Ue, Israele ed Egitto firmano un patto trilaterale per la fornitura di gas in Europa

Al settimo meeting dell’East Mediterranean Gas Forum i tre hanno firmato un Memorandum of Understanding che permetterà l’invio di gas naturale da Tel Aviv al Cairo, poi trasportato in Europa

di Matteo Meloni

Il Memorandum of Understanding sottoscritto nella giornata di ieri al Cairo da EgittoIsraele e Unione europea è un fatto storico dall’assoluta importanza, che apre nuovi orizzonti per tutti gli attori in gioco nel Mediterraneo orientale. Tel Aviv invierà il gas naturale estratto dai suoi territori verso l’Egitto tramite pipeline già esistenti che, a quel punto, verrà liquefatto e pressurizzato, potendo essere così trasportato in Europa. Per quanto non significativa, la prima fase dell’accordo vedrà un sostanziale aumento dell’export verso il Vecchio Continente, con effetti che saranno realmente impattanti sul mercato attesi nell’arco di due anni.

L’accordo è stato firmato in occasione del settimo incontro ministeriale dell’East Mediterranean Gas Forumrealtà organizzativa che vede coinvolti numerosi Paesi dell’area. I membri del gas forum, divenuto negli ultimi anni vero e proprio strumento di dialogo per le nazioni della regione, sono Egitto, Giordania, Autorità Palestinese, Israele, insieme a Cipro, Grecia e Italia.

Nell’area mediterranea di riferimento sono stati scoperti numerosi giacimenti: al largo di Tel Aviv Tamar, scoperto nel 2009 e Leviatano, individuato nel 2010, ai quali si unisce quello ribattezzato Afrodite nelle acque fuori Cipro localizzato nel 2011, Zohr in Egitto nel 2015 e nel 2019, ancora in acque cipriote, Glaucus-1. Si calcola che il Mediterraneo orientale ospiti l’1% delle riserve di gas mondiale: non tanto da impensierire il 24,3% della Russia, il 17,3% dell’Iran o il 12,5% del Qatar ma sufficiente per cercare di distaccarsi dai rifornimenti moscoviti.

I cambiamenti in atto a livello energetico e la modifica sostanziale del flusso di approvvigionamento avvenuti all’indomani dell’invasione della Russia in Ucraina portano a storici stravolgimenti anche nel Mediterraneo orientale, dove i giacimenti di gas individuati negli ultimi anni risulteranno estremamente remunerativi per le nazioni che si affacciano in quelle acque. L’azione sanzionatoria dell’Unione europea contro Mosca ha obbligato Bruxelles a cercare altrove le risorse energetiche, diversificando da nuovi Paesi l’arrivo di combustibili.

Ma sarà complicato per la Commissione europea motivare davanti all’opinione pubblica un simile accordo con due realtà come Israele ed Egitto, ben lontane dalla gestione accorta e democratica dei diritti umani. Appena un anno fa Human Rights Watch etichettava come apartheid il sistema di trattamento israeliano nei confronti dei palestinesi, mentre Il Cairo è responsabile di numerosi morti, imprigionamenti di attivisti politici, ricercatori di altri Paesi tra i quali Giulio Regeni, barbaramente ucciso nei primi mesi del 2016 e della detenzione di Patrick Zaki. Non proprio una mossa migliorativa quella europea.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

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