Ucraina: Zelensky: “Pronto incontro con Putin, se fallisce sarà terza guerra mondiale”, numerosi civili ucraini costretti a trasferirsi in Russia

di Carlo Longo

Il presidente ucraino,  Volodymyr Zelensky, è intervenuto per ribadire la sua piena disponibilità e ferma volontà di avere un colloquio con il presidente russo. Tuttavia, Zelensky ha avvertito che in caso di fallimento del negoziato tra i due vertici potrebbe innescarsi “una terza guerra mondiale”.  “Sono pronto per le trattative con lui. Ero pronto negli ultimi due anni. E penso che senza negoziati non possiamo porre fine a questa guerra”, ha detto Zelensky  aggiungendo, “Se c’è solo l’1% di possibilità per noi di fermare questa guerra, penso che dobbiamo cogliere questa possibilità. Dobbiamo farlo. Posso parlarvi del risultato di questi negoziati: in ogni caso, stiamo perdendo persone ogni giorno, persone innocenti sul campo. Le forze russe sono venute per sterminarci, per ucciderci. E possiamo dimostrare che la dignità del nostro popolo e del nostro esercito sono in grado di assestare un colpo potente, siamo in grado di contrattaccare. Ma, sfortunatamente, la nostra dignità non conserverà le vite. Quindi, penso che dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi possibilità per avere la possibilità di negoziare, la possibilità di parlare con Putin. Ma se questi tentativi falliscono, significherebbe che questa è la terza guerra mondiale”. Il presidente ucraino ha, inoltre, evidenziato che l’invasione russa si concretizzi come una vera e propria guerra su vasta scala e che il genocidio del popolo ucraino ha forti similitudini con lo sterminio della popolazione ebraica. Il presidente ucraino ha così deciso di prorogare la legge marziale nel Paese per ulteriori trenta giorni e firmato una serie di decreti vigenti per il tempo di guerra. Tra i decreti vi è la sospensione delle trasmissioni televisive unificate in un unico canale che trasmette 24 ore su 24.

Intanto sul campo l’offensiva russa continua. Mariupol è stata colpita da armi pesanti sparate da quattro navi della Marina russa. “Il nemico continua a distruggere cinicamente la città ucraina, usando tutto l’arsenale disponibile. Dopo aerei, artiglieria, vari sistemi e carri armati, gli occupanti russi stanno distruggendo la città con armi pesanti di navi da guerra”, ha fatto sapere il reggimento Azov. A Mariupol, inoltre, è stata colpita una scuola in cui si rifugiavano circa 400 civili, l’edificio è stato distrutto e sotto le macerie restano corpi privi di vita di donne, bambini e anziani. Inoltre, i residenti della città sono costretti in migliaia a trasferirsi in Russia. “Negli ultimi giorni, diverse migliaia di residenti di Mariupol sono stati deportati in Russia. Si tratta di persone del quartiere della riva sinistra della città e del rifugio antiatomico nell’edificio del club sportivo, dove più di mille persone (per lo più donne e bambini) si sono nascoste dai continui bombardamenti. È noto che i residenti di Mariupol catturati sono stati portati in campi di filtraggio, dove gli occupanti hanno controllato i telefoni e i documenti delle persone. Dopo l’ispezione, alcuni residenti di Mariupol sono stati trasportati a Taganrog e da lì inviati in treno in varie città economicamente depresse della Russia. I nostri cittadini hanno ricevuto dei documenti che li obbligano a stare in una certa città. Non hanno il diritto di lasciarla per almeno due anni con l’obbligo di lavorare nel posto di lavoro specificato. Il destino degli altri rimane sconosciuto”, ha scritto in un post su telegram il difensore civico dei diritti umani dell’Ucraina Ludmila Denisova  nel quale sottolinea come i comportamenti perpetrati dalla Russia integrino gravi violazioni della legge internazionale, tra cui la Convenzione di Ginevra e ha  ha chiesto alla comunità internazionale di inasprire le sanzioni contro la Russia. Le truppe russe hanno, poi,  aperto il fuoco su una casa per anziani a Kreminna, nella regione ucraina di Luhansk, uccidendo 56 persone, secondo quanto sostiene  il governo ucraino denunciando che i russi hanno sparato all’edificio “da un carro armato in maniera cinica e deliberata” .L’esercito russo, ancora, sta sequestrando auto in massa ai check point a Mangush, nel Donetsk mentre il villaggio di Zabuyannia, distretto di Bucha nella regione di Kiev, è stato colpito con un potente attacco aereo. A fare da sfondo a tutta questa violenza la vicepremier ucraina, Olga Stefanishyna, ha denunciato “storie orribili” di violenza compiuta dai russi sulle donne ucraine, donne “che sono state violentate per ore e poi uccise”. “Ogni singolo soldato che ha commesso questo crimine di guerra sarà ritenuto responsabile”, ha aggiunto Stefanishyna.

Nel frattempo, però, l’intelligence del ministero della Difesa ucraina fa sapere che nell’élite russa si sta formando un gruppo di persone contrarie a Vladimir Putin che starebbero considerando la sua eliminazione.  “Avvelenamento, malattia improvvisa, incidente: l’élite russa sta valutando la rimozione di Putin. Un gruppo di figure influenti contrarie a Vladimir Putin si sta formando tra l’élite politica e imprenditoriale russa. Il loro obiettivo è rimuovere Putin dal potere il prima possibile e ripristinare i legami economici con l’Occidente a causa della guerra in Ucraina”, si legge nei rapporti di intelligence che si spingono ad individuare il direttore dell’FSB Alexander Bortnikov come il successore di Putin.

Dal punto di vista internazionale la Turchia ha assicurato che la Russia e l’Ucraina hanno compiuto progressi nei negoziati per porre fine all’invasione e sono vicine ad un accordo. “Certo, non è facile arrivare a un’intesa mentre la guerra è in corso, i civili vengono uccisi, ma vorremmo dire che lo slancio negoziale sta progredendo”, ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. “Vediamo che le parti sono vicine a un accordo”, ha aggiunto. Ankara è in contatto con i team dei negoziatori dei due paesi, ha aggiunto il ministro, che non ha voluto dare i dettagli sui colloqui perché, ha puntualizzato, “stiamo svolgendo il ruolo di mediatori e facilitatori”.

Di rilievo appaiono le dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo Charles Michel in relazione all’adesione dell’Ucraina all’Ue. “Io parlo quotidianamente con Zelensky e anche prima della guerra avevamo affrontato questa prospettiva, l’avvicinamento verso l’Europa con una possibile candidatura. Questa candidatura è stata ufficialmente introdotta nelle istituzioni europee, a Versailles abbiamo visto il primo dibattito. È un segnale politico forte verso l’Ucraina e abbiamo deciso di potenziare il legame con l’accordo di associazione. Quindi colleghiamo la rete politica verso Bruxelles”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo sottolineando, “La Commissione ha espresso la propria opinione, è iniziata la procedura per l’adesione e a Versailles i capi di stato e di governo hanno emesso una dichiarazione di sostegno all’Ucraina che deve scegliere il proprio destino in maniera autonoma. Poi, c’è il dibattito sull’allargamento e se vogliamo un allargamento verso l’Ucraina dobbiamo agire in maniera risoluta e questo dibattito deve essere affrontato per compiere dei passi in avanti e dobbiamo tenere conto delle altre richieste di adesione di altri paesi come Georgia e Moldavia. Il progetto europeo attrae. Rappresenta una calamita. Quanto è sicuro è che chiedendo l’opinione della Commissione abbiamo accelerato le procedure”.

Dagli Usa, invece, perviene anzitutto la smentita ad opera della portavoce della Casa Bianca , Jen Psaki, in relazione ad una possibile visita in Ucraina del presidente Usa Joe Biden dopo per il vertice Nato e il Consiglio europeo a Bruxelles. Gli Stati Uniti escludono, inoltre, una possibile partecipazione ad una missione di peacekeeping in Ucraina. “Il presidente è stato molto chiaro sul fatto che non schiereremo truppe americane in Ucraina. Non vogliamo che la situazione degeneri in una guerra per gli Usa. Ma sosterremo inostri alleati della Nato. Abbiamo soldati, come sapete, nei paesi della Nato, e il presidente ha chiarito che se ci sarà un attacco contro uno qualsiasi dei nostri alleati, ai sensi dell’articolo V, li sosterremo e li difenderemo”, ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield , La diplomatica ha poi espresso una ferma condanna a quanto perpetrato dalle truppe russe che costringono i residenti con la forza a trasferirsi. “Deportare i civili ucraini in quelli che possiamo immaginare siano campi di concentramento in Russia è inaccettabile”, ha sottolineato Linda Thomas-Greenfield. Al contempo l’ambasciatore di Pechino negli Stati Uniti Quin Gang ha ribadito che la Cina non sta inviando “armi e munizioni a nessuna delle parti in guerra”. La Cina, ha detto l’ambasciatore, “farà di tutto per favorire una de-escalation in Ucraina” e il “suo rapporto con la Russia non è un problema. Siamo parte della soluzione, non del problema”.

Intanto si attendono nuovi negoziati che si svolgeranno in video conferenza il 21 marzo.

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