Ucraina: negoziati sospesi, Ue approva quarto pacchetto di sanzioni, premier ucraino: “Fermare l’invasione prima che l’Europa sia in fiamme”

di Emilia Morelli

Nelle ore appena trascorse le diplomazie sono a lavoro per tentare di trovare una mediazione sulla crisi in Ucraina. Da un lato  i negoziati in videoconferenza tra Ucraina e Russia, dall’altro a Roma c’è stato l’incontro tra i delegati di Usa e Cina, Jack Sullivan e  Yang Jiechi.

Per quanto riguarda i negoziati tra Kiev e Mosca è stata disposta “una pausa tecnica dei negoziati fino a domani”, secondo quanto riferisce in un post su Twitter il consigliere del presidente ucraino  Volodymyr Zelensky, Podolyak. La pausa è stata determinata dalla necessità di “lavoro aggiuntivo dei sottogruppi e chiarimenti su singole definizioni” ha spiegato Pololyak aggiungendo “Le parti stanno esprimendo attivamente le proprie specifiche posizioni. La comunicazione è trattenuta ma è difficile. La ragione della discordia sono i sistemi politici troppo diversi. L’Ucraina è per un dialogo libero all’interno della società e un consenso obbligatorio. La Russia dà ultimatum”. In particolare, sottolinea Poloyak,  i colloqui sono incentrati sul cessate il fuoco, sul ritiro delle truppe russe e sulle garanzie di sicurezza per l’ucraina. Un atteggiamento più positivo lo mostra Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio di Zelensky, secondo cui la posizione di Mosca è cambiata e sembra essere più costruttiva. “Invece di darci un ultimatum o linee rosse o chiedere all’Ucraina di arrendersi, ora sembrano  avviare negoziati costruttivi”, ha detto Zhovkva.

Per quanto riguarda, invece, l’incontro a Roma tra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito Comunista cinese Yang Jiechi non è stato disposto alcun punto stampa e all’incontro a porte chiuse sono stati ammessi esclusivamente un fotografo americano e uno cinese. Prima dei colloqui, lo statunitense Jake Sullivan ha avvertito la Cina di evitare di aiutare la Russia a eludere le sanzioni imposte dall’Occidente. Sullivan punta ad aprire un canale con Pechino per “una forte risposta internazionale e per delineare una strategia di sicurezza globale”. Al centro del colloquio anche il peso delle sanzioni, che la Cina ha criticato duramente e che gli Usa intende incrementare, mettendo in guardia chiunque aiuti Putin a evitarle. Tuttavia, alla vigilia dell’incontro la Cina ha accusato gli Usa di disinformazione in relazione alla notizia pubblicata sul Financial Times secondo cui la Russia avrebbe chiesto a Pechino supporto militare ed economico nell’invasione all’Ucraina.  Il Financial Times però ha nuovamente rilanciato la notizia andando oltre la richiestae affermando che la Cina sarebbe disponibile a supportare militarmente la Russia al punto che il Pentagono ha fatto sapere “Se la Cina dovesse scegliere di sostenere materialmente la Russia in questa guerra, probabilmente ci saranno conseguenze per la Cina”. Si terrà invece martedì 15 marzo l’incontro tra il consigliere diplomatico di Mario Draghi e Sullivan. Mentre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha apprezzato il vertice tra i due paese: “Se Stati Uniti e Cina stanno parlando dell’Ucraina, vuol dire che sta andando avanti quella linea che noi come governo italiano stiamo incoraggiando in tutte le sedi”.

Ulteriore spinta alla mediazione perviene da Israele, Paese invocato dal presidente ucraino come capace di svolgere “un ruolo importante”. Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ha riferito oggi di “contatti costanti” con il Consigliere per la sicurezza nazionale israeliana, Eyal Hulata, nell’ambito delle iniziative di Israele per mediare tra Ucraina e Russia. “Israele ha intrapreso la difficile ma nobile missione di mediare nella ricerca della pace e per porre fine all’aggressione russa contro l’Ucraina abbiamo anche un dialogo intenso sulla sua partecipazione alle questioni umanitarie. Siamo in costante contatto con il Consigliere per la sicurezza nazionale e Presidente del Consiglio di sicurezza nazionale Eyal Hulata. E i primi risultati sono già stati raggiunti: nell’ambito dell’evacuazione, saranno accettati in Israele i familiari degli ucraini già presenti nel Paese. Ringrazio i miei colleghi e spero nel successo dei nostri sforzi diplomatici congiunti”, ha affermato Yermak.

Intanto gli ambasciatori dell’Unione europea hanno approvato il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia, lo rende noto la presidenza francese dell’Ue. Gli ambasciatori hanno approvato anche  una dichiarazione  rivolta all’ Organizzazione mondiale del commercio (Wto) sull’aggressione russa contro l’Ucraina e inerente lo stop all’esame dell’applicazione della Bielorussia all’organizzazione e alla sospensione dell’applicazione alla Russia della clausola della nazione più favorita, quella con la quale gli Stati contraenti si impegnano a concedersi reciprocamente il trattamento più favorevole che abbiano concesso o eventualmente concederanno in futuro, in materia di dazi e tasse doganali.

Dal punto di vista militare continuano gli attacchi  e continuano a morire persone innocenti. Il leader della Cecenia e fedelissimo di Putin Ramzan Kadyrov ha affermato in un video postato su Telegram di essere vicino Kiev a Gostomel. “L’altro giorno eravamo a circa 20 chilometri da voi nazisti, ora siamo ancora più vicino”, ha detto esortando le forze ucraine ad arrendersi o “vi finiremo”. Kadyrov, accusato dalle Ong internazionali di gravi violazioni dei diritti umani nella repubblica del Caucaso, avvicinandosi a Kiev rappresenta una minaccia diretta oltre a tutta la popolazione anche alla persona di Zelensky. Al contempo, anche i primi 400 mercenari siriani arruolati dalla Russia sarebbero arrivati ai confini dell’Ucraina. Lo riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian, che riferisce di centri di alloggio e addestramento allestiti vicino alla frontiera nelle regioni di Rostov, in Russia, e Gomel, in Bielorussa. Secondo l’osservatorio per i diritti umani in Siria i miliziani arruolati nel paese da Mosca sono oltre 40 mila. Oltre ai sindaci di Dniprorudne, Yevhen Matveyev, e Melitopol, Ivan Fedorov, le forze russe hanno sequestrato anche il presidente del Consiglio distrettuale di Melitopol, Sergiy Pryima, e la vice Presidente dell’oblast di Zaporizhzhya, Leila Ibrahimova. Sarebbero, poi,  stati rapiti nella regione di Kherson e Zaporizhzhya almeno altri quattro attivisti, e un attivista in sedia a rotelle della regione di Luhansk, già detenuto dalle autorità della autoproclamata repubblica popolare filo russa, Olaksandr Kononov, sarebbe stato ucciso ieri nella sua casa vicino a Severodonetsk.

“La Russia non esclude di prendere il “controllo totale” delle grandi città ucraine, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov sottolineando “Putin ha dato l’ordine di evitare qualsiasi assalto immediato alle grandi città perché le perdite di civili sarebbero ingenti” ma che “il ministero della Difesa non esclude la possibilità di mettere le grandi città sotto il suo controllo pieno controllo al fine di garantire la massima sicurezza della popolazione civile”.

La situazione sul campo vista dalla Difesa Usa non sembra però propendere totalmente in favore della Russia, “quasi tutti” gli assalti della Russia in Ucraina “sono in stallo”, inclusa l’avanzata del famigerato convoglio nel nord del Paese di cui si parla da giorni e gli assalti alle città di Chernihiv e Kharkiv. Le forze russe, a  quanto risulta, hanno spostato una colonna di circa trenta veicoli verso la città di Izium, presumibilmente per bloccare il flusso delle forze ucraine dalla parte occidentale del paese. Lo riferisce un alto funzionario della Difesa Usa.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cancellato il suo intervento di oggi al Consiglio d’Europa per “circostanze urgenti”.  Al suo posto si è collegato in video invece il premier Denys Smihal: “È arrivato il momento di fermare questa invasione – ha detto – prima che l’Europa sia in fiamme. Il mondo ha finalmente aperto gli occhi” sulle vere intenzioni del presidente russo Vladimir Putin, le forze russe “si comportano come terroristi”. Smihal ha inoltre denunciato che Mosca starebbe “mobilitando i residenti della Crimea per le forze armate russe, obbligando persone protette dalla Convenzione di Ginevra ad arruolarsi nelle forze armate di uno Stato nemico”.

Arriva, inoltre, il bilancio delle vittime dell’Onu. Almeno 636 civili sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, secondo stime delle Nazioni Unite. Sono 40 decessi rispetto al precedente aggiornamento giornaliero. Tra i morti ci sono sei ragazze, 10 ragazzi e altri 30 bambini il cui sesso non è noto. I feriti tra la popolazione sarebbero invece almeno 1125. In gran parte sono state causate da artiglieria pesante, missili e attacchi aerei. Le cifre, riconosce la stessa Onu, sono con tutta probabilità sottostimate, a causa della difficoltà di ricevere informazioni dalle zone dove sono in corso intense ostilità.

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