Ucraina- Russia, Cosa è successo oggi: giorno 98

di Carlo Longo

“Le richieste di armi straniere da parte dell’Ucraina sono provocazioni che mirano a coinvolgere l’Occidente nel conflitto”, ha detto il ministro degli Esteri russo riferendosi indirettamente alla fornitura di lanciarazzi multipli Usa e lasciando sottintendere il rischio di un allargamento del conflitto con il coinvolgimento di Paesi terzi. Non solo, Lavrov ha  commentato i nuovi assetti difensivi di cui vorrebbe dotarsi l’Ue affermando che la Difesa congiunta dell’Unione Europea “diventera’ un’appendice della Nato” perché questo è “l’obiettivo di chi vuole porre l’Occidente sotto il controllo degli Stati Uniti”.

Secondo il ministro degli Esteri russo “nell’Unione Europea c’è una minoranza russofoba molto aggressiva che sta cercando di imporsi su tutti gli altri e sta aumentando la sua attività”, tuttavia “le dichiarazioni dell’Alto rappresentante Josep Borrell sulle ambizioni dell’Ue di diventare una potenza militare sembrano solo parole, ma non c’è fumo senza fuoco”. A proposito di quanto affermato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz in relazione all’obiettivo della Germania di divenire la prima forza militare europea Lavrov ha affermato di aver osservato “il risorgere di aspirazioni di dominio sulle quali bisognerebbe aprire un dibattito”. Il ministro degli Esteri russo ha, poi, annunciato un accordo con la Turchia “che aiuterà nelle attività di sminamento”

Per quanto riguarda le difficoltà riscontrate dall’Ucraina, dove marciscono le riserve di grano in quanto le navi non possono lasciare i porti perchè presidiati dalle truppe russe Lavorov ha detto:  “I carichi di grano ucraini sono bloccati dalle mine piazzate dalle forze di Kiev nelle sue acque, mentre gli approvvigionamenti di cereali russi sono ostacolati dalle sanzioni. Non ci sono problemi da parte della Russia, ogni giorno abbiamo dichiarato corridoi umanitari attraverso i quali le navi possono lasciare i porti”, ha detto Lavrov, “le navi russe che trasportano grano non sono accettate nei porti europei e non possono essere assicurate per via delle sanzioni imposte dai nostri colleghi europei, che preferiscono non parlarne”. Lavrov ha quindi affermato che lo sminamento dei porti ucraini, con l’aiuto della Turhia, dovrebbe avvenire senza che ciò comporti un vantaggio per le forze militari di Kiev.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è invece espresso circa la disponibilità ribadita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad incontrare il presidente russo Vladimir Putin  “Nessuno esclude a priori un simile incontro e nessuno l’ha mai fatto. Tuttavia, deve essere preparato. Se Putin e Zelensky si incontrassero mai, ciò sarà fatto esclusivamente per definire un certo documento – vale a dire un accordo di pace-  e il lavoro sul documento  si è interrotto molto tempo fa e non è ripreso”, ha detto Peskov.

Il portavoce del Cremlino ha poi aggiunto “Crediamo che gli Stati Uniti stiano aggiungendo di proposito e diligentemente benzina sul fuoco. La fornitura di armi americane all’Ucraina non contribuisce a risvegliare la voglia di Kiev di riprendere i colloqui di pace”. Peskov ha poi sottolineato  di non credere alle rassicurazioni di Zelensky sul fatto che Kiev non attaccherà il territorio russo nel caso in cui ottenga sistemi missilistici a lancio multiplo a lungo raggio di fabbricazione statunitense.

Zelensky: “Sono grato all’Europa per il sesto pacchetto di sanzioni”

“Abbiamo i dettagli sul sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia per questa guerra. Il pacchetto è stato concordato. La sua approvazione e l’entrata in vigore richiederanno del tempo. Ma gli elementi chiave del pacchetto sono già chiari. I Paesi europei hanno deciso di limitare in modo significativo le importazioni di petrolio dalla Russia. E sono grato a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo accordo. Il risultato pratico è meno decine di miliardi di euro, che la Russia non potrà ora utilizzare per finanziare il terrore”, ha dichiarato in un nuovo video il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.

Tuttavia, l’iter di approvazione del sesto pacchetto di sanzioni sembra abbia subito un altro intoppo. La riunione degli ambasciatori dei 27 Paesi membri dell’Ue, convocata per approvare il sesto pacchetto di sanzioni, è terminata ma si attende una nuova convocazione. L’Ungheria ha chiesto di escludere il patriarca russo Kirill dalla lista delle sanzioni Ue e dunque si sarebbe aperta una nuova “trattativa” con Budapest.

Nel frattempo, invece, Joe Biden ha ufficializzato un “nuovo significativo pacchetto di aiuti” agli ucraini che li “armera’ con nuove capacità e armamenti avanzati, compresi i sistemi Himars con le munizioni, per difendere il loro territorio dall’avanzata russa”. Il presidente Usa, dando l’annuncio dei nuovi aiuti, ha lodato “il coraggio e la risolutezza degli ucraini nel difendere il loro paese e la loro democrazia contro l’aggressione russa” e ribadito l’impegno a continuare a fornire armi a Kiev.

Sul campo di battaglia, le truppe russe hanno raggiunto il centro di Severodonetsk

“Gli scontri continuano. Il nemico ha raggiunto il centro di Severodonetsk e sta cercando di prendere piede lì”, ha fatto sapere il portavoce del ministero della Difesa ucraino Oleksandr Motuzyanyk, che ha aggiunto “Ora il nemico ha concentrato lì le sue massime riserve per raggiungere il confine della regione di Lugansk. Il loro principale obiettivo tattico ora è prendere il pieno controllo della città di Severodonetsk. Vogliono anche circondare Lysychansk”, ha aggiunto il portavoce di Kiev.

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