Ucraina: Mosca accusa Kiev di attacco sul territorio russo a Belgorod, riprendono i negoziati

di Carlo Longo

Nel giorno in cui riprendono i negoziati, questa volta in videoconferenza, la Russia accusa l’Ucraina di aver compiuto il primo attacco su suolo russo dall’inizio dell’invasione. Si tratta un raid contro la città russa di Belgorod, che si trova al di là del confine settentrionale ucraino: due elicotteri hanno lanciato missili, facendo scoppiare un deposito di petrolio. Il Cremlino ha sostenuto che il raid al deposito di carburante non crea le condizioni favorevoli per portare avanti i colloqui di pace, secondo quanto espressamente dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha aggiunto il presidente russo Vladimir Putin è stato informato dell’incidente e che si sta facendo tutto il possibile per riorganizzare la catena di approvvigionamento del carburante per evitare interruzioni nella città. Kiev però non ha confermato la paternità dell’attacco. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in particolare non ha nè smentito nè confermato le accuse: “Non posso né confermare né respingere la dichiarazione secondo cui l’Ucraina è coinvolta in questo attacco perché non possiedo tutte le informazioni militari”, ha affermato Kuleba.

Che la paternità o meno dell’attacco a Belgrod sia riconducibile a Kiev in Ucraina l’offensiva prosegue con uguale intensità. A Kharkiv è stata “completamente distrutta” dai bombardamenti aerei l ‘Università Nazionale di Karazin. Lo ha riferito il viceministro dell’Istruzione ucraino Andriy Vitrenko, che ha aggiunto che corsi e le attività verranno spostati in un “luogo più sicuro”. Kazanin era uno dei principali atenei dell’Ucraina, il secondo più antico dopo quello di Leopoli. A Kiev, città dove l’offensiva sarebbe dovuta diminuire, il sindaco, Vitaliy Klitschko, ha affermato che si stanno combattendo “enormi” battaglie a nord e ad est della capitale ucraina.  Il governatore regionale di Kiev ha fatto sapere che le forze russe si stavano ritirando in alcune aree intorno alla capitale ma, al contempo, stanno rafforzando le loro posizioni in altre. A Chernihiv, città dell’Ucraina settentrionale in cui parimenti era stata promessa un’attenuazione degli attacchi, il sindaco Vladyslav Atroshenko ha affermato che  “alcuni proiettili hanno colpito direttamente l’ospedale regionale e uno degli edifici, l’unità oncologica, è stata completamente distrutta. Tre persone hanno riportato gravi ferite”. Le truppe russe si sono, invece, ritirate dalla centrale di Chernobyl secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha annunciato che il governo di Kiev ha ora di nuovo il controllo della centrale nucleare di Chernobyl, caduta in possesso russo all’inizio dell’invasione,  e che lavorerà con l’agenzia atomica dell’Onu (Aiea) per determinare cosa abbiano fatto i russi e arginare eventuali pericoli.  Kuleba ha, inoltre accusato i russi di essersi comportati in modo irresponsabile nell’impianto nelle oltre quattro settimane in cui ne hanno avuto il controllo, impedendo allo staff di adempiere ai propri obblighi e scavando fossati in zone contaminate. Secondo le informazioni pervenute al ministro ucraino il governo russo ha deliberatamente esposto i soldati a radiazioni, mettendo in pericolo la loro salute. A Mariupol, invece, è in corso l’evacuazione di circa 2mila civili. Molte auto private si sono unite ai 42 bus scortati dai veicoli della Croce rossa e del Servizio di emergenza ucraino dalla vicina Berdyanske diretti verso Zaporizhzhia, ha affermato il consiglio comunale di Mariupol su Telegram,.

Intanto, come da decreto presidenziale firmato dal presidente russo Vladimir Putin, Gazprom ha iniziato a notificare ai clienti il nuovo meccanismo per i pagamenti del gas dando indicazioni tecniche, dopo che il Cremlino ha ordinato un nuovo sistema che prevede obbligatoriamente la conversione dei pagamenti in rubli. Lo ha fatto sapere  il gruppo statale russo del gas nel suo canale Telegram,  spiegando che “come società russa Gazprom è incondizionatamente e pienamente assoggettata alla legge russa “ma che “è un partner responsabile e continuerà ad esportare gas ai clienti in maniera sicura”. Di contro i governi europei sono compatti nel rifiutare il ricatto di Vladimir Putin di pagare in rubli le forniture di gas e stanno valutando quali siano le vere intenzioni del Cremlino a riguardo. Gli ambasciatori Ue si sono incontrati per discutere la questione e, da quanto riferito, dalla riunione è emersa una chiara indicazione da parti di tutti i 27 sul fatto che i contratti debbano essere osservati e rispettati nelle valute previste, vale a dire euro o dollari.

Nel frattempo continua il tentativo turco di creare le premesse di una soluzione diplomatica del conflitto e predisporre l’incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha, infatti,  dichiarato che per l’incontro tra i presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodimir Zelensky, c’è stato un “positivo avvicinamento” che potrebbe portare alla definizione di una data per l’incontro. “Ho parlato con Zelensky  e con Putin. Con il risultato del negoziato che ha avuto luogo tra delegazioni è ora tempo che i due leader si parlino per compiere dei passi per risolvere l’impasse legata allo status di Donbass e Crimea”, ha detto il presidente turco. Secondo quanto dichiarato da Erdogan dovrebbe definirsi una data per l’incontro e la Turchia è disponibile ad ospitarlo.”Zelensky ha un approccio positivo, come anche Putin in passato”, ha aggiunto Erdogan che però al termine del colloquio con Putin non ha fatto sapere alcuna data certa.

Dalla Cina, a seguito di un summit con l’Ue perviene un auspicio di pace. Insistere sulla promozione dei colloqui di pace, prevenire una crisi umanitaria più ampia, costruire una pace duratura in Europa ed Eurasia, e prevenire il diffondersi dei conflitti regionali: sono le quattro proposte del presidente cinese Xi Jinping per risolvere la guerra tra Ucraina e Russia. Nel resoconto dei media ufficiali, Xi ha notato che “la crisi in Ucraina si è aggiunta alla lunga pandemia del Covid-19 e a un’incerta ripresa economica globale”. Cina e Ue, quali “grandi forze, grandi mercati e grandi civiltà, devono aumentare la comunicazione sulle questioni su pace e sviluppo globali”. “E’ in gioco la reputazione della Cina. Si tratta di fiducia, affidabilità e decisioni su investimenti a lungo termine. Ogni giorno gli scambi tra Ue e Cina ammontano a 2 miliardi di euro. Quelli tra Cina e Russia a 330 milioni. Nessuno ha interesse a prolungare la guerra e a sconvolgere ulteriormente l’economia mondiale”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un lungo colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in cui, secondo quanto scritto da Zelensky su Twitter i due hanno parlato “di contrastare l’aggressione russa”, “del processo negoziale, del corso e delle prospettive, dell’importanza delle garanzie di sicurezza”. “L’iniziativa francese sui corridoi umanitari da Mariupol deve essere attuata!”, ha aggiunto il capo dello stato ucraino. Dopo il  colloquio  Macron ha ricevuto all’Eliseo il sindaco della città ucraina di Melitopol, Ivan Fedorov, al quale ha promesso che continuerà a sostenere Kiev di fronte all’invasione russa. Fedorov, che si è recato in Francia insieme a 4 deputate ucraine, è stato uno dei sindaci ucraini  prigionieri dalle forze russe e poi liberato. “Siamo contenti di vederla qui, libero e non oso immaginare quello che ha vissuto, siamo rimasti tutti sconvolti quando l’hanno portata via”, ha detto il presidente francese al primo cittadino di Melitopol. Dopo il rapimento di Fedorov, l’11 marzo, Zelensky aveva telefonato a Macron e al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, chiedendo aiuto per la sua liberazione.

Al contempo le Nazioni Unite lanciano l’ennesimo allarme sul numero di rifugiati ucraini in fuga dalla guerra nel loro Paese, il cui numero ha superato i 4,1 milioni. “Obbligati ad andare via per salvarsi la vita. Costretti a lasciare le loro case. Costretti a separarsi dalla famiglia. Questa tragedia deve finire”, si legge a chiare lettere nella nota dell’Onu.   Il flusso di persone in fuga attraverso i confini occidentali per sfuggire all’assalto russo si è attestato a circa 40.000 al giorno nell’ultima settimana. L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha affermato che 4.102.876 ucraini sono fuggiti dal paese dall’invasione del 24 febbraio, una cifra in aumento di 43.771 unità rispetto ai numeri di ieri. Più di 3,4 milioni sono fuggiti a marzo. Donne e bambini rappresentano il 90 per cento di coloro che sono fuggiti. La metà di questi sono bambini.   Quasi sei rifugiati ucraini su 10 (2.384.814 finora) sono entrati in Polonia. A seguire la Romania con un totale di623.627 ucraini, mentre in Ungheria sono entrati al momento374.535 ucraini. Un totale di 292.039 persone hanno attraversato il confine dell’Ucraina con la Slovacchia.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati