Ucraina- Russia, Cosa è successo oggi: giorno 97

di Corinna Pindaro

Al termine del Consiglio europeo straordinario i leader dei 27 hanno raggiunto l’accordo: l’embargo dell’Unione Europea sulle importazioni di petrolio russo via mare, scatterà tra otto mesi. Alcune eccezioni speciali saranno concesse alla Repubblica Ceca -per 18 mesi-, e fino al 2024 per la Bulgaria. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha immediatamente commentato: “il sesto pacchetto di sanzioni morde forte, distruggerà la capacità di Vladimir Putin di finanziare la sua guerra”.

“Approvando un embargo alle importazioni di petrolio, che si aggiunge a quello sul carbone, l’Unione Europea sta colpendo al cuore il finanziamento della macchina da guerra della Russia di Vladimir Putin”, ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis  Dombrovskis aggiungendo, “Se guardiamo alla struttura del commercio Ue-Russia prima della guerra il 62% del nostro commercio con la  Russia era fatto di idrocarburi, combustibili fossili: avevamo già  bandito il carbone, ora vietiamo le  importazioni di petrolio, stiamo anche terminando gradualmente con le forniture di gas naturale, il che vuol dire andare davvero al cuore del finanziamento della macchina da guerra di Vladimir Putin”.

Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del vertice a Bruxelles ha affermato:  “È stato un Consiglio europeo un po’ lungo ma dei cui risultati possiamo essere soddisfatti. Si è parlato di Ucraina, il Consiglio Ue ha riaffermato l’unità d’azione dell’intera alleanza, abbiamo ribadito come la Russia non debba poter vincere la guerra e come l’Ucraina sceglierà la pace che vuole, anche perché forzata non sarebbe sostenibile, posto sia possibile”.  In relazione all’intesa sull’embargo del petrolio russo Draghi ha detto: “L’accordo è stato un successo, perché immaginare di essere uniti su un embargo di circa il 90% del petrolio russo, fino a qualche giorno fa, non sarebbe stato credibile. È stato un successo completo. Il momento di massimo impatto di tutte le sanzioni fin qui approvate” nei confronti della Russia “sarà da questa estate in poi”, ha fatto sapere il premier. Draghi rispondendo a quanti gli hanno domandato se l’Ue sia consapevole che, pagando il gas russo, sta finanziandola guerra di Mosca, ha dichiarato: “È una situazione frustrante, di grande imbarazzo ma non si può fare altrimenti…”.

La guerra all’approvvigionamento energetico

Dopo la Bulgaria, la Polonia e la Finlandia è il turno dell’Olanda.  Gazprom ha interrotto le forniture a GasTerra, l’azienda olandese a partecipazione statale che non ha ottemperato alla richiesta di pagare il gas in rubli. “Questo non è ancora visto come una minaccia alle forniture”, ha però annunciato il portavoce del ministero degli Affari economici olandese, Pieter ten Bruggencate, citato dalla Bbc. L’operatore olandese ha, infatti, dichiarato di aver anticipato l’interruzione della fornitura e aver comprato due miliardi di metri cubi altrove.

Gazprom ha, poi, annunciato che dal 1 giugno sospenderà le forniture di gas anche alla principale compagnia energetica danese, la Orsted, “a causa del mancato pagamento del gas consegnato ad aprile e del rifiuto di pagare le prossime forniture in rubli”.

Sul punto, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha fatto sapere che “la Russia ha interrotto le forniture di gas a cinque stati membri: la risposta all’uscita dagli idrocarburi russi è RePowerEu” e ha evidenziato che “le scorte di gas in Unione Europea sono al 41%, un livello più alto rispetto allo stesso periodo l’anno scorso. Di fronte alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, gli stati membri dell’Ue si uniscono per rafforzare la difesa, garantire un approvvigionamento energetico affidabile e sostenibile e mobilitarsi contro l’emergente crisi alimentare globale”.

Sul campo di battaglia, Kiev: “Putin punta al Donbass entro 1 luglio”

Secondo quanto divulgato da fonti dell’intelligence di Kiev Vladimir Putin punta a conquistare l’intero Donbass entro 1 luglio. Nel dettaglio, il piano di Mosca prevede di completare l’occupazione della regione di Luhansk il 1 giugno e Donetsk il 1 luglio.

Nel frattempo la situazione è sempre più critica a Severodonetsk, città sotto assedio da settimane ma non ancora interamente accerchiata. Al momento “le forze russe hanno il controllo di circa il 70% di Severodonetsk, e sono in corso pesanti combattimenti nella città nell’est dell’Ucraina”, ha detto il governatore della regione di Luhansk, Serhiy Gaidai, che non ha escluso un ritiro tattico dalla città al fine di non sacrificare altre vite umane e permettere ai soldati di occupare posizioni difensive migliori in una città vicina e arginare l’ulteriore avanzata russa. “I russi hanno distrutto tutte le sotto stazioni elettriche e idriche la gente non ha acqua. Il fuoco è così intenso che le persone devono seppellire i loro vicini da qualche parte nei loro cortili, ed a volte i bombardamenti si verificano anche durante le sepolture”, ha aggiunto Gaidai.

Secondo quanto riporta il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc) sono 12.000 i civili sono intrappolati nella città.  Jan Egeland, segretario dell’Nrc ha dichiarato: “Severodonetsk è l’epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina, temiamo che fino a 12.000 civili siano intrappolati nel fuoco incrociato della città, con accesso insufficiente ad acqua, cibo, medicine o elettricità”.

L’attacco alla città è efferato. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno ucraino  solo oggi nella regione di Luhansk i russi hanno aperto il fuoco sugli insediamenti 39 volte, lanciando nelle ultime 24 ore attacchi aerei contro Severodonetsk e Belogorovka. A Severodonetsk è stata colpita anche un’industria chimica  con evidenti pericoli per la salute dei cittadini.

L’intelligence britannica, comunque, ha avvertito che perchè la Russia raggiunga l’obiettivo di occupare l’intero territorio del Donbass ha bisogno “di assicurarsi  altri target strategici impegnativi oltre a Severodonetsk, tra cui la città chiave di Kramatorsk e la strada principale M04 Dnipro-Donets

Rassicurante, appare, poi l’analisi di un ex ambasciatore Usa che ha lavorato come rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina, Kurt Volker, che ritiene che Mosca stia commettendo un errore strategico ad investire nella battaglia per Severodonetsk. “Malgrado la città sia importante per la regione di Luhansk, “non è così importante nella battaglia in generale, e penso che gli ucraini siano in grado di riorganizzarsi e respingere” i russi, ha detto Volker. Mentre le truppe ucraine stanno “respingendo” intorno a Kharkiv e hanno “aperto una controffensiva vicino a Kherson”, ha proseguito, i russi stanno “investendo tutto su Severondonetsk”. “Quando questa battaglia sarà finita, saranno sostanzialmente esauriti”, ha aggiunto Volker.

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