Ucraina: oltre 7.000 crimini di guerra, Metsola: “Colpo all’economia russa proporzionato alle atrocità commesse”

di Emilia Morelli

Le immagini che continuano a pervenire da Bucha sono terrificanti, suscitano orrore e il ripudio dell’intera comunità internazionale. Tutt’ora ci sono corpi senza vita e senza identità lasciati per strada avvolti in sacchi neri. “In questo mese di occupazione i russi hanno preso alcune donne, sui trent’anni, e le hanno portate nel loro quartier generale qui a Bucha, facendole schiave – ha riferito una testimone, Alina, all’inviato dell’ANSA a Bucha – A loro serviva che cucinassero e facessero tutto ciò che veniva loro ordinato”. L’esercito di Kiev ha trovato poi, nella città recentemente liberata, una camera di tortura allestita dai russi in una struttura originariamente utilizzata come sanatorio per bambini: nel seminterrato sono stati trovati i cadaveri di un gruppo di uomini, rannicchiati, in posizione piegata e con le mani legate dietro la schiena. La Russia dall’altra parte continua con fermezza a negare qualsiasi responsabilità di quanto si è consumato a Bucha arrivando a chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in relazione a quelle che definisce le “provocazioni criminali” dell’esercito ucraino a Bucha. Addirittura, il ministero degli Esteri russo ha affermato che i filmati dei civili morti a Bucha sono stati “ordinati” dagli Stati Uniti come parte di un complotto per incolpare la Russia. “Chi sono i maestri della provocazione? Naturalmente gli Stati Uniti e la Nato”, ha detto la portavoce del ministero Maria Zakharova.

“Le efferatezze attribuite alle forze russe a Bucha, alle porte di Kiev, sono solo “la punta dell’iceberg”, a Mariupol la situazione è anche “peggiore”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, parlando del massacro che si è consumato nella piccola cittadina. Effettivamente, secondo quanto riferisce il sindaco, il 90% della città assediata di Mariupol è stata distrutta e sono “130mila” le persone ancora bloccate  “in condizioni disumane” che non riescono a lasciare la  città dell’Ucraina meridionale, assediata dalle forze russe.

“La Russia sta violando gravemente la Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra. Questi fatti sono stati confermati durante l’ultimo rilascio di cittadini ucraini dalla prigionia”, ha denunciato Lyudmila Denisova, difensore civico ucraino per i diritti umani che ha aggiunto “chiedo alla Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani durante l’invasione russa dell’Ucraina e alla missione di esperti istituita dagli Stati partecipanti all’Osce di tenere conto di queste violazioni dei diritti dei prigionieri di guerra ucraini”. Inoltre dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina sono stati registrati oltre 7.000 crimini di guerra, ha fatto sapere la procuratrice generale Irina Venediktova.

Ha parlato di crimini di guerra anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, di recente tornata da Kiev. “Sono orgogliosa  di aver portato il nostro messaggio a Kiev e di aver mostrato che il nostro Parlamento è con loro in questi momenti bui. Le atrocità commesse dall’esercito russo in Ucraina sono terribili, scandalose e vergognose”, ha affermato la presidente che ha sottolineato, “la verità è che le immagini arrivate da Bucha e Irpin sono le stesse che arrivano da altre città ucraine e sottolineano il livello di minaccia che la l’Ucraina e l’ordine mondiale stanno fronteggiando” Pertanto “il colpo all’economia russa deve essere proporzionato alle atrocità senza precedenti a cui stiamo assistendo. Le nostre imprese devono cercare altrove per crescere e noi le sosterremo. L’Ucraina sta lottando per i nostri valori nelle condizioni più impossibili e noi dobbiamo sostenerla. E, in concreto, ciò significa che è necessaria l’adozione immediata di un nuovo pacchetto di sanzioni potenti”, ha concluso Roberta Metsola.

vertice-usa-ue“L’Ue ha istituito una squadra investigativa comune con l’Ucraina per raccogliere prove e indagare sui crimini di guerra e contro l’umanità. L’Ue è pronta a rafforzare questo sforzo inviando squadre investigative sul campo a sostegno della procura ucraina. Eurojust ed Europol sono pronti ad assistere”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo il suo colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “E’ necessaria una risposta globale”, ha aggiunto von der Leyen. “Sono in corso colloqui tra Eurojust e la Corte penale internazionale per unire le forze e affinché la Corte faccia parte del gruppo investigativo congiunto. Questo approccio coordinato da parte delle autorità ucraine, dell’Ue, dei suoi Stati membri e agenzie e della Corte penale internazionale consentirà di raccogliere, analizzare ed elaborare le prove nel modo più completo ed efficace possibile”, ha sottolineato la von der Leyen che ha continuato, “ho incaricato il commissario alla giustizia Didier Reynders di seguire e prendere contatto con il procuratore generale ucraino. La Commissione fornirà tutto il supporto tecnico e finanziario necessario a tutte le indagini dirette dall’Ue”. Pronti a lottare contro i crimini di guerra perpetrati dai russi anche gli Usa. “Procuratori americani si trovano nella regione per collaborare con la procura generale ucraina” al fine di mettere la Russia davanti alle responsabilità dei “crimini di guerra commessi in Ucraina”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price.

Il presidente americano Joe Biden, commentando quanto accaduto a Bucha,  ha evidenziato: “Dobbiamo continuare a fornire all’Ucraina le armi di cui ha bisogno. Occorre ricostruire tutti i dettagli di quello che è accaduto e tenere un processo per crimini di guerra” contro la Russia. Il Regno Unito, come già fatto dagli Stati Uniti, chiede la sospensione della Russia dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu con sede a Ginevra. Lo fa sapere la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, a fronte “della forte evidenza di crimini di guerra, comprese le segnalazioni di fosse comuni e di efferati massacri a Bucha” di cui sono accusate le truppe di Mosca in Ucraina. Intanto Berlino ha annunciato l’espulsione di 40 diplomatici russi dalla Germania e la Francia ha deciso di espellere 30 diplomatici russi le cui attività sono considerate “contrarie ai suoi interessi”. Anche il governo lituano ha annunciato l’espulsione dell’ambasciatore russo alla luce dell’invasione dell’Ucraina e, in particolare, della strage di Bucha.

Com’è noto, però, la guerra accelerato la necessità di rendersi indipendenti dalle forniture di gas russo. “Vogliamo diventare il prima possibile indipendenti dalle importazioni di energia dalla Russia e la Germania sosterrà ulteriori sanzioni alla Russia, ma al momento non è possibile tagliare le forniture di gas”, ha specificato in proposito il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, arrivando all’Eurogruppo aggiungendo, “dobbiamo fare più pressione su Putin, isolare la Russia e tagliare tutti i rapporti economici” ma per arrivare a un embargo “abbiamo bisogno di tempo, al momento dobbiamo distinguere tra petrolio, carbone e gas”.  Secondo il vicepresidente esecutivo della  Commissione Europea Valdis Dombrovskis, invece per l’Unione Europea sarebbe  “possibile”, anche se “non senza problemi”, tagliare le forniture di  gas dalla Russia.  Nell’Eurogruppo e nell’Ecofin,  ha affermato il politico  lettone, “chiaramente sarà discusso quali sono le implicazioni per  l’economia” europea della guerra in Ucraina e di possibili nuove sanzioni.E stiamo anche analizzando scenari su cosa succederebbe se  le forniture di gas all’Ue venissero tagliate per qualsivoglia motivo, se l’Ue decidesse di porre delle sanzioni o se la Russia le  tagliasse”.  Del resto come ha evidenziato il  commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni  “sappiamo tutti che le sanzioni hanno un impatto sull’economia europea, ma se vogliamo rispondere con strumenti economici a una invasione militare ci sta un costo. E se le sanzioni sono estese al gas, ovviamente il costo aumenta. La situazione che fronteggiamo giustifica nuove misure. Per ora non le stiamo prendendo con un embargo sul gas dalla Russia, ma per il futuro non è escluso”. ì

Su posizioni decisamente meno estreme il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che continua a credere nella diplomazia per risolvere la crisi ucraina e al termine di una telefonata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha fatto sapere che “gli sforzi per la pace continuano con decisione”.La Cina, invece, “non cerca interessi geopolitici egoistici sull’Ucraina” e non è indifferente sul conflitto. Lo ha  detto il ministro degli Esteri Wang Yi in un colloquio telefonico con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba, in cui ha evidenziato che “la Cina ha solo una sincera aspettativa che è la pace e accoglie con favore i colloqui tra Russia e Ucraina”, invitando le parti a impegnarsi nei negoziati a dispetto “delle difficoltà da affrontare e delle differenze”. La Cina, si legge in una nota di Pechino, “manterrà una posizione obiettiva ed equa e continuerà a svolgere un ruolo costruttivo a modo suo”.

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