Ucraina: nulla di fatto con l’incontro Lavrov-Kuleba, la Russia ha ammesso di utilizzare armi termobariche, Putin: “Mantengo impegni col gas”

di Emilia Morelli

L’incontro tra i ministri degli Esteri russo e ucraino, Lavrov e Kuleba, che per la prima volta dall’inizio del conflitto si trovavano faccia a faccia in un trilaterale di fronte all’omologo turco, si è concluso con un nulla di fatto. Dymtro Kuleba ha sottolineato la totale mancanza di progressi. “Abbiamo parlato di un cessate il fuoco  ma non sono stati compiuti progressi in questa direzione”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino aggiungendo però con Lavrov hanno deciso di continuare i colloqui in questa forma. “Io ho fatto del mio meglio per trovare una soluzione diplomatica alla tragedia umanitaria che sta avvenendo sul campo di battaglia e nelle città assediate”, ha spiegato Kuleba, dicendosi “pronto a continuare l’impegno per porre fine alla guerra e alle sofferenze dei civili”.

Sergej Lavrov ha, invece, affermato che l’incontro di oggi non era sostitutivo dei negoziati che si svolgono in territorio bielorusso e pertanto non finalizzato alla soluzione di questioni pratiche. “Non mi stupisco che Kuleba abbia detto non siamo riusciti a trovare un accordo sul cessate il fuoco. Qui però non dovevamo parlare di cessate il fuoco”, ha detto Lavrov aggiungendo “Noi siamo sempre d’accordo a incontrarci se riusciamo a risolvere qualche problema. Putin non rifiuta l’incontro con il presidente Zelensky ma occorre un “lavoro di preparazione”. Lavrov ha poi risposto ai giornalisti durante la conferenza stampa ribadendo: “Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato. Non abbiamo intenzione di attaccare nessun paese europeo”. Il ministro russo ha anche assicurato che “l’operazione speciale in Ucraina sta andando secondo i piani e dice di non voler credere all’inizio di una guerra nucleare”. E sulla fornitura di armi all’Ucraina dall’estero, il ministro ha precisato: “Vediamo quanto pericolosamente i nostri colleghi occidentali si stiano comportando, compresa l’Unione Europea, che, in violazione di tutti i suoi principi e valori, incoraggia la fornitura di armi letali all’Ucraina, inclusi migliaia di sistemi missilistici antiaerei, che possono essere spostati ovunque a spalla e che i terroristi molto spesso hanno utilizzato minacciare l’aviazione civile”. Sulla difficile attuazione dei corridoi umanitari Lavrov ha accusato le milizie di Kiev di servirsi dei civili come scudi umani, senza fornire prove al riguardo: “Ogni giorno vengono diffusi da parte nostra avvisi relativi l’apertura di corridoi umanitari. Il nostro obiettivo è l’evacuazione di civili”, ha evidenziato Lavrov. Per quanto riguarda, invece, lo stato dell’economia della Federazione Russa e le notevoli difficoltà innescate dalle sanzioni Lavrov ha dichiarato: “ce ne occuperemo noi stessi, lo sta facendo il presidente, lo sta facendo il nostro  governo. Abbiamo affrontato  difficoltà nel corso della nostra storia. Usciremo dalla crisi con una psicologia  più sana. Non ci illudiamo che l’Occidente, quando parli dei suoi  valori, creda nelle sue favole e non ci illudiamo che l’Occidente non tradirà in  ogni momento: tradirà chiunque, tradirà i propri valori”.

Il ministro degli Esteri russo ha poi risposto a una domanda in merito al bombardamento su Mariupol in cui hanno perso la vita tre persone tra cui una bambina: “L’ospedale pediatrico era usato come base del battaglione Azov”, un reparto militare ucraino estremista. Poi, in maniera sprezzante, ha aggiunto: “Non è la prima volta che assistiamo a pianti patetici su quelle che vengono definite ‘atrocità” perpetrate dai soldati russi”.  La dichiarazione di Lavrov sul punto stride con quanto, quasi contemporaneamente, ha detto il portavoce del Cremlino Pescov “Chiederemo senz’altro informazioni ai nostri militari perché, come voi, non abbiamo una informazione chiara su ciò che è accaduto e i militari ci daranno spiegazioni”. Intanto Mariupol continua ad essere bombardata, dopo numerosi tentativi falliti di corridoi umanitari la situazione nella città, di importanza strategica per Mosca perchè il suo controllo consentirebbe continuità territoriale tra Donbass, Crimea e Kherson e taglierebbe l’Ucraina dall’accesso al Mar D’Azov, è sempre più drammatica.  “A  Mariupol c’è un attacco aereo degli occupanti russi – si legge oggi sul canale Telegram del municipio -Le bombe hanno colpito le case. Colpito anche l’edificio dell’università nel centro della città. Registrato anche una attacco nell’area del Teatro Drammatico”.  In mattinata il ministro della Difesa russo ha fatto sapere di avere il controllo dei quartieri occidentali della città. Le autorità locali stimano che in “nove giorni di continui bombardamenti della popolazione civile” i morti siano oltre 1.200, e  che ci siano “mezzo milione di persone senza luce, acqua, riscaldamento e comunicazioni”. La stima sulle vittime potrebbe essere parziale: “Non sappiamo quanti sono perché non riusciamo a raccogliere tutti i corpi e contarli”, ha detto il vicesindaco Sergei Orlov. Alla periferia di Kiev i combattimenti proseguono su vari fronti. Fonti di intelligence occidentale riferiscono che la colonna di corazzati a nord-ovest della città ha fatto pochi o nessun progresso negli ultimi giorni. A nord di Kiev, i soldati hanno eretto posti di blocco e scavato trincee. Il ministero dell’Interno ucraino riferisce di cinque carri armati russi distrutti dalle forze ucraine in una controffensiva alla periferia occidentale della capitale.  A Kharkiv a seguito di un bombardamento di un edificio residenziale sono morte 4 persone, una bambina di 5 anni è stata ferita.

I civili in Ucraina, peraltro, sono sempre più a rischio. Dopo le bombe a grappolo la Russia ha ammesso di usare armi termobariche, capaci di uccidere anche chi è al riparo in casa o in un bunker. Le armi termobariche utilizzano l’ossigeno dell’aria circostante per aumentare il loro potenziale distruttivo. Il nome deriva dal greco e indica esattamente le sue caratteristiche principali: calore e pressione. L’esplosione di queste munizioni, divise in due cariche al loro interno, avviene in due momenti. La prima carica sprigiona nell’aria circostante goccioline di un combustibile che formano una specie di nube, composta da carbonio e minuscole particelle di metallo. La seconda carica accende questa nube di combustibile, creando una palla di fuoco e un’enorme onda d’urto grazie all’ossigeno circostante risucchiato, come in un sottovuoto.

Non si è sciolto, poi, il nodo relativo alla situazione della centrale nucleare di Cernobyl: il governo russo ha riferito che la Bielorussia starebbe provvedendo all’alimentazione elettrica della centrale, che è attualmente sotto il controllo russo. Tuttavia, Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce le quattro centrali nucleari nel Paese, ha definito “fake news” questo annuncio da parte russa.

Il presidente russo Vladimir Putin ha ammesso che le sanzioni occidentali hanno “creato problemi” alla Russia ma ha affermato che Mosca li “risolverà”. L’economia russa “si sta adattando alla nuova situazione”  e ha dichiarato che i prezzi globali del mercato alimentare aumenteranno ulteriormente se la pressione economica internazionale sulla Russia continuerà. Putin ha anche ricordato che la Russia sta mantenendo tutti i suoi impegni relativi alle esportazioni energetiche, comprese quelle attraverso l’Ucraina e ha chiesto all’Occidente di non dare la colpa a Mosca per l’aumento dei prezzi dell’energia.

Sul fronte diplomatico in una telefonata fra il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin, “Germania e Francia hanno chiesto una tregua immediata”, fa sapere un portavoce del governo federale. “Scholz e Macron hanno insistito sul fatto che la soluzione a questa crisi debba arrivare dalle trattative fra Ucraina e Russia”. Stando alle fonti governative berlinesi, Scholz, Macron e Putin sarebbero d’accordo nel rimanere “in stretto contatto” nei prossimi giorni.

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha accolto la richiesta di un’indagine internazionale sull’accertamento di crimini di guerra da parte della Russia per l’invasione dell’Ucraina e il bombardamento di civili, incluso l’ospedale di Mariupol. Ha anche detto che “siamo pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato, e prendiamo seriamente in considerazione il concetto che un attacco contro un paese Nato è un attacco contro tutti’”.

Secondo quanto riporta il direttore della Cia, Bill Burns, il presidente cinese Xi Jinping sarebbe “preoccupato” dall’invasione russa in Ucraina anche perché pare che i servizi di intelligence di Pechino non lo abbiano informato su quanto stava per accadere.  Secondo Burns il leader cinese teme, inoltre, “un danno di immagine per la Cina essendo associata alla brutalità dell’aggressione di Mosca”. “Il presidente Xi è probabilmente un po’ turbato dall’osservare il modo in cui il presidente Putin ha avvicinato gli americani e gli europei e ha rafforzato l’alleanza transatlantica in modi che sarebbe stato un po’ difficile da immaginare prima dell’inizio dell’invasione”, ha aggiunto Burns. Xi Jinping sarebbe anche preoccupato per le “conseguenze economiche in un momento in cui i tassi di crescita dell’economia in Cina sono i più bassi degli ultimi 30 anni”, ha concluso Burns.

Intanto sono già più di 2,3 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dall’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, il totale delle persone che hanno lasciato il proprio Paese a partire dal 24 febbraio scorso è 2.316.002, 160.731 in più rispetto a ieri. “La pace è l’unico modo per fermare questa tragedia”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

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