Ucraina-Russia, Cosa è successo oggi: giorno 88

di Emilia Morelli

L’offensiva russa nel Donbass si fa sempre più intensa, si punta a distruggere infrastrutture e collegamenti. Oggi è stata la volta del ponte che collega le città di Severodonetsk e Lysychansk nella regione orientale ucraina di Lugansk. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergiy Gaidai, che ha avvertito   “questo complicherà notevolmente l’evacuazione dei civili e la consegna degli aiuti umanitari”. Gaidai ha poi specificato che il ponte era stato già distrutto dalle forze russe nel luglio 2014 e ricostruito nel 2016. Tuttavia, il comandante ha aggiunto che nonostante il collegamento sia reso assai più difficoltoso non è stato completamente interrotto.

“In questi giorni a Severodonetsk, Lysychansk e Belogorovka i bombardamenti non si fermano nemmeno per un’ora. I russi usano l’artiglieria giorno e notte. Ogni vita salvata da questi insediamenti è importante per noi oggi. Quei 57 evacuati sono ora al sicuro e protetti”, ha detto Gaidai.

Da Mariupol, invece, la città portuale sul Mar D’Azov assediata fin dai primi giorni di conflitto ed ormai caduta completamente sotto il dominio russo, giungono immagini devastanti. I cittadini rimasti che si aggirano tra le macerie, nelle piazze devastate dai bombardamenti, che guardano le loro case divenute un ammasso di detriti.

Intanto sul fronte internazionale di particolare rilievo appaiono le dichiarazioni del vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Frans Timmermans. Un duro attacco a quelli che ha definito “gli amici di Putin” in Italia. “Non ho ancora visto le scuse degli amici di Putin, neanche in Italia. Sono sotto il tavolo, ma dovrebbero essere più chiari dicendo scusateci. Cari amici italiani, ci siamo sbagliati, non porteremo mai più T Shirt con l’immagine di Putin’”, ha detto Timmermans con una chiara allusione al leader del Carroccio, Matteo Salvini.