Ucraina- Russia, cosa è successo oggi: giorno 105

di Corinna Pindaro

“Siamo pronti a garantire la sicurezza delle navi che lasciano i porti ucraini e si dirigono verso gli stretti”. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, durante una conferenza stampa ad Ankara, dopo l’incontro con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu. Lavrov ha poi aggiunto: “Il Presidente Putin ne ha già parlato pubblicamente. Garantiamo la sicurezza delle rotte e garantiamo che quando l’Ucraina procederà allo sminamento e consentirà il ritiro delle navi dai suoi porti, non approfitteremo di questa situazione nell’interesse dell’operazione militare speciale in corso. Queste sono le garanzie del presidente della Russia, siamo pronti a formalizzarle in un modo o nell’altro”.

Cavusoglu ha definito “legittime” le richieste russe per aiutare il grano ucraino ad arrivare sul mercato mondiale, facendo riferimento alla rimozione delle sanzioni. “Se dobbiamo aprire il mercato internazionale al grano ucraino, al girasole o all’olio di girasole consideriamo la rimozione degli ostacoli che si frappongono alle esportazioni della Russia come una richiesta legittima”, ha dichiarato il ministro turco. La Turchia, inoltre, dietro espressa richiesta dell’Onu, si è offerta di scortare i convogli marittimi dai porti ucraini. Cavusoglu, peraltro, si è detto positivo per quanto riguarda una possibile ripresa dei negoziati tra Riussia e Ucraina per arrivare ad un cessate il fuoco.

Zelensky: “Kiev sospenderà le esportazioni di carbone e gas”

Se da un lato si tenta di arginare il problema delle scorte di grano ucraine che marciscono non riuscendo a lasciare i porti assediati dalle truppe russe, dall’altro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che Kiev sospenderà tutte le esportazioni di carbone e gas in vista “dell’inverno più difficile”.  “Durante questo periodo, non venderemo il nostro gas e carbone all’estero. Tutta la produzione si concentrerà sul soddisfacimento della domanda interna”, ha detto Zelensky.

Il presidente ucraino ha, poi, invitato le aziende statunitensi non solo a lasciare le loro attività in Russia, ma ad insediarsi in territorio ucraino. “Vorrei che le aziende Usa prendessero in considerazione non solo l’opzione di lasciare la Russia, ma anche di trovare il loro posto nell’economia ucraina”, ha affermato Zelensky  che ha aggiunto, “Questo sarebbe un potente segno di sostegno perché i soldi riscossi tramite le tasse vengono utilizzati per finanziare la loro macchina da guerra”. Zelensky ha precisato che la Russia “non rispetta le leggi delle imprese, il che significa che detteranno le loro condizioni” e ha concluso dicendo: “Volete davvero fare affari con la Russia adesso?”

Sul campo di battaglia

La situazione a Severodonetsk, città strategica per il controllo del Donbass, appare sempre critica per le truppe ucraine. La città, che prima dell’invasione russa contava oltre 100 mila abitanti, è al centro di  feroci combattimenti che durano da settimane. Mosca ha fatto sapere di aver preso il controllo delle aree residenziali mentre il governatore della regione di Lugansk, Sergiy Gaiday, ha detto che le forze di Kiev potrebbero essere costretti a ritirarsi perchè Severodonetsk è bombardata dalle truppe russe “24 ore su 24”.  Le città di Severodonetsk e di Lysychansk, separate da un fiume, sono le ultime aree ancora sotto il controllo ucraino nell’oblast di Lugansk. “Severodonetsk è il luogo in cui si stanno combattendo le battaglie più feroci”, ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Olexandr Motuzianyk, aggiungendo che le truppe ucraine stanno ancora effettuando contrattacchi dove possibile.

Si tenta, inoltre, di evacuare dal Lugansk quante più persone possibili tra i civili rimasti nella regione. Tuttavia, Gaiday ha fatto sapere che “purtroppo è impossibile evacuare le persone dai dintorni di Severodonetsk”. Sono state, invece, evacuate 40 persone, di cui 34 da Lysychansk e 6 da Vrubivka.

Biden volerà in Germania e Spagna per il G7 e il vertice Nato

Il 25 giugno il presidente americano Joe Biden si recherà a Schloss Elmau, nella Germania meridionale, per partecipare al vertice dei leader del G7. Si apprende da una nota diffusa dalla Casa Bianca in cui si legge: “Il Presidente e i leader del G7 discuteranno una serie di questioni globali più urgenti, compreso il sostegno incrollabile del G7 a un’Ucraina democratica, sovrana e prospera, la resilienza economica e democratica, la lotta alla crisi climatica, le infrastrutture di sviluppo, la sicurezza sanitaria globale e il crisi alimentare ed energetica causata dalla guerra di aggressione russa”.  Il 28 giugno, invece, Biden si recherà a Madrid, in Spagna, per il vertice della Nato del 2022. I leader alleati, continua la nota, avalleranno un nuovo Concetto strategico per guidare la trasformazione della Nato nel prossimo decennio, dal rafforzamento della deterrenza e della difesa, alla costruzione della resilienza contro le minacce transnazionali, comprese quelle informatiche e climatiche, all’approfondimento dei partenariati con i partner democratici in Europa e in Asia al fine di rafforzare le regole ordine internazionale basato.

Non nutre grandi speranze in relazione al vertice Nato di Madrid -a cui Kiev è stata invitata- il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, il quale ha affertmato: “Non ho grandi aspettative, se non in un miracolo. Indubbiamente sentiremo parole di sostegno, parole di solidarietà, ma finora non vedo alcun segno di decisioni forti in arrivo sull’Ucraina da parte dell’Alleanza, nemmeno di decisioni sulla sicurezza del mar Nero. Sono stato criticato per aver detto che la Nato, come organizzazione, non ha fatto nulla per l’Ucraina dopo il 23 febbraio 2022: allora ho chiesto loro di mostrarmi cosa ha fatto l’Alleanza. E ho scoperto che non ci sono decisioni di questo tipo”.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati