Ue, potrebbe presto arrivare un nuovo Mes finalizzato a consentire il riarmo dell’Europa

La notizia è stata divulgata da Politico, secondo le fonti  “figure potenti” stanno spingendo al fine di “scongelare” i centinaia di miliardi di euro di risorse del Mes e contribuire contemporaneamente al necessario e costoso rifornimento degli arsenali europei

Attaccato, criticato, e infine rimasto “bloccato”, il controverso Meccanismo

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Europeo di Stabilità (Mes) potrebbe presto risorgere con una nuova missione. Cambiando completamente scopo e funzione: da fondo d’emergenza per soccorrere i Paesi dell’Eurozona in gravi difficoltà finanziarie, potrebbe diventare uno strumento chiave per sostenere gli sforzi bellici dell’Ucraina e/o il riarmo dei Paesi dell’Unione Europea stessa, concedendo loro prestiti a basso costo per l’acquisto di armamenti.

Questo è almeno il progetto discusso fino ad ora “sottotraccia” tra le cancellerie europee, secondo quanto riportato da molteplici fonti a Politico. La testata specializzata in affari europei afferma che “figure potenti” nella politica continentale stiano spingendo in questa direzione, al fine di “scongelare” i centinaia di miliardi di euro di risorse del Mes e contribuire contemporaneamente al necessario e costoso rifornimento degli arsenali europei, sia per il supporto militare all’Ucraina che per far fronte a potenziali future minacce da parte di Vladimir Putin e altre autocrazie sempre più aggressive.

Anche se ancora in una fase embrionale, tale scenario è effettivamente oggetto di discussione, confermano fonti informate. Sorprendentemente, tra le “figure potenti” attive nella ridefinizione del Mes sembra figurare il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti. Oltre alla cortina fumogena del dibattito politico-mediatico italiano sul Mes, lo strumento concepito dai governi europei nel 2012 durante la crisi finanziaria greca è rapidamente invecchiato. La sua funzione principale era quella di fornire assistenza finanziaria in caso di crisi finanziarie gravi in un Paese dell’eurozona per evitare scosse sistemiche nell’area. Nel corso dell’ultimo decennio, oltre alla Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro hanno beneficiato dei suoi programmi di assistenza finanziaria. In Italia, il Mes è diventato oggetto di controversia politica quando i partiti più euroscettici lo hanno dipinto come strumento di austerità imposto da Bruxelles.

Tuttavia, nel corso degli anni, le emergenze e le priorità dell’Unione Europea sono cambiate. L’euro è stabile, mentre il Next Generation EU ha fornito sostegno finanziario significativo. Il Mes è rimasto in stallo, con oltre 700 miliardi di euro a disposizione. Allo stesso tempo, emergono nuove sfide, tra cui la crisi climatica, la produzione di tecnologie cruciali e il consolidamento delle difese militari europee, in previsione di possibili minacce future.

Prima di Natale, nonostante mesi di negoziati, il centrodestra in Italia, guidato principalmente da FdI e Lega, ha votato per bocciare la ratifica del nuovo Trattato Mes, rimandando la sua entrata in vigore. L’Italia è così diventata l’unico Paese a bloccare il processo, suscitando delusione tra i partner europei e il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Anche il ministro dell’Economia Giorgetti, che inizialmente avrebbe voluto ratificare il Trattato, ha espresso il suo disappunto.

Tuttavia, il lavoro di Giorgetti e altri esperti del Mef potrebbe portare a una nuova direzione per il Mes, affrontando le sfide attuali in modo innovativo e riportando l’Italia al tavolo delle decisioni. Resta da vedere se questa proposta, che potrebbe trasformare il Mes in uno strumento per la difesa, otterrà il sostegno necessario per andare avanti, soprattutto in un momento politicamente delicato come quello attuale.

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