Ucraina- Russia, Cosa è successo oggi: giorno 122

di Mario Tosetti

Le forze ucraine, nella giornata del 24 giugno, hanno ricevuto l’ordine di ritirarsi da Severodonetsk, città chiave per la conquista del Luhansk, divenuta baluardo della resistenza ucraina. La città è così completamente caduta in mano ai russi. Lo ha fatto sapere il sindaco Oleksandr Stryuk, il quale ha avvertito i cittadini che non sarà più possibile lasciare la città.  Intensi scontri continuano, però, nella città considerata la gemella di Severodonetsk, Lysychansk, posta sulla riva opposta del fiume Donets che, se conquistata, garantirebbe ai russi l’accesso all’intera regione. “La milizia popolare della Repubblica popolare di Lugansk e l’esercito russo sono entrati nella città di Lysychansk”, ha detto su Telegram un rappresentante dei separatisti filo-russi, il tenente colonnello Andrei Marochko. “Alcune parti della città sono già stati prese. Adesso ci sono combattimenti per le strade”, ha aggiunto.

Secondo l’intelligence americana le forze russe hanno imparato dagli errori commessi nella prima fase del conflitto e si muovono con maggiore coordinamento tra gli attacchi aerei e terrestri. A nulla è servito l’arrivo di nuove armi fornite dall’Occidente che, in parte, sono state distrutte dalle truppe di Mosca.

Mentre la Russia continua ad attaccare Kharkiv al nord e Mycolav al sud a Mariupol, a causa delle condizioni igieniche precarie, la situazione sanitaria è sempre più drammatica con il diffondersi di un’epidemia di colera.

Inoltre, l’Ucraina ha affermato di essere stata attaccata dalla Bielorussia. Qualora l’accusa fosse provata e confermata il conflitto sarebbe destinato ad allargarsi ad un terzo Paese che, finora, aveva almeno sulla carta ostentato neutralità sebbene sin dall’inizio del conflitto abbia consentito alle truppe russe il libero accesso attraverso il confine. Nel dettaglio, secondo Kiev la regione di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, ha subito un massiccio attacco missilistico proveniente dalla Bielorussia. E non solo, l’intelligence ucraina afferma che anche nelle regioni di Sumy e Kiev si sarebbero consumati attacchi provenienti dall’ esercito di Lukashenko.

Ufficialmente gli attacchi non sono stati confermati da nessun altro, tuttavia il presidente russo  Vladimir Putin ha annunciato la decisione di armare la Bielorussia con missili balistici di tipo Iskander-M. Si tratta del tipo di missile, tra i più moderni nell’arsenale di Mosca e capaci anche di trasportare testate atomiche,  ha annunciato Putin, citato dalle agenzie russe, dopo un incontro a San Pietroburgo con il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko.

Al contempo non da alcun segno di cedimento il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il quale pubblicando su Telegram alcune immagini di cittadini e volontari soccorritori ha scritto: “Liberare la nostra terra e ottenere la vittoria è il nostro obiettivo nazionale. Dobbiamo lavorarci ogni giorno. Non solo lo stato, ma ogni cittadino a qualsiasi livello”.

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