Ue, Mattarella: “E’ necessario un punto di svolta, occorre colmare il divario tra attese e risposte”

di Corinna Pindaro

“Ci troviamo  a un punto di svolta per il futuro dell’Unione europea, integrare e completare i tanti cantieri aperti: questo lo dobbiamo alle nuove generazioni. Serve una maggior presenza dell’Europa, bisogna colmare il divario tra attese e risposte”, con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato il 26esimo vertice di Arraiolos, in cui  si sono riuniti tredici Presidenti e Capi di Stato non esecutivi europei nel cortile d’onore del Quirinale.

Secondo quanto auspicato da Mattarella l’Ue deve necessariamente porre in essere un’inversione di tendenza soprattutto in materia di politica estera di difesa e di sicurezza comune. “Next Generation non è soltanto un piano di resilienza e ripresa ma un programma a lungo termine verso una doppia transizione, verde e digitale. Si tratta di costruire il nostro futuro”, ha affermato Mattarella aggiungendo, “Next Generation è la strategia. Il percorso per realizzarlo è l’autonomia dell’Unione. Gli effetti della pandemia hanno reso evidente, sia nell’ambito sanitario sia in quello economico, l’importanza della cooperazione internazionale a livello multilaterale. La collaborazione scientifica mondiale è stata determinante per lo sviluppo dei vaccini in tempi rapidi. L’Europa deve adoperarsi per disinnescare la logica competitiva che ha contrassegnato gli ultimi anni, che hanno fatto apparire un mondo sempre più multipolare e sempre meno multilaterale; ponendo a rischio sviluppo e benessere futuri. Autonomia non significa rinchiudersi in se stessi. Noi europei conosciamo bene i vantaggi della cooperazione e l’Unione deve avvertire la responsabilità di essere protagonista dello sviluppo di un sistema internazionale basato nuovamente sul metodo multilaterale, con regole condivise rispettate da tutti”.

Viceversa, in mancanza di cooperazione si realizza  inevitabilmente una contrapposizione tra Paesi, tra grandi soggetti internazionali, certamente controproducente e che condurrebbe a una “corsa al ribasso” degli standard di protezione della libertà, della salute, della condizione dei cittadini. “Basta pensare alla tutela dei dati personali, al contrasto ai mutamenti climatici, agli standard alimentari. L’Unione deve essere in grado di far sentire nel mondo la propria voce. Per rafforzare quello spazio di libertà, di sicurezza, di giustizia di cui siamo orgogliosi”, ha sottolineato il Capo dello Stato che ha poi proseguito “E’ ineludibile, quindi, definire quella che è stata chiamata la bussola strategica per fare dell’Europa un attore protagonista e non un comprimario nella comunità internazionale, delineando una prospettiva strategica nell’ambito della cui cornice si inquadra la politica di sicurezza”.

Da queste premesse deriva la necessità, evidenziata dal Presidente della Repubblica,  di una presa di coscienza e successivo cambiamento per l’Ue. “Credo che si possa dire che l’Unione non può restare nelle attuali condizioni: o si completa il suo edificio o si rischia che venga meno, con tutto ciò che ci ha consegnato, di pace, di diritti, di prosperità. Questa esigenza  richiama anche la definizione di una politica estera comune e lo sviluppo congiunto di capacità nel settore di sicurezza e difesa”, ha spiegato Mattarella.

A supporto delle considerazioni in tema di necessaria svolta dell’Ue Mattarella ricorda l’odierna questione afgana e la netta incapacità mostrata dall’Ue di imporsi sul piano internazionale. “Il caso Afghanistan – come pochi anni addietro il caso, tuttora aperto, della Siria – ha plasticamente raffigurato una Unione incompleta che ha bisogno ineludibile di costruire  una propria autonoma credibilità nell’ambito delle relazioni internazionali”. Per Mattarella “anche in questa visione, l’Unione si pone in piena complementarietà con la Nato, rafforzando il suo ruolo di produttore di sicurezza. Accrescere le nostre capacità, fare dell’Unione un attore più credibile è importante per l’Europa e, vorrei aggiungere, lo è anche per gli Stati Uniti, in un mondo sempre più caratterizzato dal protagonismo di grandi soggetti internazionali. La presenza efficace tra questi dell’Unione Europea rafforza il rapporto transatlantico anche nel dialogo con gli altri interlocutori”.

“Pensiamo in che condizione potremmo essere oggi se l’Unione avesse proseguito in tema di difesa sulla strada delineata al Vertice di Helsinki di ventidue anni fa, dove si era concretamente definito un Corpo di intervento operativo di sessantamila unità”, ha concluso Sergio Mattarella.

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