituire il gas russo”

di Emilia Morelli

L’incrociatore russo Moskva, nave ammiraglia schierata nel Mar Nero, è in difficolta per un incendio a bordo, resta incerta tuttavia la natura dell’incendio. “L’incrociatore  non è affondato” e “l’armamento missilistico principale” a bordo dell’ammiraglia nel mar Nero “non è stato danneggiato nell’incidente”, si sono affrettati a fare sapere i russi per controbattere all’esultanza sventolata dagli ucraini che avevano dichiarato “Colpita con due missili Neptune e affondata”.  Secondo i russi le munizioni a bordo sarebbero esplose a seguito di un incendio e l’intero equipaggio sarebbe stato evacuato: “Nessun ferito”. Ai gravi danni dichiarati a poche ore dall’incidente è seguita una nuova comunicazione della Difesa russa: “Mantiene la sua capacità di galleggiamento. L’armamento missilistico principale non è stato danneggiato”. Una tale attenzione verso l’incrociatore russo è giustificata dal grande peso che riveste per la flotta russa: l’ammiraglia è armata con 16 missili da crociera “Vulkan”, antinave, che hanno una portata di almeno 700 km (440 miglia). Il possibile “affondamento” ridurrebbe, quindi, notevolmente l’arsenale degli ordigni sulle navi della flotta russa nel Mar Nero. Secondo gli esperti Usa del Center for International Maritime Security “se fosse confermato l’affondamento del Moskva ciò rappresenterebbe un enorme successo per le forze ucraine, tanto più che i missili Neptune sono un’arma di fabbricazione ucraina sviluppata sulla base del missile cruise sovietico Kh-35″.  Si tratterebbe, ad ogni modo, nel caso di conferme, della seconda unità navale persa dai russi. La vicenda dell’incrociatore russo si connota, inoltre, di un valore simbolico per l’Ucraina, considerando è una una delle navi che nei primi giorni del confitto minacciava di bombardare la piccola isola dei Serpenti, lo stesso luogo dove sarebbe stata colpita. Ora, però, la città di Odessa teme ripercussioni.

Se per la vicenda dell’incrociatore russo ci si è affrettati a smentire che il danneggiamento sia stato causato da un attacco ucraino la Russia  ha accusato Kiev di attacchi aerei. “Membri del servizio ucraino sono entrati illegalmente nello spazio aereo russo con due elicotteri da combattimento dotati di armi offensive pesanti. Si sono spostati deliberatamente a bassa quota, effettuando almeno sei attacchi aerei su edifici residenziali nell’abitato di Klimovo, situato nel distretto di Klimovsky, nella regione di Bryansk”, ha fatto sapere il Comitato investigativo russo. La Russia ha, inoltre, denunciato un attacco ucraino a Belgorod. Kiev ha respinto le accuse.  Secondo il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa, “i servizi speciali nemici hanno iniziato ad applicare un piano per effettuare attacchi terroristici al fine di alimentare un’isteria anti-ucraina in Russia”.

Intanto è sempre più grave la situazione umanitaria a Mariupol. “I corridoi umanitari sono quasi inesistenti, perché i militari russi non informano le persone chiuse nei rifugi. L’unico modo per uscire e andare in Crimea o Russia, dove alla frontiere alcuni ci dicono di essere stati umiliati e costretti a stare nudi di fronte ai soldati. Nella città manca cibo e continuano il saccheggio dei negozi mentre molti sono stati costretti a bere acqua di neve. I primi a morire sono i bimbi più piccoli, per la fame”, hanno riferito alcuni rifugiati di Mariupol, giunti a Dnipro da una settimana. Per il resto si sta assistendo ad un ritorno in patria di ucraini che avevano abbandonato il loro Paese, sono già quasi un milione.  Sono rientrati circa 870mila ucraini, a un ritmo di 25mila/30mila al giorno. Secondo i dati dell’Onu, sono comunque oltre 4,5 milioni le persone hanno lasciato il Paese dall’inizio della guerra. “La nostra gloriosa città di Kharkiv è stata duramente attaccata. La città è praticamente paralizzata, la gente è nei rifugi antiatomici da due giorni, e Mykolayiv, con tutto il sud-est ucraino e l’eroica Mariupol resistono ancora”, ha descritto l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, aggiungendo, “Ma nei villaggi e nelle città dell’Ucraina sono arrivate le cicogne che costruiscono i loro nidi sopra le case distrutte e i nuovi cimiteri. Arriva la primavera, e la vita continua. Gli ucraini sanno sopravvivere, e con la loro vitalità, la loro capacità di resistere alla guerra ci danno speranza. Speranza che scaturisce dalla fede nel Cristo risorto, nella Pasqua del Signore alla quale ci stiamo preparando. L’Ucraina resiste. L’Ucraina vive. L’Ucraina sta combattendo”.

Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky  si è rivolto ai paesi europei che continuano ad acquistare gas e  petrolio russo affermando che si tratta di “soldi sporchi del sangue di altre persone”. Zelensky ha chiamato in causa soprattutto la Germania e l’Ungheria, accusandole di bloccare gli sforzi per un embargo sulle vendite di energia, da cui la Russia dovrebbe guadagnare oltre 300miliardi di dollari quest’anno. “Alcuni dei nostri amici e partner capiscono che ora è un momento diverso, che non è più una questione di affari e denaro, ma è una questione di sopravvivenza”, ha aggiunto il presidente ucraino.

Anche il presidente Vladimir Putin è tornato a parlare di gas affermando che “adesso non c’è possibilità di sostituire il gas russo in Europa” e  ha evidenziato che “Gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi”. Secondo il leader del Cremlino, comunque, la rottura dei rapporti con l’occidente non scalfirà l’economia russa. “E’ necessario provvedere alla costruzione di nuovi oleodotti e gasdotti dai giacimenti della Siberia occidentale e orientale”, ha spiegato Putin aggiungendo, “Per quanto riguarda l’esportazione di risorse energetiche, è necessario accelerare l’attuazione di progetti infrastrutturali, ferroviari, oleodotti, portuali, che nei prossimi anni consentiranno di reindirizzare le forniture di petrolio e gas dall’Occidente verso mercati promettenti al Sud e all’Est. Allo stesso tempo, è importante guardare al futuro, insieme alle compagnie petrolifere e del gas, per elaborare un piano per espandere le infrastrutture di esportazione verso i paesi dell’Africa, dell’America Latina e della regione Asia-Pacifico”, Secondo Putin, “anche l’aumento della capacità di trasbordo di petrolio nei porti dell’Artico e dell’Estremo Oriente è un compito molto importante”.

Sul fronte diplomatico, nonostante gli avvenimenti che connotano le cronache quotidiane, la Turchia sta ancora lavorando per organizzare un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelenskiy. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu affermando che la Turchia continua ad affrontare i colloqui tra i presidenti russo e ucraino con “cauto ottimismo”. “Sappiamo che gli argomenti critici saranno decisi a livello di leader, quindi cercheremo di riunire i leader”, ha aggiunto. Cavusoglu ha riconosciuto che i recenti eventi di presunti crimini di guerra nelle città ucraine di Bucha e Irpin hanno “creato un’atmosfera negativa da parte ucraina”. “Nonostante tutte queste sfide, il presidente Zelensky ha affermato che i colloqui potrebbero continuare. Ma ci vogliono due leader per dire di sì. Soprattutto il presidente Putin”, ha concluso il ministro degli Esteri turco.

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