Usa e Corea del Sud rispondono ai test missilistici di Pyongyang

Washington e Seul hanno condotto delle esercitazioni aeree in concomitanza alla visita della vice segretaria di Stato Wendy Sherman: “Risponderemo con determinazione alle provocazioni della Corea del Nord”

di Matteo Meloni

Aumenta la tensione militare nella penisola coreana, con Pyongyang che ha ripreso con i test missilistici e Seul che risponde insieme all’alleato statunitense. Corea del Sud e Usa, infatti, hanno condotto delle esercitazioni aeree in seguito al lancio di missili balistici a corto raggio della Corea del Nord, avvenuto nella giornata di domenica. Una prova muscolare che rischia di sfociare in un crescendo di interventi militari che non giova alla stabilità dell’area, tra le regioni più complicate del palcoscenico internazionale.

La dimostrazione dell’aviazione sudcoreana e di quella statunitense ha coinvolto 20 aerei da guerra, compresi gli F-35A stealth fighter jets e, come si legge nella nota dell’esercito di Seul, ha permesso di mettere in luce “la grande abilità e la determinazione dei due alleati nel colpire velocemente e con accuratezza le provocazioni della Corea del Nord”. Corea del Sud e Stati Uniti hanno inoltre lanciato 8 missili balistici.

La dichiarazione arriva in seguito agli incontri di Wendy Sherman, vice segretaria di Stato Usa, con la sua controparte Cho Hyun-dong e col Ministro degli Esteri Park Jin. Il viaggio in Corea del Sud è utile all’amministrazione a guida Joe Biden per far sentire la propria presenza nell’area e per ribadire l’importanza dei legami trilaterali col Giappone: nella giornata odierna avverrà un incontro anche col vice Ministro degli Esteri di Tokyo Mori Takeo.

L’obiettivo rimane la denuclearizzazione della penisola coreana, che viene messa in discussione dalle azioni nordcoreane. Infatti, Sherman ha ricordato che se venisse condotto qualunque test nucleare da parte di Pyongyang, questo sarebbe in totale violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e pertanto ci sarebbe “una repentina e forte risposta. Il mondo intero interverrebbe in maniera decisa. Siamo pronti”. La preoccupazione è crescente, specie dopo le dichiarazioni Rafael Grossi, capo dell’Aiea, l’agenzia Onu per il nucleare, che ha parlato dell’avanzamento dei lavori di Pyongyang in un sito nucleare, quello di Yongbyon.

Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu

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