Ucraina-Russia: Putin: “l’Ue rifiutando le risorse russe sta commettendo un suicidio economico”, evacuati i militari dall’acciaieria Azovstal

Il leader del Cremlino si è detto convinto che molti Paesi europei non riusciranno a rinunciare a lungo alle materie prime russe e al tempo stesso stanno creando danni alle popolazioni. “Il rifiuto delle risorse energetiche russe significa che l’Europa sistematicamente, a lungo termine, diventerà la regione con il più alto costo per le risorse energetiche al mondo”, ha detto Putin aggiungendo “e questo, secondo alcuni esperti, può minare irreversibilmente la competitività di una parte significativa dell’industria europea”.
Peraltro, secondo il presidente russo l’Occidente sta commettendo l’ulteriore errore di sopravvalutare le fonti rinnovabili. In particolare per Putin l’ Ovest ha “iniziato a speculare sulla preoccupazione assolutamente naturale di molte persone sul pianeta per i problemi climatici, il cambiamento climatico.  È ovvio che, per ragioni di politica interna, hanno iniziato a sopravvalutare la possibilità delle energie alternative e a sottovalutare l’importanza dell’energia tradizionale”.
In sostanza Putin ha poi accusato l’Occidente di quanto sta accadendo oggi in Ucraina perchè  “per decenni ha ignorato le preoccupazioni assolutamente legittime della Russia nel campo della sicurezza e ogni in modo possibile ha incoraggiato elementi nazionalisti neofascisti nella leadership di Kiev”.

Dall’Italia giunge invece la notizia che Eni continuerà a pagare in euro il gas alla Russia ma aprirà due conti presso Gazprom Bank, uno in euro e uno in rubli. Eni ha fatto sapere che la decisione “è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale”. Il meccanismo, adottato anche da altri Paesi Ue, non viola le sanzioni ma allo stesso tempo consente a Gazprom di riscuotere quanto dovuto in rubli, come da decreto imposto dal Cremlino. In particolare Eni corrisponderà quanto dovuto in euro ma si avvarrà di un  “un apposito clearing agent operativo (agente liquidatore, n.d.r) presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito, e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa”. Gazprom riceverà, così, l’importo pagato in rubli. La soluzione è intervenuta a pochi giorni dalla scadenza contrattuale, dopo la quale la Russia avrebbe interrotto la fornitura.

Intanto a Bruxelles  si è svolta la riunione dei ministri della Difesa Ue dove si è discusso della domanda di adesione presentata da Finlandia e Svezia.  “Sono sicuro che la Svezia e la Finlandia nella loro richiesta di adesione alla Nato riceveranno un forte sostegno da tutti i paesi Ue perché ciò aumenta la sicurezza e ci rende più forti”, ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell. Al vertice ha partecipato anche il ministro della Difesa di Kiev Oleksiy Reznikov e il vice segretario generale della Nato, Mircea Geoana. Borrell ha inoltre parlato del possibile veto della Turchia all’adesione alla Nato dei Paesi baltici. “Il consiglio atlantico supporterà il più possibile l’adesione dei due Paesi e so che la Turchia ha avanzato qualche obiezione ma la Nato sarà in grado di superarle. Da parte mia ci sarà un forte supporto” all’adesione” ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera. Ulteriore argomento di discussione è, ovviamente, l’accordo non ancora raggiunto in merito al sesto pacchetto di sanzioni.

Per quanto strettamente concerne il conflitto in Ucraina Borrell ha osservato: “Non sono uno stratega militare e non posso fare previsioni su fino a quando la Russia possa resistere, non l’Ucraina ma la Russia, se è vero che l’esercito russo ha perso fin qui il 15% delle loro truppe si tratta di un record di perdite mondiale di un esercito che invade un altro paese. Non so se sono in grado di rimpiazzarle ma si tratta di una perdita impressionante”.

Nel frattempo in Ucraina dopo settimane di combattimenti, parzialmente sospesi per consentire l’uscita dei civili, sono stati evacuati anche i militari che hanno difeso l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Così i 264 militari che hanno resistito tra i cunicoli della fabbrica, divenendo il simbolo della resistenza ucraina, sono riusciti a salvarsi. L’accordo è stato annunciato dal ministero della Difesa russo. E’ stato disposto un cessate il fuoco temporaneo che consentirà l’evacuazione di 53 soldati feriti, che saranno condotti a Novoazovsk, e 211 altri militari che saranno invece portati  a Olenivka, nel territorio controllato dai separatisti filorussi di Donetsk.  Per quanto riguarda questi ultimi la Duma, Camera bassa del Parlamento russo, esaminerà domani una bozza di risoluzione che vieta lo scambio dei combattenti ucraini arresi e evacuati dall’acciaieria Azovstal. Lo ha annunciato il suo presidente, Vyacheslav Volodin, definendo i membri del battaglione Azov “criminali nazisti” che non dovrebbero essere scambiati. “Sono criminali di guerra e dobbiamo fare tutto il possibile per portarli davanti alla Giustizia”, ha sottolineato Volodin. Il portavoce del Cremlino, Dmtry Peskov ha comunque assicurato che presidente russo Vladimir Putin “ha garantito che saranno trattati in linea con le leggi internazionali in materia”.

“I difensori di Mariupol sono per sempre nella storia”, ha commentato il comando di Kiev. “Mantenendo le posizioni ad Azovstal, non hanno permesso al nemico di trasferire gruppi fino a 17 gruppi tattici di battaglione (circa 20.000 membri del personale) in altre aree. Ciò ha impedito l’attuazione del piano per la rapida cattura di Zaporizhzhia, l’accesso al confine amministrativo delle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia” e “ci ha dato l’opportunità di preparare e creare linee difensive, dove si trovano oggi le nostre truppe”, ha spiegato lo stato maggiore.

Nel frattempo però, in quel che resta della città di Mariupol l’emergenza umanitaria assume una nuova allarmante forma.  La direttrice regionale per le emergenze dell’Oms, Dorit Nitsan, citata dall’agenzia ucraina Unian ha fatto sapere: “Riceviamo informazioni da organizzazioni non governative che a Mariupol le acque reflue sono mescolate con l’acqua potabile. Questo minaccia la diffusione di molte malattie, in particolare il colera. Ci stiamo preparando per questo con una campagna di vaccinazione, lavorando con le ong che possano andare lì a sostenere le persone”.

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