Ucraina- Russia: Cosa è successo oggi, giorno 113

di Corinna Pindaro

“Oggi è una giornata storica, tre Paesi fondatori dell’Ue sono venuti in Ucraina per offrire sostegno incondizionato al presidente Zelensky e al popolo ucraino, un popolo che si è fatto esercito per respingere l’aggressione e vivere in libertà”, queste le parole di Mario Draghi, il premier italiano, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.  Il presidente del Consiglio italiano, infatti, è andato in missione a Kiev insieme con il presidente francese, Emmanuel Macron, ed il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

“L’Ue  dimostra una straordinaria unità per sostenere l’Ucraina in ogni modo, come chiesto da Zelensky” , ha sottolineato Draghi aggiungendo, “la grande solidarietà mostrata dagli italiani e dagli europei che hanno accolto nelle loro case coloro che scappavano dai bombardamenti. La visita di oggi conferma inequivocabilmente il nostro sostegno, dell’Ue e dei nostri alleati”.

Il premier italiano ha continuato ribadendo la posizione dell’Italia: “Il messaggio più importante della nostra visita è che l’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue, vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. Zelensky sa che è una strada da percorrere, non solo un passo. La nostra presenza oggi è una manifestazione di unità, di quella forza che l’unità mostra. Oggi tutti noi abbiamo detto che siamo pronti a sostenere la causa dell’Ucraina come candidato nella prossima discussione del Consiglio Ue. Siamo anche consapevoli che è uno sviluppo storico per l’Europa, che richiederà una discussione profonda sulle regole del suo funzionamento e richiederà una riflessione su tutti questi paesi, in particolare dei Balcani, che sono stati in una lista di attesa che si è prolungata per anni prima di arrivare ad aspirare a essere membri. Sarà una riflessione molto importante, non una adesione come un’altra ma una riflessione sul funzionamento dell’Ue. Ma già il fatto che siamo qua è una cosa straordinaria”.

“A Irpin ho sentito orrore e speranza, speranza per la ricostruzione e per il futuro. Noi oggi siamo qui per questo, per aiutare l’Ucraina a ricostruire il suo futuro”, ha incalzato Mario Draghi facendo riferimento alla visita ad Irpin, uno dei luoghi insieme a Bucha in cui Kiev accusa le truppe di Mosca di aver commesso molti efferati crimini di guerra. “Vogliamo la pace, ma l’Ucraina deve difendersi ed è l’Ucraina a dover scegliere la pace che vuole, quella che ritiene accettabile per il suo popolo. Solo così può essere una pace duratura”, ha aggiunto il premier.

Draghi ha, inoltre, fatto riferimento alla necessità che il grano esca dall’Ucraina per evitare una catastrofe alimentare. “Ci sono due settimane per sminare i porti. Il raccolto arriverà alla fine di settembre e una serie di scadenze sempre più urgenti che ci avvicinano al dramma inesorabilmente. Occorre creare corridoi sicuri con la massima urgenza per il trasporto sicuro per il grano ed evitare una catastrofe. L’unico modo è una risoluzione dell’Onu che regoli la navigazione nel Mar Nero, la Russia finora lo ha rifiutato”.

Draghi ha quindi parlato della riduzione di fornitura di gas dalla Russia: “Viene detto che i motivi del taglio delle forniture di gas siano tecnici e legati alle sanzioni. Per noi, come per la Germania, sono bugie. Da Mosca c’è un uso politico del gas e del grano. Noi siamo tranquilli, nell’immediato e per l’inverno, ma a questi prezzi gli stoccaggi diventano più difficili. Le forniture sono diminuite, l’Europa è in difficoltà e la Russia incassa come prima. E’ una strategia che va combattuta. In questo contesto acquista più  forza la richiesta dell’Italia a un tetto al prezzo del gas”.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non solo ha accettato l’invito posto dal cancelliere tedesco Scholz a partecipare al prossimo G7 in Baviera ma ha ribadito ai leader Ue: “Quando siete arrivati a Kiev sono suonate le sirene anti aeree e anche adesso sono suonate. Questo dimostra che la Russia non sceglie quando e chi minacciare, non sceglie quando garantire la sicurezza all’Europa. La minaccia della Russia è contro tutta l’Europa. L’Ucraina è in prima linea ma “l’aggressione russa è contro tutta l’Europa unita, contro tutti noi”.  “Siamo grati della vostra visita, la nostra forza è l’unità, unità da cui dipende tutto”, ha aggiunto Zelensky,  continuando: “Abbiamo parlato delle necessità dell’Ucraina, di armi potenti, ci serve un grande aiuto. Ogni arma vuol dire vite umane salvate, ogni decisione rimandata dà la possibilità ai russi di uccidere ucraini”.

“Abbiamo sostenuto sempre l’Ucraina, abbiamo adottato le sanzioni, già sei pacchetti, anche con l’embargo al petrolio. Dall’inizio abbiamo voluto aiutare l’Ucraina a difendere l’integrità territoriale ma non siamo entrati in guerra contro il popolo russo. Abbiamo continuato le trattative con Putin ma abbiamo sempre informato Zelensky del contesto delle trattative. Manteniamo sempre il canale di dialogo perché un giorno il conflitto deve fermarsi e devono esserci le trattative. Ma le condizioni per le trattative le deve decidere l’Ucraina: Francia e Germania non saranno mai mediatori alle spalle dell’Ucraina e non esigeranno mai condizioni dall’Ucraina”, ha evidenziato Macron. Più diretto e incisivo Scholz il quale ha affermato: “Siamo senza se e senza ma dalla parte dell’Ucraina. Siamo pronti a fornire anche missili e artiglieria”.

Intanto è convocato per il 17 giugno il collegio dei commissari europei che fornirà il parere dell’esecutivo Ue sulle domande per lo status di Paese candidato di Ucraina, Moldavia e Georgia. Lo ha fatto sapere il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer.

Putin: “Necessario il sostegno all’industria automobilistica e al mercato interno”

Da Mosca giunge continuamente la beffa sulle sanzioni occidentali, si afferma da più parti che stanno piegando l’economia e che Europa e Usa ne resteranno travolti. Tuttavia, sembra che anche la Russia sti accusando diversi duri colpi. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha chiesto al suo governo di presentare nuove misure per sostenere l’industria automobilistica nazionale, che ha visto un crollo delle vendite da quando le truppe di Mosca a fine febbraio hanno invaso l’Ucraina. Tra domanda ristretta da parte degli acquirenti russi e gravi problemi logistici legati alle delle sanzioni occidentali nei confronti della Russia, le vendite di auto sono crollate dell’83,5% a maggio, secondo i dati dell’Association of European Businesses.   “Vorrei chiedere al governo di dirci in dettaglio quali misure rapide sta prendendo per sostenere l’industria automobilistica e stabilizzare il mercato interno”, ha affermato Putin in un incontro con funzionari governativi. Putin ha sostenuto che il governo deve guardare non solo ai problemi di produzione, ma anche a come stimolare la domanda nonostante le difficolta’ economiche che devono affrontare il paese.

Sul campo di battaglia

A Severodonetsk, città considerata chiave per la conquista del Donbass, ci sono centinaia di civili rifugiati nell’impianto chimico di Azot che non possono più essere evacuati a causa dei costanti bombardamenti e dello sbarramento dell’artiglieria russa.  “È impossibile uscire da lì ora, se qualcuno volesse farlo ha il 99% di possibilità di morire”,  ha detto il governatore ucraino della regione di Luhansk, Serhiy Gaidai. Incessanti i bombardamenti anche a Donetsk, il sindaco ha annunciato che la città è stata bombardata dalle forze ucraine e che ci sono vittime.  “Il centro città ha tremato di nuovo. Ci sono vittime, tre auto sono danneggiate, le abitazioni sono danneggiate”, ha scritto sul suo canale Telegram Kulemzin.

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