di Corinna Pindaro
Negli Stati Uniti, secondo il rapporto sull’occupazione di ottobre, hanno trovato impiego ben 531.ooo lavoratori rispetto al mese precedente. In tal modo si è registrato un incremento notevole dell’occupazione e, specularmente, una diminuzione del tasso di disoccupazione che raggiunge il livello più basso da quando è iniziata la pandemia.
Il dato è talmente positivo da smentire anche gli analisti più ottimisti che si aspettavano, al massimo, un incremento di 450.000 occupati. Il dati di settembre e di agosto sono stati rivisti, entrambi, al rialzo mentre la disoccupazione dal 4,8% di settembre scende, ad ottobre, al 4,6% in maniera, anche in questo caso, migliore di quanto prospettassero le previsioni degli analisti che supponevano la discesa del tasso di disoccupazione si arrestasse al 4,7%. Anche le domande di sussidi di disoccupazione sono progressivamente diminuite, con l’ultima settimana che ha registrato una flessione di 14.000 unità a 269.000.
La maggior parte dei nuovi impieghi attengono a posti di lavoro nel settore del tempo libero e dell’ospitalità, nei servizi professionali ma anche nel settore della logistica e in attività di magazzino. Si registra, invece, una diminuzione di occupazione nell’istruzione pubblica.
A creare condizioni favorevoli per l’aumento dell’occupazione in Usa probabilmente ha contribuito l’aumento salariale posto in essere da numerose aziende per rispondere alla prevista forte domanda del periodo festivo e di fine anno, fondamentale se si pensa ai grandi magazzini e in generale il comparto delle vendite al dettaglio e quali ristorazione e ospitalità. I salari orari medi sono, infatti, aumentati di 11 centesimi a 30,96 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,9%. La settimana media lavorativa è diminuita di 0,1 ore, attestandosi a 34,7 ore. Ulteriore incentivo al lavoro potrebbe aver avuto anche lo scomparire, via via, delle paure connesse alla pandemia e l’esaurimento, con settembre, di ormai molti aiuti straordinari anti-crisi per le famiglie.
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