Usa: +210.000 posti di lavoro, meno della metà di quelli previsti dagli analisti

di Emilia Morelli

L’occupazione negli Stati Uniti è cresciuta meno delle aspettative, l’economia americana ha visto l’incremento di 210.000 posti di lavoro che corrispondono a meno della metà di quanto prospettato dagli analisti. Le previsioni degli economisti, infatti, erano di un aumento di 573 mila occupati dopo la crescita riscontrata ad ottobre con 546.000 occupati in più. La variante, ovviamente, Omicron desta preoccupazioni ma secondo Joe Biden “la ripresa del mercato del lavoro è forte: l’America è tornata a lavorare”. Il presidente Usa rivendica, inoltre, la creazione di 6 milioni di posto di lavoro, da quando è iniziata la sua amministrazione.

Tuttavia i risultati di Wall Street sembrano smentire Joe Biden, dopo un avvio in rialzo i listini hanno girato in calo con perdite intorno al 2% per il Nasdaq ed oltre l’1% per lo S&P 500.  Sam Bullard, Manager di Wells Fargo -nota multinazionale statunitense di servizi finanziari- ha commentato in maniera drammatica la questione della mancata crescita occupazionale evidenziando che non solo “la carenza dell’offerta di personale non mostra segnali significativi di miglioramento, ma potrebbe anche peggiorare nei prossimi mesi, con l’obbligo vaccinale federale che entrerà in vigore il 4 gennaio del 2022. Di conseguenza le condizioni del mercato del lavoro dovrebbero continuare a essere caratterizzate dalla scarsità della forza lavoro, alimentando un forte aumento dei salari”.

L’aumento dei salari descritto da Bullard effettivamente c’è stato, ma per ora sembra stabile. In Usa i salari orari hanno mostrato in media un incremento del 4,8% su base annua, rispetto al 4,9% del mese precedente. Un dato inferiore rispetto a quello previsto dagli analisti del 5%. Ad ogni modo si segnala che in Usa i salari orari sono in crescita per l’ottavo mese consecutivo, rispetto ad ottobre sono aumentati dello 0,3%.

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione è sceso al 4,2% rispetto al precedente 4,6%. In questo caso le previsioni degli analisti sono state smentite in positivo che prevedevano si attestasse sul 4,5%.  Il tasso di partecipazione è aumentato lievemente a novembre al 61,8% rispetto al 61,6% di ottobre e quasi concordemente al consensus che attendeva il 61,7%. Tuttavia non può non sfuggire che, rispetto ai livelli pre-pandemia, la partecipazione al lavoro negli Stati Uniti è nettamente inferiore: a febbraio del 2020 era al 63,3%.

Ad ogni modo, nonostante si sia riscontrata una crescita dell’occupazione inferiore alle aspettative, la più bassa dal dicembre 2020, probabilmente complice l’aumento dei salari si assisterà ad buon recupero dell’occupazione. Coronavirus permettendo.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati