di Carlo Longo
Dall’invasione russa dell’Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio, sono morti 3.4559 civili e il numero dei feriti ammonta a 3.713. Tra le vittime si contano, almeno, 238 bambini. Questi i numeri diffusi all’Ufficio dell’Alto commissario della Nazioni Unite per i diritti umani. Tuttavia, il capo della missione di monitoraggio, Matilda Bogner, ha fatto sapere che le cifre potrebbero essere più elevate: “Abbiamo lavorato su stime, ma tutto quello che posso dire per ora è che sono migliaia in più dei numeri che vi abbiamo attualmente dato”, ha spiegato Bogner. Per quanto riguarda la causa dei decessi, secondo il team dell’Onu, sono avvenuti per lo più a causa dell’uso di missili e attacchi aerei. “Il grande buco nero è Mariupol, dove è stato difficile accedere completamente e ottenere informazioni pienamente controllate”, ha aggiunto la funzionaria delle Nazioni Unite. Pervenute numerose segnalazioni di violazione dei diritti umani quali stupri, nudità forzata e torture tanto ad opera delle forze russe quanto da parte delle truppe di Kiev sui prigionieri di guerra.
Un bilancio degli attacchi missilistici subiti dall’Ucraina lo da, invece, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha affermato: “Basta pensare a questa cifra terribile: 2.154 missili russi hanno colpito le nostre città e comunità in poco più di due mesi. Sono state registrate 2.770 apparizioni di aerei nemici nel nostro cielo. Il bombardamento russo dell’Ucraina non cessa né di giorno né di notte – ha affermato -. In due giorni, l’8 e il 9 maggio, quando gli europei hanno onorato la memoria delle vittime della Seconda guerra mondiale e celebrato la Giornata dell’Europa, l’esercito russo ha lanciato 25 missili contro Odessa e la regione. Tutti i 25 missili erano puntati su obiettivi civili”.
La guerra, però, non si combatte solo sul campo di battaglia. Com’è ormai tristemente noto la guerra è anche quella delle risorse ed in particolare per l’approvvigionamento energetico. Il colosso russo Gazprom ha fatto sapere che non è possibile trasferire i flussi di gas all’Ucraina verso un nuovo punto di ingresso, come proposto dall’operatore del sistema del gas ucraino Gtsou. Il transito del gas russo verso l’Europa sarà così sospeso dalle 19.00 dell’11 maggio attraverso il punto di ingresso di Sokhranivka, secondo quanto riporta Bloomberg, “a causa delle azioni delle forze di occupazione russe” invece “è ancora possibile per il gas essere reindirizzato alla stazione di compressione di Sudzha permettendo ai contratti europei di essere rispettati”.
Intanto mentre la Commissione europea sta valutando se emettere nuovo debito comune per sostenere il finanziamento della ricostruzione dell’Ucraina nei prossimi mesi il presidente del Consiglio Italiano, Mario Draghi, è stato ricevuto dal presidente Usa Joe Biden nello studio Ovale della Casa Bianca. “Putin pensava di dividerci ma ha fallito”, ha esordito Mario Draghi mentre Biden ha fatto riferimento alla “lunga storia di legami condivisi” tra i due Paesi e al modo in cui tanti italoamericani ”sono orgogliosi” delle loro origini.
“Le nostre nazioni sono unite in modo forte e la guerra in Ucraina ne ha ulteriormente rafforzato l’unione. Siamo uniti nel condannare l’invasione dell’Ucraina, uniti nelle sanzioni e nell’aiutare l’Ucraina come ci ha chiesto il presidente Zelensky. “, ha affermato Draghi rivolgendosi a Biden e ha poi continuato, “Ma voglio dire che in Italia e in Europa adesso le persone vogliono la fine di questi massacri, di questa violenza e di questa macelleria e pensano che cosa possiamo fare per portare la pace. Dobbiamo utilizzare ogni canale per la pace, per un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati credibili .Noi continueremo a lavorare sulla sicurezza energetica ed alimentare in questo periodo coì delicato e capiremo cosa possiamo fare su questi fronti. Tuttavia, quello che è successo in Ucraina ha portato grandi cambiamenti per l’Europa che ora si è rafforzata ed è più unita. Penso di poter contare sul vostro aiuto per la nostra Europa”. Il presidente Usa si è mostrato concorde alle parole del premier italiano e ha affermato: “Un ‘Unione Europea forte è nell’interesse degli Stati Uniti. Fa bene a tutti”. I due leader, nel corso del loro incontro, hanno fatto il punto sul conflitto russo-ucraino, ulteriori argomenti di particolare rilievo sono stati le sanzioni a Mosca, l’approvvigionamento energetico alla luce del protrarsi della guerra e il ruolo svolto dalla Nato.
Dall’altra parte la Russia ha il sostegno anzitutto della Bielorussia, il cui presidente Alexander Lukashenko ha dichiarato espressamente che l’esercito bielorusso è in grado di “infliggere danni intollerabili ai suoi nemici” in caso di attacco. Secondo Lukashenko c’è, infatti, una “minaccia crescente” della Nato e dei suoi alleati. “Siamo realisti, capiamo che non potremmo sconfiggere la Nato. Ma abbiamo tutte le armi per causare danni, in particolare ai territori da cui verremmo attaccati”, ha aggiunto Lukashenko, sottolineando di non “alludere a nulla”, ma volere che “tutti capiscano la portata delle armi che abbiamo”. Inoltre, anche il leader nord-coreano Kim Jong-un ha espresso “ferma solidarietà alla causa del popolo russo per sradicare la minaccia politica e militare e il ricatto da parte delle forze ostili e salvaguardare la dignità, la pace e la sicurezza del Paese” in un messaggio inviato in occasione della Giornata della Vittoria. Peraltro, il leader nord-coreano, che ha recentemente ribadito i suoi stretti legami con la Russia e pubblicamente appoggiato la sua invasione dell’Ucraina, “convinto che le relazioni strategiche e tradizionali di amicizia tra i due Paesi si svilupperanno in modo stabile” ha poi addebitato la causa del conflitto nella “politica egemonica” degli Stati Uniti e dell’Occidente.
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