Ucraina: l’Onu predispone un nuovo tentativo di evacuazione dei civili da Mariupol, Commissione Ue: “Pagare il gas in rubli significa aggirare le sanzioni”

di Mario Tosetti

“Bombardato l’ospedale da campo militare che si trova nell’acciaieria Azovstal: ci sono morti e nuovi feriti”, hanno fatto sapere i militari del battaglione Azov che hanno pubblicato su Telegram anche un video nel quale si vedono i corpi dei soldati intrappolati sotto le macerie.  “La sala operatoria è distrutta. Continuano a bombardare ma la Convenzione di Ginevra garantisce la protezione delle istituzioni mediche ospedaliere e ai feriti dovrebbe essere fornita l’assistenza necessaria senza discriminazioni di alcun tipo”. Intanto l’Onu, secondo quanto dichiarato da un rappresentante delle Nazioni Unite in Ucraina,  sta preparando un nuovo tentativo di evacuazione di civili da Mariupol. Si tenta, infatti, di mettere in salvo i civili nascosti nei cunicoli sotterranei della fabbrica.   “Sto andando a Zaporizhzhia per preparare un’evacuazione da Mariupol. L’Onu è pienamente mobilitata per aiutare a salvare vite ucraine e assistere coloro che ne hanno bisogno”, ha scritto su Twitter la coordinatrice umanitaria dell’Onu in Ucraina Osnat Lubrani.

Nel frattempo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, è intervenuta affermando che “la Russia non ha ancora ricevuto una  risposta dall’Ucraina in merito all’accordo proposto per risolvere la  crisi. Apparentemente non sembrano particolarmente interessati al processo  negoziale”. Per Zakharova il motivo è da ricercarsi nel fatto che “gli occidentali stanno chiaramente incoraggiando l’Ucraina ad attaccare il territorio russo utilizzando le armi inviate a Kiev. In altre parole, l’Ovest invita chiaramente Kiev ad attaccare la Russia anche con armi ricevute dai paesi Nato”.

Tra i pericoli innescati dalla guerra vi è, anche, la minaccia nucleare. In particolare, il Direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), Rafael Grossi, si è detto “preoccupato” per il mancato accesso alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhia, controllata dalle forze russe. “La situazione negli impianti nucleari ucraina è in cima alla mia lista di preoccupazioni”, ha spiegato Grossi aggiungendo, “Il sito di Zaporizhia è ancora sotto controllo russo e il regolatore ucraino non può intervenire, ma occorre svolgere al più presto alcune operazioni, sia dal punto di vista delle ispezioni che della sorveglianza e della sicurezza. Le nostre consultazioni proseguono, prima di tutto con l’Ucraina ma anche con la Russia”, è in proposito previsto un incontro con i soggetti responsabili “nei prossimi giorni”. Quanto alla notizia del sorvolo della centrale da parte di due missili russi a bassa quota, il Direttore generale dell’Aiea ha spiegato di aver ricevuto dei video: “Stiamo verificando ma se l’episodio venisse confermato sarebbe molto grave”.

Quanto, invece, al gas, prezioso combustibile utilizzato come arma di ritorsione nei confronti delle sanzioni occidentali, secondo un’analisi dell’ Enstog, la Rete Europea dei Gestori dei Sistemi di Trasporto del Gas, “in uno scenario di interruzione dell’approvvigionamento di gas russo a partire dal 1° aprile, la maggior parte dei paesi europei non raggiungerebbe l’obiettivo del livello di stoccaggio dell’80% o del 90% il 1°ottobre”.  Al contempo, però, il portavoce della Commissione europea non ha potuto fare a meno di evidenziare che “la Russia ha prefigurato un sistema che implica una serie di tappe che fanno sì che le imprese importatrici di gas che pagano in euro o in dollari non possono considerare pienamente effettuata la transazione fino a quando non c’è stata la conversione in rubli. Di conseguenza si tratta di un sistema che aggira le sanzioni”.  Secondo l’analisi della Commissione, in relazione al decreto russo sul pagamento del Gas con cui si esige per le società europee l’apertura di un secondo conto presso Gazprombank al fine di convertire in rubli i pagamenti effettuati in dollari o euro, ha proseguito il portavoce: “la domanda che viene posta è se rispettare il decreto violerebbe le sanzioni. La risposta chiara è sì,  e stiamo stanno dando linee guida agli Stati membri per spiegare il perché. Le autorità russe hanno messo in atto un sistema molto sofisticato che coinvolge una serie di passaggi e significa che le società pagheranno in una valuta e il loro pagamento verrà convertito in rubli da qualcun altro a un tasso di cambio e con dei tempi su cui non abbiamo controllo. Abbiamo un quadro per le sanzioni, deciso dagli Stati membri, ed è la base per l’analisi su quali azioni possano venir fatte”. Tra i Paesi membri si rilevano, comunque, reazioni differenti. La Finlandia, ad esempio, non ha alcuna intenzione di pagare il gas in rubli mentre l’Ungheria certamente si adeguerà alle richieste russe. Inoltre, è già emerso che quattro Paesi europei hanno già pagato le forniture in rubli, mentre altri 10 hanno aperto il conto corrente presso Gazprombank.

Sul fronte internazionale dagli Usa arriva la notizia che Joe Biden chiederà al Congresso di autorizzare 33 miliardi di dollari, di cui 20 per aiuti militari, per sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Lo ha riferito un alto dirigente dell’amministrazione Usa. “Finché continueranno gli assalti e le atrocità, continueremo ad aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa”, inviando “altre armi e nuovi aiuti”, ha detto Biden illustrando le sue intenzioni dalla Casa Bianca. Inoltre, “di concerto con la sua richiesta al Congresso di nuovi aiuti per Kiev, il presidente Biden invierà una proposta per un pacchetto legislativo per la confisca dei beni degli oligarchiche consentirà al governo di utilizzare i proventi per sostenere l’Ucraina”, si legge in una nota dell’amministrazione.

Per quanto riguarda l’Italia durante l’audizione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini al Copasir si sono “condivisi i contenuti del secondo Decreto interministeriale che autorizza la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, sui quali il Comitato ha convenuto con il Governo nella apposizione del vincolo di segretezza, e gli esiti della riunione svoltasi nella base americana di Ramstein in Germania lo scorso 26 aprile con la partecipazione dei Paesi alleati nel sostegno al governo di Kiev”. Lo ha reso noto il presidente del Copasir , Adolfo Urso.

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