di Mario Tosetti
Anche oggi si riportano immagini di pesanti scontri, agghiaccianti resoconti di guerra. “Ci sono quasi 300 persone sepolte in fosse comuni a Bucha, fuori Kiev”, ha detto il sindaco della città a nord-ovest della capitale ucraina, appena liberata dall’occupazione russa. Per le strade della città i cronisti raccontano di almeno venti cadaveri di persone in abiti civili, corpi senza vita sparsi per centinaia di metri di una strada residenziale. Sebbene non sia chiara la causa della morte uno dei corpi aveva le mani legate. Le immagini dei cadaveri erano state diffuse nelle scorse ore dai media ucraini, secondo cui si tratta di civili uccisi da forze russe in ritirata. Le forze ucraine, però, secondo la vice ministra della Difesa, Ganna Maliar, hanno ripreso il controllo dell’intera regione di Kiev dopo che le truppe russe si sono ritirate dalle città chiave vicino alla capitale. Le località di “Irpin, Boutcha, Gostomel e l’intera regione di Kiev sono state liberate dall’invasore”, ha annunciato Maliar su Facebook. Il consigliere del presidente ucraino, Mykhaylo Podolyak ha fatto sapere che le truppe russe si sono “ritirate rapidamente” dalle aree attorno a Kiev e alla città di Chernihiv, ” è assolutamente chiaro che la Russia sta dando la priorità a una tattica diversa: ripiegare verso est e sud, mantenere il controllo di vasti territori occupati e entrarvi in maniera potente”, ha dichiarato Podolyak. Pesanti battaglie sono infatti in arrivo nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina e in particolare per la città assediata di Mariupol, secondo quanto riferito dal consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych. “Non facciamoci illusioni, ci sono ancora pesanti battaglie per il sud, per Mariupol, per l’est dell’Ucraina”, ha detto. Secondo il consigliere del ministero dell’Interno dell’Ucraina, Vadym Denisenk i russi stanno cercando di irrompere nel Donbass con aspri combattimenti, che si fanno più intensi tra Izyum a Kharkiv. La direzione chiave in cui i russi vogliono spostarsi è DaIzyum a Volnovakha, nella regione di Lugansk, Rubizhne, Lysychansk, Severodonetsk e Mariupol. Inoltre le forze russe hanno sedato con violenza una manifestazione pro-Kiev nella città occupata di Enerhodar, nell’Ucraina meridionale. A Lugansk il gasdotto è stato messo fuori uso dai russi, lasciando migliaia di utenti dell’intera regione senza gas. Il capo dell’amministrazione locale ha fatto sapere che per ora le squadre di intervento non possono raggiungere il gasdotto per le riparazioni a causa degli scontri ma “sono comunque riuscite a chiudere le valvole” di sicurezza.
Lo Stato maggiore di Kiev ha, inoltre, aggiunto un dato preoccupante. I russi hanno iniziato a mobilitare unità in Transnistria per condurre azioni in Ucraina. “E’ stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina”, ha affermato lo Stato maggiore, sottolineando che i movimenti di truppe sono finalizzati a “dare una dimostrazione di disponibilità per un’offensiva e possibili ostilità”. La Moldavia, però, ha affermato in una nota che “le istituzioni statali responsabili della Moldavia stanno monitorando da vicino la situazione della sicurezza nella regione. Al momento, non ci sono informazioni che confermino la mobilitazione delle truppe in Transnistria”. Le autorità moldave, comunque, fanno sapere che continueranno a monitorare e scambiare informazioni con i partner per garantire la sicurezza dei cittadini.
Intanto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov si è rivolto indirettamente all’Europa criticando aspramente l’atteggiamento filostatunitense. “Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arriverà il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo”, ha detto Peskov, come a sottolineare che il dialogo fra Russia ed Europa potrà essere ripristinato ma ci vorrà del tempo. Il portavoce del Cremlino ha, poi, ribadito che tra gli obiettivi dell’azione militare in Ucraina, per la Russia, c’è “salvare” le repubbliche autoproclamate filorusse del Donbass.
Dalla Turchia è giunta, invece, l’offerta di dare un contributo per l’evacuazione dei civili dalla città ucraina di Mariupol in nave. “Possiamo fornire un supporto navale per l’evacuazione di civili e cittadini feriti sia turchi sia di altri Paesi a Mariupol dal mare”, ha detto il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa di Stato turca Anadolu, secondo cui il ministro sta coordinando le possibili evacuazioni con le autorità di Russia e Ucraina.
Nel frattempo l’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia Carla Del Ponte ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di emettere rapidamente un mandato d’arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per le sue operazioni in Ucraina. “Putin è un criminale di guerra”, ha affermato Del Ponte, sottolineando che l’emissione del mandato è necessaria per accusare Putin e altri dirigenti russi dei crimini commessi in Ucraina.
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