Ucraina: Putin: “Il gas si paga in rubli o saltano i contratti”, Germania e Francia si preparano a nuove sanzioni

Al fine di attuare la disposizione Gazprombank è la banca autorizzata ad aprire conti speciali in rubli per gli acquirenti di gas provenienti da “paesi ostili”. Nel dettaglio nel decreto presidenziale si legge: “Gazprombank, essendo la banca autorizzata ai fini di questo ordine, aprirà conti speciali in rubli di tipo K e conti in valuta speciale di tipo K sulla base delle richieste degli acquirenti stranieri per i pagamenti per il gas naturale la banca autorizzata, sulla base di un ordine di un acquirente estero ricevuto secondo le modalità stabilite dalle regole della banca autorizzata, venderà valuta estera ricevuta dall’acquirente estero su tale conto”. Entro 10 giorni, inoltre, la Banca di Russia dovrebbe definire la procedura per l’apertura di conti in valuta speciale per gli acquirenti stranieri di gas.

Putin ha poi definito “illegittime” le sanzioni inflitte da molti Stati a Mosca, sostenendo che siano state “pensate ormai da molti anni per indebolire il potenziale produttivo e finanziario del nostro paese, sono sanzioni preparate precedentemente e che sarebbero state introdotte in ogni caso, sono sanzioni contro il nostro diritto alla libertà e all’indipendenza, contro il diritto a essere Russia. La guerra economica contro la Russia è iniziata e  non vogliamo sacrificare i nostri valori”, ha affermato il presidente russo.

Proprio in risposta alle sanzioni adottate dalla comunità internazionale per l’invasione dell’Ucraina la Russia ha annunciato il divieto di ingresso nel suo territorio ai leader europei e alla maggior parte degli eurodeputati. “Le restrizioni si applicano ai massimi dirigenti dell’Unione europea, inclusi alcuni commissari europei e capi di organismi militari europei, nonché la stragrande maggioranza dei membri del Parlamento europeo, che promuovono politiche anti-russe”, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Mosca.

Sul campo di battaglia le truppe russe, nonostante la dichiarata volontà di rendere l’offensiva meno aggressiva, continuano la strage di civili.  Secondo quanto annunciato dalla commissaria per i diritti umani ucraina Lyudmila Denisova:”Cinque autobus sono finiti sotto il fuoco nemico quando hanno cercato di entrare nella città assediata per evacuare le persone. Sull’autobus c’erano solo volontari civili”. A seguito del bombardamento, una persona è rimasta uccisa e quattro sono rimaste gravemente ferite. Uno dei veicoli è riuscito a fuggire nonostante i pneumatici forati. A Mariupol, città assediata dall’inizio dell’invasione russa, dovrebbe intervenire un cessate il fuoco temporaneo per consentire gli aiuti umanitario. In particolare un nuovo convoglio di 17 pullman è partito per Berdyansk ed è diretto verso Mariupol scortato dalla polizia. La  colonna si è unita a quella che ieri era a Vasylivka con 28 bus, per  un totale di 45 mezzi e l’arrivo è previsto in giornata. I  cittadini di Mariupol saliranno a bordo dei bus a partire da domani.  In totale a Zaporizhia sono stati evacuati 80442 residenti di  Mariupol. Lo riferisce il Consiglio comunale di Mariupol. A Chernobyl, invece, sembra che le forze russe si stiano ritirando.  Tuttavia potrebbe non essere un segnale di pace. L’agenzia nucleare ucraina Energoatom ha fatto sapere che ci sono notizie confermate secondo cui i soldati russi avrebbero scavato dei fossati nella Foresta rossa, zona di 10 chilometri quadrati che circonda la centrale nucleare di Chernobyl nella cosiddetta ‘zona di alienazione’, ricevendo così “significative dosi di radiazioni”. Sempre secondo Energoatom, le truppe russe sarebbero “andate nel panico ai primi segni di malessere”, che “sono comparsi molto rapidamente” e hanno iniziato a prepararsi a lasciare la centrale. Non è stato possibile ottenere una verifica indipendente di quanto riferito da Energoatom.

Ciò che desta ancor più sospetti è un ulteriore decreto firmato da Vladimir Putin che ha chiamato alla coscrizione nel periodo primaverile, dal 1 aprile al 15 luglio di quest’anno, i russi di età compresa tra 18 e 27 anni per un totale di 134.500 persone.  In precedenza, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha comunque assicurato che le nuove reclute che entreranno a far parte del servizio militare obbligatorio questa primavera non saranno inviate nelle zone di conflitto.

Sul fronte internazionale il presidente turco Recep Tayyp Erdogan prova nuovamente a farsi garante della pace. “Ho intenzione di tenere nuovi colloqui con i presidenti Vladimir Putin e Vladimir Zelensky. Il nostro obiettivo è organizzare un incontro dei leader di Russia e Ucraina il prima possibile. Lo dirò chiaramente a entrambi”, ha detto Erdogan che ha aggiunto, “siamo pronti a fornire la piattaforma necessaria. Sulla base della fiducia che Putin e Zelensky hanno nella Turchia, spero che saremo in grado di concordare una data dell’incontro”.

Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, intanto è stato ricevuto dal presidente polacco. “Nello sviluppo del loro dialogo attivo con il presidente Zelensky, il presidente polacco Andrzej Duda mi ha ricevuto oggi a Varsavia. Apprezziamo molto il forte sostegno della Polonia all’Ucraina e l’ospitalità verso gli ucraini. Un’Ucraina libera e forte significa una Polonia e un’Europa libere e forti”, ha scritto Kuleba in un post Twitter.

Dalla Germania arriva invece la notizia di nuove sanzioni alla Russia. “Le sanzioni dell’ultimo pacchetto non saranno le ultime”, ha detto il  ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck a margine del colloquio col collega Francese Bruno La Maire. Habeck ha spiegato che i due ministri hanno individuato i punti che dovrebbero essere contenuti in un prossimo pacchetto di misure. Francia e Germania “si preparano” nel caso in cui la Russia bloccasse le forniture di gas ha specificato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. “Potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando”, ha precisato Le Maire.

Per quanto riguarda l’Italia il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un incontro con la stampa estera  durante il quale ha dichiarato anzitutto che “l’aspetto positivo è che l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina sia dalla Russia. Il contenuto esatto di queste garanzie è ancora presto per definirlo perché dipenderà evidentemente dal risultato dei negoziati tra Russia e Ucraina. Essenzialmente credo saranno garanzie” che prevedono “che le clausole negoziate siano attuate. Quindi la pace, il tipo di neutralità che l’Ucraina avrà, lo status delle regioni e via dicendo. Dipenderà dal contenuto dei negoziati. Aiutare l’Ucraina e mostrarci così uniti e compatti nella guerra è anche difendere l’ordine multilaterale, le regole che ci hanno accompagnato dalla fine della seconda Guerra e hanno dato democrazia, pace e benessere. Il multilateralismo si deve adattare come la globalizzazione ma non si interrompe: difendiamo questi valori con convinzione”. Per il presidente del Consiglio italiano, poi, un ruolo determinante nella soluzione diplomatica del conflitto potrebbe assumerlo la Cina. “Io ho aspettative positive” sul “ruolo della Cina” che “potrebbe diventare un protagonista di prima grandezza nel processo di pace. Bisogna vedere se le aspettative sono confermate” dal comportamento della Cina”, ha detto il premier. Draghi, inoltre, per far fronte al problema dell’approvvigionamento energetico ha suggerito di imporre un tetto al prezzo del gas: “Germania e Italia, insieme ad altri Paesi che sono importatori di gas, di petrolio, di carbone, di grano, di mais, di granoturco e altro, stanno finanziando la guerra, non c’è alcun dubbio, ma è anche per questo che l’Italia nell’ultimo Consiglio europeo ha spinto così tanto, insieme ad altri Paesi, insieme alla Spagna, insieme alla Grecia, insieme al Belgio e ad altri, verso l’attuazione di un price cap, un tetto al prezzo del gas. Perchè non c’è nessun motivo sostanziale che il prezzo del gas sia cosi’ alto per gli europei”

Dal segretario della Nato Jens Stoltenberg arriva, invece, l’ennesima richiesta di pace. “I porti dell’Ucraina sono  fondamentali per l’esportazione di cereali e grano nel resto del  mondo. Il blocco dei porti ucraini non è un grande problema solo per  l’Ucraina, ma per molti popoli nel mondo e sta provocando una fiammata dei prezzi degli alimenti in tutto il mondo. E’ estremamente  importante che questo blocco cessi”, ha sottolineato Stoltenberg.

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