Ucraina-Russia: Dopo la Finlandia anche la Svezia chiede di entrare nella Nato, Putin: “L’espansione delle a Nato provocherà una risposta”

di Mario Tosetti

“L’espansione della Nato è un problema creato in modo artificiale nell’interesse degli Stati Uniti. La Russia non ha problemi con la Finlandia e la Svezia e la loro possibile adesione alla Nato non crea alcuna minaccia per Mosca”, così si è espresso il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo al vertice dell’Organizzazione del Trattato per la sicurezza collettiva. “Tuttavia -ha specificato- quello che provocherà sicuramente la nostra risposta  è l’espansione delle infrastrutture militari della Nato nei territori dei Paesi che aderiscono all’organizzazione e vedremo come sarà tale risposta a seconda delle minacce che ci porranno”. Nell’ottica di Putin è necessario prestare la massima attenzione ai piani dell’Alleanza in quanto secondo il presidente russo: “La Nato viene utilizzata come strumento di politica estera, in modo abbastanza persistente, abile e molto aggressivo tutto ciò aggrava un clima di sicurezza internazionale già difficile”.

L’attacco del presidente russo è rivolto comunque, in particolar modo agli Stati Uniti. Nel dettaglio, Putin ha nuovamente sollevato l’accusa mossa all’Ucraina di aver creato, sotto il controllo statunitense, componenti di armi biologiche. “Abbiamo a lungo lanciato l’allarme sull’attività biologica degli Stati Uniti nello spazio post-sovietico. Come sapete, nella nostra regione comune, il Pentagono ha creato decine di laboratori e centri biologici specializzati. E non sono affatto impegnati a fornire assistenza medica pratica alla popolazione dei Paesi in cui hanno avviato le loro attività”, ha incalzato il leader del Cremlino che ha aggiunto, “nel corso dell’operazione speciale in Ucraina sono state ottenute prove documentali che dimostrano che, in violazione delle convenzioni che vietano le armi batteriologiche e tossiche, sono state effettivamente create componenti di armi di questo tipo nelle immediate vicinanze dei nostri confini e sono stati testati i modi per destabilizzare la situazione epidemiologica nelle ex repubbliche sovietiche”.

Il discorso di Putin è proseguito con un chiaro rimprovero all’Occidente che “chiude un occhio sul dilagante neonazismo in Ucraina, e di fatto lo incoraggia”. In particolare il presidente russo ha accusato Kiev di aver reso eroi gli estremisti neonazisti e questo, ha detto, “non accade nei paesi civili”. Ci sono estremisti in tutti i Paesi eppure l’Ucraina ha fatto dei suoi nazisti degli eroi nazionali. Il neonazismo rampante è stato osservato da tempo in Ucraina”. I paesi della Csto, l”Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, guidato dalla Russia post-sovietica, terranno una serie di esercitazioni congiunte in Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan questo autunno, ha annunciato infine Putin. “Sono convinto che contribuiranno a rafforzare la nostra reattività nel combattimento, a migliorare il coordinamento tra le strutture militari dei nostri Stati – ha aggiunto -, e a rafforzare il mantenimento della pace in generale”.

Nel frattempo, dopo l’annuncio della Finlandia, è giunta la notizia che la Svezia chiederà di aderire alla Nato, a darne la comunicazione ufficiale è stata la premier  svedese, Magdalena Andersson, che ha definito la decisione una svolta storica per il Paese e l’inizio una nuova era. La premier svedese ha sottolineato che se la Svezia restasse l’unico Paese nella regione fuori dalla Nato inevitabilmente  “sarebbe in una posizione molto vulnerabile”. In quanto membri della Nato, ha affermato, la Svezia “otterrà” più sicurezza e “sarà fornitore di sicurezza”.

Tuttavia, per quanto riguarda l’ingresso dei due nuovi Paesi nella Nato c’è da superare il veto della Turchia che si è esplicitamente opposta. Qualunque decisione sull’allargamento della Nato deve, infatti, essere approvata da tutti e 30 i membri dell’Alleanza. In proposito, il ministro della difesa Svedese Peter Hultqvist ha fatto sapere: “Manderemo un gruppo di diplomatici a tenere dei colloqui e ad aprire un dialogo con la Turchia in modo da vedere come risolvere la questione e cosa concerne esattamente”

Nel frattempo in Estonia sono state avviate le più grandi esercitazioni nella storia dei paesi Baltici da parte della Nato. Le esercitazioni, il cui nome in codice è Hedgehog, dureranno due settimane e saranno inviati 15 mila soldati provenienti da 10 Paesi, tra cui gli aspiranti membri: Finlandia e Svezia. Le esercitazioni erano state pianificate prima della guerra ma hanno un grande valore simbolico in quanto sono effettuate col chiaro intento di testare la capacità di rispondere alle incursioni nemiche.

Intanto in Ucraina si continua a combattere, nuovi attacchi si registrano nel Donbass ed in particolare nella città di Severodonetsk. Solo dagli scontri di oggi il bilancio è di dieci morti secondo quanto riferito da Serhii Haidai, il governatore della regione di Luhansk. “Al momento è estremamente difficile controllare l’area a causa dei nuovi bombardamenti”, ha sottolineati Haidai. Nessuna offensiva è condotta, invece nelle nelle regioni meridionali di Kherson e Mykolaiv anche se le truppe russe continuano a rafforzare le loro posizioni nelle aree occupate. Sembra, inoltre, che sia stato raggiunto un accordo sull’evacuazione dei militari feriti all’interno dell’acciaieria Azovstal. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa russo.

In occasione del consiglio Affari esteri dell’Ue si discute, invece, in Ue sull’approvazione del sesto pacchetto di sanzioni e sembra sia sempre più plausibile l’ipotesi che venga spacchettato e approvato senza la misura che prevede l’embargo sul petrolio russo. L’Ungheria, Paese che si era detto finora contrario, sembra però aver posto una condizione. “Se l’Unione Europea vuole introdurre un embargo sul petrolio, deve esentare il trasporto via oleodotto. Questa è la soluzione più semplice che da un lato può servire gli interessi di Bruxelles e dall’altro non mette i Paesi che ricevono il petrolio tramite oleodotti in una posizione estremamente difficile e inaccettabile”, ha detto ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó.

Deluso dalle prospettive relative al pacchetto di sanzioni europeo si è detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Non posso credere che il sesto pacchetto di sanzioni sia approvato senza l’embargo al petrolio, la domanda ora è quando verrà approvato. Siamo delusi che non sia stato adottato ma è compito dell’Unione Europea trattare con le autorità ungheresi, perché si tratta di una questione di famiglia”, ha detto Dmytro Kuleba.

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